Di Grazia Musso

Tebe Ovest, Cachette di Deir el-Bahari
Scoperta ufficiale del Servizio delle Antichità Egiziano 1881
Museo Egizio del Cairo – CG 61003
L’enorme sarcofago di Ahmes Nefertari fu rinvenuto nella tomba di Unhapy, consorte del sovrano Ahmes, che fu utilizzata nella XXI Dinastia come nascondiglio in cui porre al riparo dai saccheggi i sarcofagi di alcuni faraoni, membri della famiglia reale e alti sacerdoti.

Ahmes Nefertari, madre di Amenhotep I, fu la prima regina a ricoprire l’alta carica religiosa di Sposa Divina, diventando poi oggetto di culto nell’area tebana sino agli inizi del I millennio a. C..
Il suo sarcofago ligneo mummiforme era originariamente ricoperto di foglia d’oro, che fu asportato dai ladri già Nell’antichità e sostituita da una vernice color ocra nel corso del restauro effettuato al momento del trasferimento nel nascondiglio.
Il volto dai grandi occhi dipinti, è cinto da una massiccia parrucca sormontata da una corona svasata su cui svettano due alte piume.
La superficie della capigliatura è dell’elaborato copricapo è caratterizzata da alveoli incisi nel legno e campiti di stucco blu.

Un motivo analogo ricopre il busto della Defunta, che sembra cinto da uno stretto scialle scollato.
Le mani, incrociate sul petto, impugna o due grandi croci ankh, emblema di Vita, e i polsi sono cinto da alti bracciali strati, simili alla collana intorno al collo.

Sulla restante superficie del sarcofago sono rappresentate lunghe piume d’uccelo che evocano le ali della dea Iside, secondo una tradizione Tebans diffusa i nel Secondo Periodo Intermedio.
Una lunga colonna di geroglifici, incisa nella parte centrale del coperchio, contiene la consueta formula d’offerta hetep-di-nesut, con cui si invoca ano offerte per il ka di Ahmes Nefertari.

Fonte
I tesori dell’antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo – Edizioni White Star