Di Grazia Musso

Saqqara, trovato come materie di riutilizzo nel Serapeo
Scavi di Auguste Mariette 1859
Museo Egizio del Cairo – JE 4872
Questo frammento di rilievo nonostante sia stato ritrovato nel corso degli scavi di Mariette al Serapeo, proviene dalla tomba di un dignitario che aveva scelto di farsi seppellire a Saqqara non lontano da Menfi.
La scena doveva occupare l’angolo a sinistra in basso di una parete.

Lo stile e il modo di disporre le figure nello spazio si richiamano direttamente all’arte del periodo successivo all’epoca di Amarna ma anche, nella contrapposizione tra la compostezza delle figure maschili e la libertà di quelle femminili, all’esperienza decorativa del regno di Amenofi III, che aveva saputo elaborate le splendide scene di funerale delle tombe di Ramose e Userhat a Tebe.
Se in Ramose è Userhat è il cordoglio a fungere fa motore della composizione, qui tutto è incentrato su manifestazioni di giubilo per lo svolgimento di un avvenimento che dove a essere riprodotto nella parte superiore destra del rilievo.
La scena mostra a sinistra, un gruppo di donne, disposte su due file, ognuna con in mano un tamburello.

Il battere delle mani sugli strumenti e l’ondulare ritmato dei corpi da non senso di movimento che pervade tutto l’insieme.
I tamburelli, posti ad altezze diverse gli uni dagli altri, conferiscono ad ogni fila un andamento ondulatorio che ribadisce la ripetitività
È come se, da sinistra a destra, fosse rappresentata un’unica donna, ritratta in momenti diversi e successivi della danza.

Questo modo di trasporre il movimento su una composizione piana ha origini antichissime nell’arte egizia e il risultato può essere paragonato a quello che si otterrebbe osservando alcuni fotogrammi in successione di un film.
L’identità di ogni figura femminile è mantenuta attraverso la diversificazione degli elementi del vestiario e degli ornamenti.
In basso a destra, sono raffigurate due bambine nell’atto di suonare i legnetti.

Più composto, anche se dotato di un certo dinamismo, è il corteo di uomini di cui si preservano soltanto tre file, disposte in successione.

Le figure maschili sono rappresentate incedenti da destra verso il centro.
La diversa ampiezza del passo di ogni fila, decrescente da destra verso sinistra, dà l’impressione che gli uomini siano in procinto di fermarsi.
Le braccia sono alzate verso il cielo nel gesto che manifesta giubilo

La diversità del loro abbigliamento dimostra che ogni fila è composta da personaggi con funzioni e cariche specifiche.
I nomi di due sono noti dai geroglifici che accompagnano la scena: si tratta del sedjemash Aanakht e dello scriba Amonkhau.

Fonte
I tesori egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – F Tiradritti – fotografie Arnaldo De Luca – Edizioni White Star