Harem Faraonico

IL FIGLIO DEL KAP HOREMHEB E LA SUA TOMBA

Di Luisa Bovitutti

Horemheb con la moglie e la principessina figlia di Thutmosis IV affidata alle sue cure

Horemheb figlio di Iside iniziò la sua carriera come semplice scriba sotto Amenhotep II, poi il suo successore Thutmosis IV, con il quale aveva frequentato il kap, gli attribuì titoli ed incarichi prestigiosi e remunerativi. Grazie al successo conseguito potè permettersi una tomba mirabilmente decorata proprio sulla cima della collina di Sheikh Abd el-Gurna, la TT78, visitata fin dalla prima metà del 1800 dai più importanti egittologi dell’epoca, ripulita e restaurata nel primi anni del 1900.

Horemheb ricevette ventidue titoli onorifici (Principe e ConteFamiliare del ReGrande Confidente del Signore delle Due TerreConfidente PreferitoAmato dal Dio PerfettoVicino ad HorusVicino al signore del palazzoPortatore di ventaglio alla destra del reVero scriba del re che lo amaCompagno del Signore delle due terre, Compagno del portatore della forza, Gli occhi del re attraverso la terrae ventuno attinenti le mansioni effettivamente espletate.

I suoi titoli si trovano nella sala trasversale della tomba: egli scalò i vari gradi delle gerarchie militari fino a diventare Responsabile per il reclutamento e l’organizzazione delle truppe“, che gli dava il controllo su tutti i soldati e gli ufficiali attivi.

In ambito civile era delegato a ricevere i tributi dai paesi stranieri ed in qualità di Sorvegliante del bestiame e di Sorvegliante degli uccelli e dei pesci esercitava il controllo sulle caccia, la pesca e sui possedimenti reali; Thutmose IV gli affidò anche l’educazione di sua figlia Amenemipet che nella tomba viene raffigurata seduta sulle sue ginocchia.

Con Amenhotep III ricevette anche i titoli religiosi di Sorvegliante dei campi di AmonSorvegliante del bestiame di AmonColui che si occupa delle costruzioni di Amon.

La sua tomba ha la pianta a T rovesciata tipica dell’epoca ma ha una galleria aggiuntiva, che inizia nell’angolo nord-ovest della cappella e che conduce al complesso sotterraneo non iscritto che termina con la camera sepolcrale; essa si affacciava su di un cortile oggi praticamente scomparso per la presenza di parecchi detriti.

La parte inferiore della facciata era scolpita nella roccia ricoperta da un rivestimento di limo del Nilo; quella superiore era in mattoni e sul bordo era decorata con una fila di coni funerari recanti il nome del defunto.

Ricostruzione della facciata; in origine l’ingresso era contrassegnato dagli stipiti della porta, ora scomparsi; sul lato superiore c’era la decorazione costituita da una serie di coni funerari.
Uno dei coni funerari

Solo la sala trasversale e quella longitudinale sono state decorate secondo uno schema analogo a quello già visto nella tomba di Userhat: nella stanza trasversale Horemheb viene rappresentato da vivo mentre fa offerte agli dei, porta doni al sovrano, controlla la distribuzione delle razioni alle reclute e banchetta festoso; in quella longitudinale sono illustrati i riti funebri destinati a garantirgli la vita ultraterrena e per la prima volta in una tomba si trova rappresentato il giudizio di Osiride.

Le raffigurazioni di Horemheb, della moglie Atjuia cantante di Amon a Karnak, della madre e del fratello maggiore sono state intenzionalmente scalpellate, salvo tre di esse, forse perché prive di nome e di testo.

Il soffitto della tomba, rimasto incompiuto

Non si tratta tuttavia di damnatio memoriae conseguente ad un deteriorarsi del rapporto con il sovrano, in quanto la tomba fu effettivamente utilizzata per Horemheb; i danni sono quindi certamente successivi alla sua morte, e sarebbero ascrivibili alla mano di nemici personali che volevano precludere l’Aldilà a lui ed alla sua famiglia.

Gli sfregi ai geroglifici indicanti il nome del dio Amon risalgono all’epoca amarniana, altri vennero inferti dai successivi usurpatori della tomba, dai cristiani copti e dai tombaroli.

Nel corso dell’ultimo secolo le pitture parietali si sono ulteriormente deteriorate, ma grazie alla documentazione realizzata in passato è ancora oggi possibile conoscere il loro aspetto originario.

LA SALA TRASVERSALE DELLA TOMBA

LE SCENE DELLE OFFERTE E DEI BANCHETTI

La scena del banchetto così come ricostruita.
Nel registro centrale Horemheb e sua madre ricevono offerte da Atjuia e da un’altra donna dietro la quale stanno le due liutiste e la ballerina; nei due sottoregistri gli ospiti e sotto di loro delle giare.
Nel registro in basso, da destra, il gruppo dei musicisti con il ragazzo che offre da bere, dei servi portatori di offerte, due macellai, lo scriba sorvegliante e un uomo di porta un mazzo di fiori di loto.
Nel registro superiore ciò che resta della scena che rappresenta Horemheb ed Atjuia che banchettano.

Analogamente alla tomba di Userhat, sui due lati corti della sala si trovavano una stele (a destra) ed una falsa porta (a sinistra) oggi distrutte; le scene sulla parete interna a destra ed a sinistra dell’ingresso, gravemente deteriorate, raffigurano Horemheb e la moglie che fanno offerte agli dei, seguiti da file di servi che portano uccelli, uova, pagnotte, mazzi di papiro e tori.

Alle due estremità della stessa parete si trova la rappresentazione di un banchetto festivo al quale prendono parte Horemheb, sua madre Iside, sua moglie Atjuia, un’altra donna, musicisti e ballerine e molti ospiti, tutti elegantemente vestiti, ingioiellati e con un cono di profumo sulla testa.

Gli ospiti sono praticamente scomparsi nella scena di destra, mentre in quella di sinistra si notano i servi che portano da bere a cinque ufficiali dell’esercito seduti su sgabelli pieghevoli; sotto di essi grandi giare tutte decorate ed il testo relativo al canto dell’arpista.

In particolare la parte destra della parete mostrava Horemheb e sua madre (oggi completamente scalpellati) a cui le due mogli del defunto, raffigurate molto più piccole, offrono coppe con bordi decorati ed un vasetto dorato, probabilmente un unguentario o un portaprofumo.

Sopra la prima donna, verosimilmente Atjuia, moglie principale, c’è il seguente testo: 

Per il tuo Ka! Trascorri una vacanza nella tua bella casa dell’eternità, che sarà tua per tutta l’eternità. Il tuo viso è rivolto ad Amon-Re, il tuo Signore, che ti ama! Dalla mano di tua moglie, la padrona [….], verità della voce.

La donna dietro di lei dice: 

“Ricevi queste corone, questi oli pregiati, affinché ti accompagnino in questo giorno di festa, possa tu essere ricevuto da questo dio perfetto della Tebe occidentale (Osiride). Tua moglie [… ] verità della voce.

C’è poi un gruppo di musicisti, composto da due liutisti, un arpista e da cantanti che danno il ritmo. Nonostante il danno, si nota che il volto della prima donna, stranamente, è raffigurato di fronte (freccia verde nell’immagine); esse indossano abiti attillati lunghi fino ai piedi e trasparenti dalla vita in giù; come si è detto, dei numerosi ospiti, posti sul registro superiore, non è rimasta praticamente traccia.

Ecco la suonatrice di liuto rappresentata frontalmente

Speculare a questa scena se ne trovava un’altra molto simile, che conosciamo solo grazie ad una ricostruzione: il registro inferiore raffigurava un arpista seduto e molto grande, un liutista in piedi ed un cantante cieco che applaudiva dando il ritmo. Dietro di lui, un altro cantante si abbassava per accarezzare un servo che gli offriva e da bere una fiaschetta e reggeva tre bastoni; ai suoi piedi una testa bovina destinata alle offerte.

Il cantante cieco che batte le mani dando il ritmo ai suonatori in una delle due scene del banchetto

Alla sinistra dei musici, un servo portava la testa e la zampa di un bue, seguito da un altro con due ceste contenenti altri pezzi di carne, che si girava a guardare dietro di sé, verso due macellai al lavoro sotto gli occhi di un funzionario e diceva loro quanto stava scritto nel testo: Lo scriba Nebnefer mi dice: voi macellai, muovetevi a tagliare i pezzi, ma voi discutete invece di lavorare.

All’estrema sinistra, un servitore chiudeva la scena portando un grande mazzo di fiori di loto.

Nel registro intermedio c’era la rappresentazione di Horemheb con la principessina sulle ginocchia (allegata al precedente post) e sua madre, nella quale i volti erano stati risparmiati dalla mano dell’uomo; essi purtroppo si sono poi deteriorati per l’azione del tempo.

Davanti alla coppia sono ancora appena visibili Atjuia ed un’altra donna che offrono ad Horemheb due grandi coppe d’oro, una delle quali piena di un materiale bianco; dietro di loro due ragazze che suonano liuti a manico lungo e si muovono al ritmo della musica così come la ballerina quasi piegata in due.

Atjuia ed un’altra donna (a sinistra) fanno offerte ad Horemheb e a sua madre Iside (vedi sopra); dietro di loro due suonatrici di liuto ed una ballerina scatenata.

A destra dei musicisti, il registro è diviso in due sottoregistri: in quello superiore si vedono cinque alti ufficiali dell’esercito seduti su sedili pieghevoli; due servi offrono loro da bere; il piccolo sottoregistro inferiore presenta grandi giare decorate ed il testo del canto dell’arpista raffigurato sotto.

Il modesto frammento rimasto di Horemheb ed Atjuia che banchettano

Il registro superiore, che raffigurava Horemheb ed Atjuia al banchetto con i loro ospiti è quasi completamente scomparso.

I DONI AL FARAONE

Ai lati del passaggio che conduceva alla sala longitudinale vi erano due rappresentazioni speculari di Thutmose IV, un tempo complete, ora assai deteriorate: rimangono solo pochi frammenti.

In quella di destra il re sedeva sotto un baldacchino su di un trono con le gambe a forma di zampa leonina, tra le quali c’era il sema tawy, simbolo dell’Egitto unificato; davanti al sovrano si trovavano due flabelliferi ed Horemheb, che gli presentava una grande composizione floreale. Dietro il re c’era una dea protettrice.

Ricostruzione della scena nella quale Horemheb offre al Faraone una composizione di fiori e frutta, ora praticamente scomparsa tranne quel frammento nella prossima immagine.
Il frammento residuo della scena delle offerte al Faraone, che permette di apprezzarne la vividezza dei colori e i magnifici particolari.

Dietro ad Horemheb, sul più basso dei tre registri, sopravvive l’immagine dei suoi fratelli che rendono omaggio al sovrano: tutti portano composizioni floreali; il primo di essi, la cui immagine ed il cui nome vennero scalpellati dai suoi nemici, anche delle anatre; il secondo, Amenemhat, Comandante delle truppe nubiane di Sua Maestà, reca un arco con delle anatre appese; il terzo, chiamato Amenhotep, offre frutta ed un bue, ornato di ghirlande floreali.

I tre fratelli di Horemheb, il primo dei quali è stato scalpellato; rimane solo l’imponente composizione di fiori ed anatre che deve offrire al sovrano.
Il terzo fratello di Horemheb che porta con sé legato con una corda un bovino grasso riccamente ornato

Essi sono probabilmente di origine nubiana, in quanto indossano i grandi orecchini ad anello e hanno la testa rasata e treccine che dalla sommità della testa cadono sulla spalla.

Dietro di loro, un uomo tiene per le orecchie una lepre e porta un cesto pieno di uova e piume di struzzo; accanto a lui c’è uno stambecco con lunghe corna ricurve.

L’ultimo componente della sfilata di offerenti.

L’ISPEZIONE DEI CAVALLI E L’OMAGGIO DEI PAESI TRIBUTARI

Davanti al baldacchino del Faraone, protetto dalle sue Guardie del corpo che reggono grandi scudi, troviamo quattro sottoregistri.

Le Guardie del corpo di Thutmosis IV, immagine tratta dall’archivio fotografico del Museo Egizio di Torino

Il primo dall’alto è solo parzialmente intatto e mostra Horemheb, responsabile delle scuderie reali, che passa in rassegna i cavalli del sovrano, che i servi fanno sfilare in gruppi di quattro; essi sono di diversi colori e sono ornati da magnifici pennacchi di piume.

I cavalli sfilano davanti ad Horemheb

Il secondo, quasi completamente scomparso, raffigurava Horemheb che ispezionava gli archi e le spade e destinate ad equipaggiare l’esercito.

Il terzo mostra una delegazione di dodici uomini che portano brocche e vasi decorati; essa è capeggiata da due dignitari che si prostrano davanti al sovrano ed è preceduta da un trombettiere.

I siriani portano i tributi ad Horemheb e rendono omaggio alla superiorità egizia.

Si tratta di siriani, così come si deduce dalla corta barba appuntita di alcuni di loro e dal tipico abbigliamento, costituito da una gonna lunga fino ai piedi, talvolta bicolore, avvolta più volte intorno ai fianchi.

Particolare della scena con gli offerenti siriani: si notino i capelli rasati e la barbetta bionda

Il quarto registro mostra l’omaggio dei nubiani: due “malvagi principi di Kush, del vile paese di Kush”, inginocchiati a terra, rendono onore ad Horemheb ed al re e sono seguiti da servi che indossano pelli di pantera e da donne che tengono per mano dei bambini e portano i più piccoli in una cesta rivestita di pelle bovina che tengono sospesa sulla schiena con una cintura alla fronte, come già abbiamo visto nella tomba di Sobekhotep.

Le donne nubiane forse destinate a restare in Egitto come serve, portano con sé i loro bambini.

Esse hanno capelli scuri e cortissimi, collane e grandi orecchini a cerchio in argento; sono a seno scoperto ed indossano gonne lunghe, talvolta maculate, probabilmente di pelle; la loro carnagione è rossastra (colore che gli Egizi riservavano agli uomini), così come quella di alcuni bambini, mentre altri sono neri (ormai grigi, perché il pigmento è sbiadito).

Il quinto registro mostra sulla metà di sinistra due gruppi di ballerini nubiani che danzano mentre un collega dà loro il ritmo; essi hanno tutti la testa rasata, tranne tre ciocche di capelli.

Un ballerino nubiano, con la sua strana acconciatura a ciuffetti, danza per il Faraone.

L’ultima scena del corteo, solo in parte completata, mostra dei pastori che guidano una piccola mandria di bovini.

La piccola mandria che chiude la sfilata degli offerenti nubiani

IN AGGIORNAMENTO

FONTI:

https://www.osirisnet.net/…/horemheb78/e_horemheb78_01.htm

http://artehistoriaegipto.blogspot.com/…/capitulo-52…

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