Harem Faraonico

SOBEKHOTEP, FIGLIO DEL KAP E MINISTRO DEL TESORO DI THUTMOSIS IV

Di Luisa Bovitutti

IL TRIBUTO DEI NUBIANI

Offerenti nubiani di vari beni pregiati

Sobekhotep fu un importante funzionario originario del Delta del Nilo, compagno del kap di Thutmosis IV trasferitosi a Tebe probabilmente per esplicita richiesta del sovrano, così come molti altri appartenenti ai ruoli più alti della Pubblica Amministrazione.

Egli era il figlio di Min, ministro del tesoro (“sorvegliante del sigillo”) durante il regno di Thutmose III, e sua madre fu Meryt, Nutrice della figlia del sovrano principessa Tiya nonchè Sovrintendente dell’harem di Sobek di Shedty.

Sobekhotep era stato inizialmente sindaco della regione di Fayyum, ereditando il titolo dal suocero, poi succedette al padre nel suo prestigiosissimo incarico.

Egli fu seppellito nella TT63, sita nella necropoli tebana all’estremità nord della collina di Sheikh Abdel Qurna, dove, come si è già detto, fino al regno di Amenhotep III trovarono l’estremo riposo gli alti funzionari del Faraone.

La sepoltura ha la tipica forma a “T” rovesciata caratteristica dell’epoca ed anche la decorazione rispecchia le tematiche classiche delle tombe dei nobili del periodo: essa è parecchio danneggiata ma i colori dei frammenti delle pitture rimasti sono ancora brillanti.

Nel corridoio di accesso compaiono Sobekhotep e la moglie con un figlio e una donna che suona il sistro, nell’anticamera il defunto è rappresentato in adorazione di Anubi, mentre guida dei soldati in marcia, accanto a Thutmosi IV assiso in trono, con il Supervisore ai sigilli Menna e mentre ispeziona alcuni granai; sono presenti anche resti di testi relativi alle ispezioni degli incensi e delle giare (forse di vino).

In quest’area sono stati asportati gli spettacolari dipinti che verranno di seguito illustrati.

Fotografia scattata alla tomba da un team di archeologi tedeschi che documenta la recente spoliazione delle pareti e la provenienza illegale del frammento acquistato dai collezionisti privati.

All’anticamera segue il corridoio perpendicolare al primo sulle cui pareti sono presenti testi sacri ed i dipinti relativi alla processione funebre ed al pellegrinaggio ad Abydos, alla lavorazione della terra ed all’innalzamento di un obelisco; il defunto e la moglie, che suona il sistro, sono raffigurati dinanzi ad Anubi e ad Osiride ed altresì in un giardino nei pressi di un laghetto, con alberi e divinità femminili. L’ultima scena del corridoio rappresenta il figlio della coppia, Paser, che fa offerte ai genitori ed alla principessa Tiya.

Un breve corridoio trasversale dà ingresso alla camera funeraria, ora privi di decorazioni che erano ancora presenti in ampie aree quando Harry Burton del Metropolitan Museum of Art fotografò la tomba tra il 1926 e il 1940 e che erano scomparse quando essa fu studiata e pubblicata nei primi anni ’80.

Sei frammenti della decorazione parietale della sepoltura si trovano al British Museum, cinque dei quali donati nel 1869 dal deputato Henry Danby Seymour, il quale riferì che erano stati prelevati intorno al 1844, quando Lepsius effettuò la sua spedizione in Egitto (1842 – 45); uno, invece, fu venduto al museo nel 1852 da J.W. Wild, un disegnatore al seguito dello studioso tedesco, il quale, secondo un’abitudine del suo tempo, probabilmente lo prese come souvenir insieme ad un altro, ceduto dalla sua famiglia al Metropolitan Museum di New York nel 1926.

Un settimo frammento si trovava in una collezione privata tedesca, della quale era entrato a far parte dopo essere stato fatto uscire illegalmente dall’Egitto nel 1986; i proprietari, resisi conto della situazione, lo hanno spontaneamente restituito ed ora si trova al Cairo, presso il Museo Egizio.

Frammento appartenente alla collezione privata di Ursula e Karl Heinz Preuss, restituito all’Egitto.

I frammenti n. 1852,0223.3 (numero del museo EA922) e 1869,1025.5 (numero del museo EA37991) facevano parte del registro superiore della scena, e mostrano i tributi della Nubia che Sobekhotep riceve per conto del suo re.

Il primo di essi (Altezza max 74 cm., Larghezza max 61 cm.) mostra quattro uomini in piedi dalla pelle scura, nera o marrone (il curatore del British afferma che tale variazione potrebbe rappresentare diversi tipi di pelle, ma potrebbe anche essere finalizzata a far risaltare maggiormente le singole figure dello stesso sesso, come si è notato in altre pitture egizie).

Essi indossano le vesti tipiche del loro paese, ossia gonnellini di pelle maculata, uno dei quali ha ancora la coda, un ciondolo al collo ed orecchini; in fila dietro di loro c’era probabilmente un altro offerente andato perduto, i cui doni destinati al sovrano (sembrerebbero giavellotti) sono ancora visibili all’estrema destra.

Il primo personaggio regge un piatto con oggetti blu ed ha una catena di grandi anelli d’oro sull’altro braccio; il secondo porta pezzi di avorio o di ebano sulla spalla, oggetti non individuabili nella mano sinistra (forse code di giraffa); il terzo tiene nella mano destra una pelle di leopardo e con la sinistra regge un vassoio con blocchi grezzi di diaspro rosso; una scimmietta è appollaiata dietro la sua testa ed un babbuino si trova ai suoi piedi.

La pelle di leopardo ed il babbuino

Il frammento 1869,1025.5 (Altezza max 71 cm., larghezza max 96,50 cm.) raffigura altri nubiani che si prostrano davanti all’Autorità dell’Egitto e che offrono vassoi carichi di pepite e polvere d’oro e pesanti catene formate da larghi anelli.

Offerenti nubiani di oro

IL TRIBUTO DEGLI ASIATICI

Il frammento più grande, registrato in entrata con il numero 1869,1025,4 e con il numero del museo EA922 misura in altezza 122 cm. ed in larghezza 150 cm. (129 cm. la zona dipinta); esso raffigura degli asiatici (probabilmente Siriani, riconoscibili per le tipiche barbe corte ed a punta, le lunghe tuniche ornate da file di perline ed il nastro che trattiene i capelli di media lunghezza) che portano i tributi a Sobekhotep, il quale li riceve per conto del sovrano.

A sinistra di entrambi i registri compaiono diversi vasi preziosi facenti parte dei tributi e due coppie di uomini che si inchinano per rendere omaggio al Ministro del tesoro e quindi al re.

Dietro di essi una fila di servi in piedi trasportano altri vasi, molti dei quali sono realizzati in oro e pietre semipreziose; uno di loro tiene per mano una bambina, forse destinata a vivere o a servire a corte, mentre un altro porta una zanna di elefante con il bordo decorato in oro.

L’altro frammento della scena del tributo, registrato in entrata al n. 1852,0223.1 e con il numero del museo EA37987, misura in lunghezza 60 cm. ed in larghezza 58,50 cm.; nell’angolo in basso a sinistra si notano le ruote di un carro, ed al centro campeggiano due cavalli, uno sauro ed uno bianco, le cui redini sono legate al carro o, forse, sono tenute da un personaggio ora scomparso. A destra, un asiatico regge con il braccio destro un vassoio che contiene vasellame bianco e sopra la spalla sinistra un oggetto non ben percepibile, forse un vaso blu. L’ultima figura a destra è un uomo con un bimbo piccolo nella mano sinistra e un vaso azzurro nella destra.

I PORTATORI DI OFFERTE

Il frammento di sinistra, registrato al numero 1869,1025.1 e recante il numero del museo EA919 è lungo 67 cm e largo 71; esso era collocato a destra della falsa porta dipinta sulla parete meridionale dell’anticamera della cappella sepolcrale e rappresenta due uomini vestiti con gonnellini bianchi e tuniche trasparenti che portano offerte floreali, anatre, un vassoio con pane ed altri beni non riconoscibili ed un sacchetto contenente palline blu, forse frutti, per Sobekhotep. Le offerte venivano deposte soprattutto davanti alla falsa porta, attraverso la quale il ka del defunto poteva entrare nel mondo dei viventi ed usufruirne.

Anche quando esse erano semplicemente dipinte, avevano il magico potere di sostituire quelle vere qualora per un motivo qualsiasi i parenti avessero cessato di portarle nella tomba dei propri cari (sulla falsa porta e sulla sua funzione vedi sul nostro sito a questo link https://laciviltaegizia.org/…/la-falsa-porta-lingresso…/)

Anche il frammento di destra, custodito al MET di New York, rappresenta portatori di offerte; esso giunse al museo nel 1930 (Fondo Rogers), con il numero di accesso 30.2.1

GLI ORAFI ED IL PERSONAGGIO CON I BAMBINI NEL CESTO

In qualità di Ministro del tesoro Sobekhotep aveva il compito di supervisionare la produzione degli oggetti preziosi per i templi o per il sovrano: il frammento n. 1869,1025.2, numero del museo EA920 (Altezza max 66 cm., larghezza max 79 cm.) costituito da due registri, rappresenta degli orafi al lavoro.

Nei due registri si vedono le fasi della preparazione delle perline di varia forma, che vengono forate con l’aiuto di trapani quadrupli o tripli, lucidate ed infilate in lunghi cordini per poi essere utilizzate come elemento ornamentale in oggetti più elaborati.

L’artigiano nel registro inferiore, infatti, le sta infilando per ottenere il grande collare che tiene in grembo, ed accanto a lui si nota uno scrigno pronto per essere decorato; subito a destra un uomo tiene un pezzo di metallo in un braciere ed alimenta le fiamme con un soffietto tubolare.

In entrambi i registri si notano oggetti in metallo prezioso, alcuni già completati, altri da finire: un grande vaso lotiforme per libagioni, sopra il quale se ne trovano due piccoli, piatti, un altro baule, un sistro ed altri collari da completare aggiungendo file di perline.

Nell a seconda immagine, l’unica che ho trovato relativa a scene ancora in situ, si nota un personaggio straniero (almeno da quanto si può ipotizzare dal gonnellino maculato, probabilmente di pelle), che tiene sulle spalle un cesto reggendolo con una fascia sulla fronte, all’interno del quale ci sono quattro bimbi con gli occhioni sgranati. Accanto a lui un bambino di sesso indefinibile.

IN AGGIORNAMENTO

FONTI :

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