Di Piero Cargnino
Come abbiamo detto nel precedente articolo, Teti fu il fondatore della VI dinastia, successore di Unas di cui (forse) aveva sposato la figlia Iput per legittimare la sua ascesa al trono. Nel suo complesso funerario furono rinvenute tre piramidi satelliti, due di queste appartenevano alle regine Iput I, che sarebbe stata la madre del futuro faraone Pepi I, e Khuit. In genere si parla poco delle piramidi, o presunte tali, delle spose reali in quanto sono considerate appunto satelliti di quella del sovrano. Gli studi effettuati da Zahi Hawass ed da altri egittologi inducono però a pensare che queste due regine abbiano rivestito un ruolo decisamente importante, tale da essere menzionate a parte.

LA PIRAMIDE DI IPUT I
A nord della piramide di Teti venne scoperto, nel 1898 dall’egittologo francese Victor Loret, un piccolo complesso piramidale che venne successivamente studiato da Firth, con l’assistenza di Gunn, e ufficialmente riconosciuto come appartenuto alla regina Iput I, le indagini sono state recentemente concluse da Hawass. Il nucleo della piramide si presenta a tre gradoni con una piccola cappella addossata alla parete nord che però non celava, come di consueto, l’accesso alla parte ipogea. Per accedere alla camera sotterranea era stato realizzato un pozzo che partiva dal livello del secondo gradone. Da ciò si deduce che in origine la tomba era stata concepita come mastaba e trasformata successivamente in piramide dopo l’incoronazione di Pepi I. Questa trasformazione successiva fa nascere il dubbio che suo figlio Pepi I non fosse inizialmente considerato legittimo erede al trono. All’interno della camera funeraria si trovava un sarcofago in calcare ed uno ligneo contenente i resti di una donna matura. Altri elementi del corredo funebre furono rinvenuti tra cui cinque (?) vasi canopi in calcare, un poggiatesta in alabastro, una tavoletta di alabastro con il nome dei sette unguenti sacri, un bracciale d’oro, ancora al braccio della regina, frammenti di una collana, vasetti di alabastro ed altri oggetti di rame. Furono inoltre rinvenuti alcuni vasetti di ceramica rossa lucida ed un calice in cristallo di rocca. Tutti questi reperti sono ora conservati al Museo Egizio del Cairo. Un’ulteriore testimonianza dell’importante ruolo che dovette ricoprire la regina Iput I viene da una cappella funeraria, eretta per lei a Koptos, importante crocevia di commercio nonché centro di culto di Min, il dio dell’abbondanza.



LA PIRAMIDE DI KHUIT
Sempre a nord della piramide di Teti, vicino a quella di Iput I, si trovano le rovine di una costruzione della quale non si sa con certezza se trattasi di una piramide minore o dei resti di una mastaba. Victor Loret, che la scoprì nel 1898 era del parere che non si trattasse dei resti di una piramide. Nel corso degli anni ’60, Maragioglio e Rinaldi, che effettuarono analisi architettonico-archeologiche di una parte dei resti della costruzione, si espressero invece a favore del fatto che si trattasse proprio della piramide di Khuit. I resti di opere murarie esistenti sono stati considerati da alcuni egittologi come rovine di un piccolo tempio funerario, da altri invece come luogo di culto di una mastaba. Gli scavi effettuati in loco da Zahi Hawass nel 1995 hanno identificato per l’edificio i caratteri tipici di una piramide. L’ultima dimora della sposa reale Khuit, ed il suo sarcofago di granito rosa, ha detto Hawass, dimostrano che la regina Khuit, (come Iput I), abbia ricoperto un ruolo importante, (e se lo dice Hawass…….).
Fonti e bibliografia:
- Miroslav Verner, “Il mistero delle piramidi”, Newton & Compton, 1997
- Riccardo Manzini, “Complessi piramidali egizi”, Vol VII, Necropoli di Saqqara nord, Kemet, 2016