C'era una volta l'Egitto, II Periodo Intermedio

SEQENENRA TA’O

Di Piero Cargnino

Il faraone Seqenenra Ta’o (anche Seqenenra Djehuty-aa O Tao II), soprannominato “Il coraggioso” o “Il valoroso” regnò sulla regione tebana, con tutta probabilità, secondo Kim Ryholt, solo per pochi anni.

Figlio, anche qui ci sta un forse, di Senekhtenra Ahmose e della Grande Sposa Reale Tetisheri generò, con la sua Grande Sposa Reale (e sorella) Iahhotep I, i due sovrani che lo seguiranno, Kamose, che sarà l’ultimo faraone della XVII dinastia e Ahmose che, dopo una breve reggenza da parte di sua madre, sarà il primo faraone della XVIII dinastia. Di Iahhotep parleremo più approfonditamente in seguito in quanto la regina giocò un ruolo non indifferente nella successione a Seqenenra Ta’o.

Seqenenra Ta’o regnava a Tebe e contemporaneamente ad Avaris regnava l’ultimo faraone Hyksos Apopis. Sappiamo per certo che Seqenenra Ta’o fu tutt’altro che un sovrano effimero come i suoi predecessori, egli fu il primo principe egizio che, dopo aver intrattenuto, per un certo periodo, rapporti diplomatici con gli Hyksos dette inizio a quella che sarà poi, con i suoi successori, la guerra di liberazione dagli invasori nella quale rimase ucciso.

Ora c’è da chiedersi come è stato possibile che ad un certo punto, dopo una serie di sovrani uno più imbelle dell’altro, improvvisamente sale al potere uno che decide che è giunta l’ora di ribellarsi. Questo non lo sappiamo e quindi ci rifacciamo a quella che pare essere più una leggenda che non la verità, la apprendiamo, per quanto possibile, dal Papiro Sallier I, del quale rimane solo l’inizio molto frammentario.

In esso è riportata la “Disputa tra Apopi e Seqenenra”, scritto due secoli dopo il regno di Ahmose dove si racconta che il re Hyksos Apophis, nell’intento di provocare il governatore di Tebe Seqenenra, si inventa l’esistenza di uno stagno di ippopotami a Tebe che, a notevole distanza da Avaris, impediva ai suoi abitanti di addormentarsi. Inviò quindi un messaggero a Tebe che riferì a Seqenenra:

<<……..È il re Apophis che mi manda davanti alla tua presenza per dirti: allontana gli ippopotami dallo stagno che è a est della città, perché impediscono loro di dormire giorno e notte. Il rumore che fanno travolge le orecchie della gente della città…….>>.

L’ambasciata ovviamente stupì Seqenenra, vista la distanza che separa Tebe da Avaris, per cui rispose:

<<…….Il tuo padrone ha davvero sentito in quel lontano paese dello stagno che si trova ad est della città meridionale?…….>>, il messaggero rispose in modo molto diplomatico ma chiaro: <<…….Rifletti sul motivo per cui mi viene inviato…….>>.

Non conosciamo l’esito finale del racconto in quanto mancante ma ovviamente una tale provocazione suscitò le ire del sovrano di Tebe di cui possiamo immaginare la reazione. Sicuramente Seqenenra Ta’o reagì contro gli occupanti asiatici e andando oltre il semplice scambio di insulti intraprese azioni belliche contro il suo rivale Hyksos. Nulla ci è dato a sapere circa l’esito della campagna militare di Seqenenra, con ogni probabilità mosse il suo esercito oltre il confine creando un punto da dove poter pianificare l’attacco al nemico, scelse di attestarsi a Deir el-Ballas che costituiva una posizione molto strategica. Qui fece costruire un palazzo fortificato ove alloggiare con la sua famiglia.

Come detto non si sa nulla dei combattimenti anche se pare che, almeno all’inizio ebbero un discreto successo spostando il confine meridionale della zona di influenza dei principi tebani di circa 200 km più a nord fin nei pressi di Cusae.

La campagna finì comunque male per Seqenenra Ta’o che, a giudicare da come è ridotta la sua mummia, non riscosse sicuramente il successo sperato. La sua mummia fu rinvenuta da Gaston Maspero nel 1881 in una delle “Tombe dei Nobili” nel cosidetto “Nascondiglio Reale” della Necropoli Tebana a Deir el-Bahari. I

l nome deriva dal fatto che nell’antichità parecchi faraoni furono traslati in quel nascondiglio in segreto per nasconderli dai predoni che profanavano la Valle dei Re. Una volta sbendata la mummia, apparvero subito evidenti gli impressionanti segni di violenza che deturpano il viso, Maspero descrisse nei dettagli lo stato in cui si trovava:

<< Non si sa se cadde sul campo di battaglia o se fu vittima di qualche complotto; l’aspetto della sua mummia prova che morì di morte violenta intorno ai quarant’anni d’età. Due o tre uomini, assassini oppure soldati, devono averlo accerchiato e ucciso prima che qualcuno potesse soccorrerlo. Un colpo di scure deve aver reciso parte della guancia sinistra, esposto i denti, fratturato la mascella e averlo fatto cadere a terra privo di sensi; un altro colpo deve aver gravemente lesionato il cranio, e un pugnale o giavellotto ha tagliato e aperto la fronte un poco sopra l’occhio. Il suo corpo deve essere rimasto per qualche tempo là dov’era caduto: una volta ritrovato, la decomposizione era già cominciata e la mummificazione dovette essere compiuta in fretta, meglio che si poté >>.

Dopo un accurato esame della ferita sulla fronte, l’egittologo Garry Shaw con un esperto d’armi, conclusero che:

<<……la causa più probabile della morte di Seqenenra Ta’o fu un’esecuzione con un’ascia di fattura Hyksos da parte di un comandante nemico, in seguito a una sconfitta dei tebani sul campo……>>.

Secondo altri Seqenenra Ta’o nella battaglia non morì subito ma rimase solo paralizzato, sarebbe poi stato ucciso nel suo letto dopo mesi di agonia. James E. Harris e Kent Weeks, che negli anni ’60 condussero un’analisi forense, parlano di:

<< Un odore disgustoso e viscido che riempì la stanza nel momento in cui il contenitore in cui la mummia era esibita fu aperto >>.

La causa è probabilmente dovuta alla frettolosa mummificazione che, visto lo stato in cui si trovava il corpo, venne subito fasciata senza essere immersa nel natron. Oggi la mummia si trova presso il nuovo “Museo Nazionale della Civiltà egiziana” al Cairo ed è la peggio conservata. Il paleoradiologo Sahar Saleem, dell’Università del Cairo, tiene a rimarcare che: << Ciò indica che Seqenenra Ta’o era davvero in prima linea con i suoi soldati, rischiando la vita per liberare l’Egitto >> e che: << La morte di Seqenenra ha motivato i suoi successori a continuare la lotta per unificare l’Egitto e dare il via al Nuovo Regno >>.

 

Fonti e bibliografia:

  • Gardiner Alan, “La civiltà egizia”, Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997   
  • Edda Brasciani, “Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto”, De Agostini 2005
  • Guy Rachet, “Dizionario Larousse della civiltà egizia”, Gremese Editore 1994
  • Salima Ikram, “Antico Egitto”, Ananke 2013
  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Mursia 2005
  • Margaret Bunson, “Enciclopedia dell’antico Egitto”, Fratelli Melita Editori 1995
  • Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani 2003
  • Kemet . La voce dell’Antico Egitto, “Gli Hyksos, il popolo invasore”, Web  2017
  • Kim Ryholt, “The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period”, Copenhagen, Museum Tusculanum Press, 1997

Piero Cargnino.

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