La cosmesi nell’antico Egitto
Di Livio Secco

Con il mese di maggio si chiude l’anno didattico 2022-2023 che mi ha dato notevoli soddisfazioni impegnandomi in cinquantasette tra conferenze e lezioni.
Una delle conferenze più curiose è stata senz’altro questa che vi presento nell’attuale post, in modo estremamente sintetico.
L’argomento è di notevole attualità. Infatti la nostra è sicuramente una società dove l’apparire è molto importante e, quindi, il presentarsi alla collettività secondo i dettami della moda con un make-up aggiornato garantisce il proprio successo e visibilità.
Una cosmesi (tematicamente) moderna
Parlando di cosmesi ci accorgiamo che la definizione che noi oggi le diamo sia ancora quella che intendevano gli antichi Egizi.
Infatti per cosmesi noi intendiamo quell’insieme di attività che adotta delle tecniche per migliorare l’aspetto fisico di una persona senza trascurare la sua salute. Questo concetto si estende anche alla piacevolezza e all’estetica di come si presenta la persona finendo quindi per coinvolgere anche gli aspetti culturali di una civiltà.
È interessante ricordare che il termine cosmesi, oppure cosmetica, derivi dal greco kósmos che ha il significato di ordine. Il suo derivato kósmesis ha il senso di mettere in ordine, abbellire.

Oggi il moderno mercato cosmetico suddivide i prodotti cosmetici in quattro divisioni specifiche. Come potete notare nella seconda immagine, questa ripartizione è assolutamente moderna.
Oli sacri (tecnicamente profumi)
Alcune dotazioni funerarie prevedono la fornitura di una tavoletta per gli oli sacri. Normalmente si tratta di una pietra di alabastro lavorata in piano con sette alveoli in corrispondenza dei quali è scritto, in geroglifico, il nome di un olio sacro. Gli oli sacri erano importantissimi nella ritualità egizia perché permettevano di ridare alla mummia del defunto l’uso dei cinque sensi nell’Aldilà.

Nella terza immagine potete vedere una di queste tavolette con il nome degli ultimi quattro oli sacri.
Relativamente a questo argomento ho pubblicato un post che vi può aggiungere ulteriori informazioni.
Uso dei cosmetici
L’applicazione degli unguenti e dei profumi avveniva nel corso della mattinata. La dama si affidava alle cure delle proprie domestiche che la lavavano, la pettinavano, la ungevano e poi le spalmavano delle sostanze profumate.
Come consiglia ancora oggi una corretta igiene della persona, la pulizia del corpo, compreso il lavaggio del viso, precedeva l’applicazione degli unguenti e dei profumi. L’arcaicità di questo metodo di igiene è antichissima, ma il modo è attualissimo. Lo ritroviamo tal quale tra le prescrizioni del Papiro Ebers, un papiro medico del 1550 a.C.

La sua prescrizione numero 717, contro le rughe, che potete vedere nella quarta immagine, raccomanda appunto l’applicazione dell’unguento DOPO che il viso sia stato opportunamente lavato.
Nel dettaglio: come si applica una crema antirughe
Come già riportato relativamente alla medicina e, appunto, alla cosmesi, le ricette sono descritte in modo molto moderno:
– titolo (eventualmente diagnostico)
– materiali componenti (nel caso una quantità proporzionale, quasi mai assoluta)
– metodo di preparazione
– metodo di applicazione.
Questa sistematica è ancora quella attuale.
Ricordiamo che la cosmesi era intesa, in Egitto, come parte della terapia medica. Non esistevano negozi o rivendite di profumi e belletti, ma ritroviamo le prescrizioni nei papiri medici.
Qui diamo in dettaglio la traduzione della ricetta mostrata nel post precedente sperando di solleticare la curiosità dei nostri amici egittofili.
Visto che il post ha una valenza didattica per coloro che si impegnano in filologia egizia, ho aggiunto una riga supplementare con la traduzione letterale che precede quella colloquiale.
Come al solito ho scritto anche la fonetizzazione secondo il codice IPA per far leggere il geroglifico anche a chi non lo ha studiato (… e che invito a cominciare al più presto!)
Un accessorio importante: lo specchio
La cosmesi egizia si caratterizza, oltre che di materiali, anche per un notevole uso di accessori. Perciò non solo pomate, unguenti e oli profumati, ma anche pettini, pinzette per la depilazione, rasoi e specchi.
Un’altra cosa importantissima da ricordare è che la cosmesi non era solamente femminile, ma pure maschile.
Normalmente il nobile, che spesso era anche un funzionario, doveva spostarsi appunto per ragioni del suo incarico. Il rischio, per i servitori, di dimenticare a casa un accessorio poteva essere significativo. Ecco perciò la produzione di veri e propri beauty-case dotati di sportelli e cassettini per contenere ogni tipologia di prodotto adatto per la cosmesi di un padrone viaggiante.

Nella quinta immagine, non potendo raffigurare ogni accessorio, presentiamo uno specchio.

Nella sesta immagine è raffigurato uno strumento il cui uso non è proprio chiarissimo: forbici? Pinzetta per depilazione? C’è quello che sembrerebbe un rasoio finale. In ogni caso la sua preziosità è data dal fatto che è in oro.
Sì, però…
Dobbiamo, in ogni caso, renderci conto che, della cosmetica egizia, esisteva pure un lato negativo spesso sottaciuto e sotto valutato. Infatti le rare informazioni scientifiche che gli Egizi dell’epoca possedevano, non permettevano loro di fare sempre delle scelte corrette nella selezione dei componenti e delle lavorazioni.
L’uso quotidiano di prodotti non perfettamente atossici provocava degli avvelenamenti che, nel lungo periodo, diventavano certamente letali.
Per chi volesse approfondire l’argomento, la conferenza è diventata il Quaderno di Egittologia nr 50 – LA BELLEZZA NELLO SGUARDO – La cosmesi nell’antico Egitto che è reperibile qui: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/la-bellezza-nello-sguardo/
