Antico Regno, Piramidi

LE MOGLI DI PEPI I

A cura di Piero Cargnino

La vasta necropoli di Saqqara copre un’area di circa 7 × 1,5 km per complessivi nove chilometri quadrati. Viene convenzionalmente suddivisa in quattro aree principali: Saqqara Nord dove sono ospitate gran parte delle cosiddette tombe arcaiche risalenti alla I dinastia, l’Area Principale dove si trova il complesso di Djoser con la sua piramide a gradoni, il Serapeum, il sepolcro dei tori Apis con i suoi colossali sarcofagi e numerose altre tombe, in ultimo l’area di Saqqara Sud in cui sono ubicati i complessi di Pepi I e Pepi II, (VI dinastia), e Ibi, (VIII dinastia). Di fatto la necropoli di Saqqara non venne più utilizzata a partire dal Primo Periodo Intermedio anche se in realtà alcuni faraoni e dignitari successivi non disdegnarono di farsi costruire qui la propria tomba, tra di esse c’è quella che il faraone Horemheb, (XVIII dinastia), si fece costruire prima di salire al trono. Si incontrano poi altre sepolture che risalgono anche al periodo greco-romano. Ed è proprio nell’area di Saqqara sud che, accanto alla sua piramide, il faraone Pepi I fece erigere i complessi funerari di alcune sue consorti regine. Come detto in un precedente articolo Pepi I prese almeno sei mogli, (in realtà furono parecchie di più ma queste sei sono le “regine” delle quali fino ad oggi sono stati rinvenuti i loro complessi funerari). Il numero delle mogli non deve stupire, molti faraoni possedevano degli harem decisamente più numerosi. L’egittologo Miroslav Verner, nel suo libro “Il mistero delle Piramidi”, (sempre citato in fonte), ci descrive queste sei, andando però a cercare tra le varie notizie di egittologia che vengono periodicamente pubblicate apprendo che ne emergono sempre di nuove dagli scavi della missione franco-svizzera guidata dal prof. Klumber. Dagli scavi che sono tutt’ora in corso nella zona a sud-ovest della piramide di Pepi I, a partire dal 2017, ne sono state scoperte ben nove. In attesa di notizie più precise per ora mi attengo al testo citato. Come abbiamo già visto molti faraoni fecero erigere accanto alla propria, piramidi più piccole dedicate a mogli o madri, basti pensare a Cheope, Micerino, ecc. Ma allora vi chiederete, perché trattiamo in modo diverso queste sei mogli di Pepi I?. La ragione è molto semplice, mentre i suoi predecessori facevano erigere piccole piramidi per le regine, Pepi I per le sue sei fece erigere dei veri e propri complessi piramidali ciascuno con il suo tempio funerario e, per alcune, addirittura la piramide cultuale. Il perché di questo comportamento ovviamente non ci è noto. Non tutte sono ancora state studiate a fondo. Andiamo dunque a farci un giro nel complesso piramidale di Pepi I dove i reperti più significativi sono le piramidi delle sue regine. Queste piramidi appartengono a: Nebuunet, Inenek-Inti, Meritites IV, Ankhesenpepi II e Ankhesenpepi III, Mehaa con una tomba appartenente a suo figlio Hornetjerikhet a nord, Behenu, Reherichefnakht, una, piramide sul lato occidentale, rimane anonima. Procediamo dunque nell’ordine che le cita Verner, la prima è quella della regina  Nebuunet.

LA PIRAMIDE DI NEBUUNET

Quello di Nebuunet è il complesso situato più ad oriente di tutte le tombe reali, (anche se pare che più ad est ne esista un altro non ancora trovato). Al complesso si accedeva dal cortile, a nord della piramide di Pepi I, attraverso una  porta in pietra calcarea dalla quale si accedeva ad un’anticamera da cui si poteva raggiungere il cortile che circonda la piramide ed a un piccolo tempio funerario oggi ridotto a poche rovine dalle quali emerge però una sala delle offerte ed una sezione di muro di circa 1 metro di spessore che sono un po meno rovinati. La sala ci presenta ancora alcuni frammenti di sculture che si sono conservati dove Nebuunet compare con dei leoni su un podio di fronte a una dea che regge un scettro ankh. Dell’intero impianto che comprendeva la piramide ed un tempio funerario oggi non è rimasto molto, è comunque stato possibile ricostruirne la pianta anche se a grandi linee. La piramide era costruita con blocchi di calcare, aveva una lunghezza di base di circa 20,96 metri e un’altezza massima di 21 metri. Il suo ingresso si trova nel pavimento della cappella nord e si passa attraverso una porta di pietra calcarea, che guarda la piramide di Pepi I.

La porta è stata quasi completamente rimontata da componenti riscoperti. Da qui ci si immette in un cunicolo discendente che dopo un breve tragitto si trasforma in un passaggio orizzontale attraverso una specie di vestibolo. Ogni stipite della porta ha un’immagine completa della regina che la ritrae come una donna snella, con indosso una parrucca che le incornicia il viso, dotata di un fodero e una grande collana che le penzola intorno al collo. In una mano tiene un fiore di loto dal quale respira il suo profumo, mentre l’altra è sollevata dietro di lei. Il suo nome e il suo titolo sono incisi sugli stipiti: “la moglie del re, la sua amata, Nebuunet”. Sulla parte superiore dello stipite, sotto il geroglifico del cielo, un falco reale ad ali spiegate stringe un ankh puntato verso un cartiglio recante il nome di Pepi I, esso stesso parte di un’unità di tre colonne di testo. Prima dell’ingresso alla camera funeraria, si trovava un’unica saracinesca in granito rosa. La camera, orientata in senso est-ovest aveva il soffitto piatto. La sottostruttura ha lo stesso layout che troveremo nella piramide di Inenek-Inti, con la differenza che il suo sarcofago era fatto di granito rosa, piuttosto che grovacca. Alcuni frammenti di alabastro con resti di iscrizione in geroglifico che non forniscono alcuna spiegazione sono le uniche cose trovate all’interno della camera. A est della camera funeraria c’era un piccolo serdab che conteneva frammenti di corredo funerario tra cui un peso da telaio cilindrico in legno e una piuma di struzzo, potenzialmente rappresentanti le piume di Maat, ed altri resti di oggetti privi di significato. In una cappella poco più a nord, realizzata semplicemente in mattoni crudi, fu scoperto un frammento di altare in calcare.

LA PIRAMIDE DI INENEK-INTI

Al secondo posto Verner ci propone, la seconda regina  Inenek-Inti. Inenek-Inti era una moglie di Pepi I, vantava anche il titolo di visir. Ricopriva inoltre, cosa rara nell’antico Egitto, il ruolo di architetto e costruttore, il faraone Pepi I, come detto in precedenza, affidò alla consorte la costruzione del suo monumento funerario dove, su alcuni blocchi, compaiono i titoli di Inenek-Inti tra cui quello di architetto. Forse fu anche suo il progetta di quella che sarebbe diventata la sua tomba, (questo non lo sappiamo).

La piramide di Inenek-Inti aveva i lati di 21 metri con un’area che corrisponde a 1/14 di quella della piramide di Pepi I ed un volume corrispondente a 1/10. Sia la piramide di Inenek-Inti che il suo tempio funerario sono di dimensioni maggiori di quello della regina Nebuunet e si trova racchiusa all’interno di un muro spesso 1,5 metri. Per accedere alla piramide si transita attraverso una cappella posta sul lato nord quindi si scende per un passaggio discendente attraverso il quale si giunge in un vestibolo che si apre sul corridoio principale. Nel corridoio è presente una saracinesca in granito superata la quale si giunge alla camera sepolcrale che si trova proprio sotto l’asse verticale della piramide, poco più a est si trova un serdab.

All’interno della camera, sul lato ovest si trova il sarcofago in grovacca. L’intera camera si presenta in completa rovina, dagli scavi sono emersi frammenti di corredo funerario, pezzi di pietra di vari colori oltre a diversi contenitori sigillati in pietra calcarea che sarebbero stati adibiti a contenere le provviste funerarie. Lungo i lati nord, est e sud della piramide si estendono tutta una serie di fabbricati con il tempio funerario che risulta piuttosto angusto. All’entrata del tempio si trovano due pilastri in granito che costituiscono la porta, su di essi compare la regina che, seduta, respira il profumo di un fiore di loto, il suo nome Inenek-Inti è inciso presso di lei. Due obelischi di calcare grigio svettano all’entrata del complesso templare, su di essi è raffigurata la regina stante, anche qui, oltre ai suoi titoli compaiono i suoi nomi, su di uno è chiamata Inenek e sull’altro Inti. Il tempio si compone di una sala e un cortile a pilastri a nord-est. Nel cortile verso est è presente la sala delle offerte ed una stanza con tre nicchie con statue. Sui lati nord e sud insistono dei magazzini mentre più verso sud-est si trova una piccola piramide di culto con i lati di base di 6 metri

LA PIRAMIDE OCCIDENTALE

Spostiamoci di poco ad ovest della piramide di Inenek-Inti per incontrare la piramide anonima cosiddetta “Occidentale”. Non conosciamo il nome della proprietaria, l’unico accenno alla sua identità si trova su un obelisco di fronte alla sua piramide dove viene indicata solo come “la figlia maggiore del re”. Fu la prima delle piramidi delle regine ad essere portata alla luce nel 1988 dalla Mission archéologique française de Saqqâra/Mission archéologique franco-suisse de Saqqâra (MAFS). Si presenta con una lunghezza dei lati di base di 20 metri, come quella di Nebuunet, mentre le rovine raggiungono oggi l’altezza di solo 3 metri. Dalla parete nord, attraverso un breve cunicolo si accede alla camera funeraria situata sotto l’asse verticale della piramide, mentre il serdab è situato stranamente a sud della stessa camera funeraria invece che a est. Al suo interno vennero ritrovati resti di attrezzature funerarie, pesi di legno e piume di struzzo, ami da pesca in rame e vasi di argilla cotta, nulla indicava il nome del proprietario. Sono stati trovati anche i resti di un tempio funerario, che denota la fretta con cui venne costruito, una piccola sala per le offerte ed una stanza con due nicchie di statue. Sono presenti alcuni frammenti di rilievi che raffigurano scene di processioni e un cartiglio incompleto del nome di Pepi I.

LA PIRAMIDE DI MERITITES IV (MERITITE)

La posizione di questa regina è alquanto incerta, Inizialmente creduta moglie di Pepi I, oggi si propende per credere che sia stata una figlia del sovrano, la conferma di ciò starebbe nel suo titolo “Figlia del Re, del Corpo di Pepi Mennefer” ed in realtà moglie di Pepi II Neferkare. Forse fu anche sposa di suo padre, era infatti una pratica usuale quella di sposare le proprie figlie non con lo scopo della procreazione ma per elevare la principesse alla dignità regale (caso che si riscontra nelle numerose figlie di Ramesse II). Un indizio che ci porta in quella direzione lo troviamo nel nome stesso della principessa, infatti Meritites significa “L’Amata del Padre”. Meritites IV poteva vantare numerosi titoli quali: “Grande dello scettro hetes”, “Colei che vede Horus e Seth”, “Grande delle lodi”, “Moglie del Re”, “Moglie del Re, la sua amata”, e “Compagna di Horus” oltre al titolo citato sopra. La sua piramide si trova immediatamente a sud della anonima “Piramide Occidentale” ed i suoi lati di base misurano 21 metri. L’accesso al complesso avviene da nord-est tramite un lungo corridoio collegato dalla strada che immette nel cortile. La parte ipogea è decorata ed il titolo principale è riportato a metà delle pareti della camera. All’interno sono stati rinvenuti frammenti lignei, probabilmente facenti parte di una cassa adibita a contenere i vasi canopi, sui quali erano riportate formule tratte dai Testi delle piramidi. All’esterno si trova un cortile con cinque colonne sulle quali sono registrati i suoi titoli ed una sua immagine. Nel 2007, la piramide di Meretites IV era stata completamente restaurata.

LA REGINA  ANKHESENPEPI II (ANKHESENMERYRE II O ANKHENESNEFERIBRA)

Nel 1997 una missione francese trovò un blocco di granito vicino all’angolo sud della piramide di Pepi I sul quale compariva il nome di Ankhesenmerire, (o Ankhesenpepi, nome acquisito con il ruolo reale).  Ankhesenpepi II,  moglie di Pepi I e madre del successore di questi Pepi II, (fu pure moglie di Merenra I successore di Pepi I) rivestì un ruolo sociale e religioso di eccezionale importanza. +

Nella tomba della figlia Neith, moglie di Pepi II, si trovava un luogo per il culto di  Ankhesenpepi II (Ankhesenmerire) definito come “sacrario” dove i sacerdoti addetti erano chiamati “Servitori della divinità”, questo era un privilegio che spettava solo ai faraoni. Questa regina, racconta Manetone, divenne reggente al posto di suo figlio che aveva appena sei anni. Una statuetta di alabastro, conservata al Museo di Brooklyn, raffigura la madre con il figlioletto in grembo.

La conferma della sua reggenza la troviamo in una incisione nella roccia dello Uadi Maghara nel Sinai, databile a quell’epoca, che la raffigura con indosso il copricapo attillato e l’uraeus sulla fronte, cosa veramente rara per l’Antico Regno, (se si trascura la più antica rappresentazione della regina Khentkaus II con l’uraeus trovata ad Abusir).

La piramide di Ankhesenpepi II si trova a sud-ovest della piramide di Meritites IV, nell’angolo sud-occidentale del complesso. Con una lunghezza di base di 31,4 metri, è la piramide più grande del complesso dopo quella di Pepi I. Il tempio funerario esterno fu costruito su un asse nord-sud. A ovest una serie di ventuno magazzini disposti a pettine, ed a sud un ampio cortile con due porte. La porta sud-est conduce al modello interno, o privato. La porta sud-ovest conduce alla parete nord della piramide. Sulla parete nord della piramide, sono stati trovati resti di una cappella larga 4,2 metri. La sottostruttura della piramide è stata scoperta piena di sabbia e detriti, ma una volta ripulita ha rivelato una grande camera sepolcrale di 7,34 metri (est-ovest) per 3,15 metri (nord-sud) . A est c’era un serdab privo di iscrizioni.

La camera funeraria della piramide di Akhesenpepi II contiene un massiccio sarcofago in basalto finemente lavorato che venne trovato colmo di detriti e sabbia. Il corpo del sarcofago è lungo 2,84 metri e largo 1,27 metri. Aveva un coperchio, trovato frammentato in quattro pezzi, che sembra essere stato realizzato con un materiale diverso dal corpo del sarcofago. Il titolo della regina appare sul sarcofago e sul coperchio identificandola come “La madre del re e figlia di Geb e Nut”.

Durante l’evacuazione del sarcofago sono stati recuperati frammenti ossei del braccio, della gamba e del piede. Questi sono stati identificati come appartenenti a una femmina adulta matura che doveva soffrire di artrosi. La cosa che più sorprese gli egittologi fu quella di trovare le pareti della camera interamente ricoperte con i testi delle piramidi, usanza che solo ad essi era riservata. Con ciò viene confermata ancora di più l’ipotesi che  Ankhesenpepi II abbia regnato come reggente per parecchio tempo.

Nel tempio del complesso funerario di Ankhesenpepi II, nel 1998 è stato scoperto un blocco decorativo con i cartigli di Pepi I, Pepi II e Merenre I. I primi due cartigli erano facilmente spiegabili: Pepi I era il marito di Ankhesenpepi II e Pepi II era suo figlio. Il terzo, quello di Mererenre I, rimase inspiegabile fino a quando un anno dopo non fu trovato un secondo blocco decorativo danneggiato nel cortile a pilastri sul quale erano riportati i titoli della regina Ankhesenpepi II che la identificavano come la moglie di Merenre I.

Secondo Labrousse, Ankhesenpepi II si risposò con Merenre I, suo nipote, dopo la morte di Pepi I. Durante gli scavi della missione franco-svizzera guidata dal prof. Klumber fu ritrovato il piramidion in granito rosa appartenente alla piramide di Ankhesenpepi II, dalle accurate analisi cui venne sottoposto emersero tracce che inducono a pensare che in origine doveva essere ricoperto interamente da una lastra di oro o di rame per risplendere ed essere visibile da lontano.

Nelle vicinanze sono ancora in corso scavi che riportano alla luce sempre nuovi monumenti funerari dei quali non se ne conosceva l’esistenza. Recentemente sono stati portati alla luce frammenti di un rilievo con iscrizioni che riportano il nome di un’altra regina fin’ora sconosciuto. Un nome che suona un po’ esotico Nedjeftet che significa “Colei che proviene da un albero di melograno”. L’albero del melograno era il simbolo di due Nomoi dell’Alto Egitto, il XIII ed il XIV, cosa che ci lascia supporre che la regina Nedjeftet provenisse da quelle zone. Se così fosse si potrebbe supporre che la politica matrimoniale di Pepi I avesse come scopo quello di aumentare il suo controllo su quelle parti del paese dove maggiormente il potere locale stava eccessivamente crescendo

Un’altra donna della casata di Pepi I che ha trovato posto nelle vicinanze della sua piramide è la figlia di suo figlio  Merenre I Nemtyemsaf, che diventò regina andando in sposa al proprio fratello o fratellastro Pepi II. Intorno si trovano altre piramidi, quella di Mehaa e quella “intrusa” di  Reherichefnakht di cui parleremo in seguito.

LA REGINA  ANKHESENPEPI III

Recentemente è stato scoperto il suo complesso funerario vicino all’angolo sud-ovest della piramide di Pepi I. Il suo nome significa “La sua Vita appartiene a Pepi” e per non farsi mancare niente poteva vantare tra i suoi titoli quelli di: “Sposa del Re”, “Sorella del Re” e “Figlia del Re”. La sua piramide si trova a nord della piramide di Ankhesenpepi II ed a sud-ovest di quella di Mehaa. Il suo complesso è il più piccolo della necropoli di Pepi I. Schiacciato a sud dal tempio funerario di Ankhesenpepi II, a est e a nord da una spianata che probabilmente conteneva strutture di culto. Sulla spianata del lato nord, come vedremo più avanti, si trova una piramide che non ha nulla a che vedere con il complesso di Pepi I, risale probabilmente alla fine della XI dinastia ed appartiene ad un individuo chiamato Reherichefnakht che non era neppure membro della famiglia reale. Al complesso funerario di  Ankhesenpepi III si accede dall’angolo nord-est della parete nord dove due obelischi ne indicano il passaggio. Sul lato orientale della piramide si trova il tempio funerario formato da due stanze attraverso le quali si raggiunge la sala delle offerte. Spostata leggermente verso sud, al centro di un piccolo cortile, si trova una piccola piramide cultuale, accanto al muro di cinta sono emersi alcuni frammenti di un papiro che riportava un decreto di Pepi II in onore di Ankhesenpepi III. La piramide di Ankhesenpepi III ha i lati di base lunghi 15,72 metri, nella parte ipogea la camera funeraria della piramide si presenta gravemente danneggiata. Al suo interno si trovava il sarcofago, ricavato da un unico blocco di arenaria, molto danneggiato e incassato nel pavimento, il coperchio di granito rosa si presenta rozzamente lavorato. Le pareti del sarcofago sono dipinte a facciata di palazzo. Su di esso sono stati incisi il nome e i titoli di Ankhesenpepi III e al suo interno conteneva frammenti ossei. Nella parte ovest del complesso è presente una sovrastruttura in mattoni di fango, nei pressi c’è un pozzo che conduceva a una camera con soffitto a volta, attraverso la camera si poteva accedere ad un’altra camera funeraria in calcare decorato. Qui fu sepolta Ankhnes, sacerdotessa di Hathor di Ankhesenpepi III. All’interno è stata rinvenuta una statuetta in legno di 38 cm rappresentante Ankhnes e cinque manici di specchio in legno decorato.

MEHAA, LA REGINA SCONOSCIUTA

Poco più a nord-ovest della piramide di Ankhesenpepi III si trova la piramide di un’altra regina, meno conosciuta, Hornetjerikhet Mehaa. Nonostante appartenga un po’ all’oblio, la sua piramide è più grande di quella di Ankhesenpepi III.

Moglie di Pepi I, anche se quasi del tutto sconosciuta, il suo nome ci è noto solo per esserci pervenuto tramite documentazione scritta. Della piramide al momento non si conosce nulla. Di fronte alla sua piramide c’è un edificio sul quale compare il nome e l’immagine del principe Hornetjerikhet, figlio di Pepi I.


Sicuramente Pepi I di mogli ne aveva molte di più ma non a tutte riservò l’onore di giacere nel suo complesso funerario, per completare la visita del complesso non trascuriamo l’ultima regina che riposa accanto a lui. Vedremo poi anche la piramide intrusa della quale abbiamo accennato in precedenza e che non ha nulla a che vedere con il faraone Pepi I.

LA REGINA BEHENU

Non è ancora chiaro se questa regina fosse la moglie di Pepi I o di Pepi II, ma sicuramente faceva parte della famiglia reale visto l’onore ricevuto. Nel 2007, la squadra di archeologi francesi che  lavora a Saqqara dal 1989, ha trovato i resti della piramide e la camera sepolcrale della regina Behenu. Ad annunciarlo è stato lo stesso Zahi Hawass, Segretario generale del Consiglio supremo delle antichità (SCA).

La piramide si trova ad ovest di quella di Pepi I, direttamente a nord della piramide di Mehaa. I lati di base misurano 26,2 metri che ne fanno la seconda piramide delle regine per grandezza nella necropoli dopo quella di Ankhesenpepy II. Il tempio funerario è completamente in rovina ma da alcuni frammenti si è potuto risalire al nome della regina che corrisponde a quello ritrovato su altri frammenti di testi rinvenuti in precedenza intorno alla tomba di Reherichefnakht, si pensa che provengano dalle camere della piramide. La camera sepolcrale, afferma Hawass, si trova in uno stato di completa distruzione tranne due pareti interne su cui sono stati rinvenuti i resti di testi delle piramidi. L’egittologo Philippe Collombert, dell’Università di Ginevra, capo della missione, così descrive il  sarcofago della Regina:

Il sarcofago in granito risulta essere ben preservato e su di esso è inciso il nome della Regina con diversi titoli che le vengono attribuiti, ma non viene detto niente riguardo l’ identità di suo marito”.

Il sarcofago presenta le pareti dipinte in nero e rosso imitando la classica facciata di palazzo con il testo inscritto sopra. Per la sua composizione il sarcofago secondo gli egittologi è un oggetto molto raro, costruito in granito rosa è poggiato su su una base nera. I geroglifici dipinti sulle pareti hanno conservato alcuni frammenti di vernice verde e sono tracciati entro linee dipinte di nero e rosso che separano i registri verticali.

Il recinto presenta una porta che da accesso al vestibolo, da qui un’altra porta da sul cortile nell’angolo nord-ovest. Dal cortile sul lato sud-est attraverso una porta si accede ad un altro vestibolo composto da due stanze comunicanti. Sul lato nord si estende un lungo corridoio privo di finestre, mentre sul lato occidentale ci sono dieci magazzini. Dal cortile, attraverso una porta, si accede ad un tempio interno, mentre una serie di stanze si susseguono in direzione nord-sud; tra queste si trovano una stanza senza finestre, il serdab per la statua della regina e la sala delle offerte. Sul lato sud-est, al centro di un piccolo cortile si trova una piccola piramide di culto di 5,5 metri di lato di base. Tra le rovine del tempio è stata rinvenuta la testa di una statuetta della regina Behenu rappresentata con una parrucca. Nei pressi del monumento si trovava un tavolo dal quale è stato possibile identificare una figlia di Behenu di nome Hapi.

LA REGINA REHERISHEFNAKHT

Come abbiamo già accennato, durante gli scavi nel 2004, all’interno del complesso di Pepi I è spuntata la piramide di un intruso. In uno spazio abbastanza ristretto con a nord la piramide di Behenu, a sud quella di Ankhesenpepi III e ad est quella di Mehaa è stata rinvenuta una piramide sconosciuta, risalente probabilmente alla fine dell’undicesima dinastia che non ha nulla a che vedere con il complesso delle regine mogli di Pepi I. La piramide ha un lato di base di 13,12 metri ed è interamente costruita con blocchi di calcare probabilmente recuperati dai monumenti vicini. All’interno della piramide sono stati trovati resti di stele, tavoli per offerte, fermaporta e un’architrave e su alcuni sono scritti dei nomi. La cosa che più ha sorpreso gli archeologi è che su un reperto era riportato il nome di una moglie di Pepi I precedentemente sconosciuta, Sebutet. La parte ipogea si compone di un pozzo attraverso il quale si raggiunge la camera sepolcrale, questa è rivestita con lastre di pietra, su una delle quali è riportato il nome del proprietario, Reherichefnakht. La camera si presenta riccamente decorata, sulle pareti sono incisi i testi delle piramidi, limitatamente alle formule 214-217, mentre il sarcofago riporta il testo 335 dei sarcofagi. La scoperta è tanto più interessante in quanto, che in una tomba non reale, compaiano ambedue i testi è significativo di un collegamento tra l’Antico e il Medio Regno.

Fonti e bibliografia:

  • Aidan Dodson & Dyan Hilton, “The Complete Royal Families of Ancient Egypt.”, Thames & Hudson, 2004
  • Allen James P. “La piramide testi antichi egizi”, Society of Biblical Literature,  Atlanta 2015
  • Altenmuller Hartwing, “Antico Regno: Sesta Dinastia”. Oxford University Press, 2001
  • Hellum Jennifer, “Le piramidi”,  Westport, CT: Greenwood Press, 2007
  • JoyceTyldesley, “Chronicle of the Queens of Egypt.”, Thames & Hudson. 2006
  • Miroslav Verner, “Il mistero delle piramidi”, Newton & Compton, 1997
  • Hellum Jennifer, “Le piramidi”,  Westport, CT: Greenwood Press, 2007
  • Mark Lehner, “Le piramidi complete”, New York: Tamigi e Hudson, 2008
  • Richard H. Wilkinson, “I templi completi dell’antico Egitto”, New York: Tamigi e Hudson, 2000
  • Missione archeologica franco-svizzera di Saqqâra, “Necropole de Pépy premier”, 2016 Wolfram Grajetzki, “Ancient Egyptian Queens: A Hieroglyphic Dictionary”, Golden House Pubns, 2005

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