Iconografia

WADJET

LA SIGNORA DELLA FIAMMA

A cura di Luisa Bovitutti

Wadjet, chiamata anche Buto o Uto, rappresentava la fertilità del suolo ed era la dea cobra predinastica, divinità locale della città di Per-Uadjet; in seguito divenne la protettrice del Basso Egitto e del sovrano ed insieme alla dea tutelare dell’Alto Egitto, l’avvoltoio Nekhbet, simboleggiava le Due Terre riunite nel nome del re. Quando le due divinità si fusero, a Wadjet crebbero le ali e la sua corona rossa si convertì in quella doppia.

Si riteneva avesse piantato le prime piante di papiro, facendole prosperare nelle paludi del delta del Nilo, e tra i suoi titoli c’è Weret-Hekau, che significa “Grande della Magia” e veniva regolarmente invocata per proteggersi dai demoni e dalla sfortuna. In alcuni miti, ella era indicata come figlia di Atum e più tardi di Ra, e come moglie di Hapi, la divinità del Nilo e venne rappresentata in epoca predinastica come un cobra attorcigliato attorno ad uno stelo di papiro; in seguito come una donna con la testa di cobra o un cobra con la testa di donna, o ancora come una donna con la corona rossa.

Tomba di Nefertari – Valle delle Regine
Dalla tomba di Tutankhamon – Museo del Cairo

Con il tempo Wadjet perse importanza e divenne un accessorio di altre divinità con funzione protettiva: la sua rappresentazione più comune era quella di Occhio di Ra o Occhio di Horus (anch’esso chiamato Wadjet o Udjat, che vedremo in un successivo post), ma apparve anche attorno al disco solare di alcune divinità come Ra; sul diadema che cingeva la fronte del re assumeva la forma di un uraeus, ossia di un cobra eretto con il disco solare sulla testa, in grado di soffiare fuoco sui suoi nemici, tanto che era chiamata “signora della fiamma”.

Il suo oracolo, famoso in tutto il paese, si trovava nel tempio di Per-Ouadjet (Buto, nel nord del Delta) dedicato al suo culto ed oggi in completa rovina; ogni anno in quella città si teneva una festa in onore della divinità. Nell’epoca tarda (XXVI dinastia – 664-525) fu rappresentata in una serie di bronzi come una donna leontocefala con il disco solare e l’uraeus e fu identificata con la dea Bastet e più tardi ad Iside; nel medesimo periodo ella venne anche stranamente associata all’icneumone (mangusta egiziana), abile nell’uccidere i serpenti e sacro a Horus.

Tempio di Edfu – Wadjet e Nekhbet proteggono Tolomeo IX

Amuleto appartenente al corredo funerario di Tutankhamon – Museo del Cairo

Gli egizi collocavano nelle tombe statuette di Wadjet contenenti icneumoni e topiragno mummificati, che rappresentavano il giorno (icneumone) e la notte (toporagno). La dea aveva una personalità duplice: sotto forma di ureus era terribile, ma poteva anche essere benevola e protettrice delle partorienti, in quanto aveva aiutato Iside a crescere Horus, nascosto dalla madre nelle paludi dopo l’uccisione di Osiride ad opera di Seth per tenerlo al sicuro dal malvagio zio fino a quanto non sarebbe stato pronto per vendicare suo padre.

Uraeus – Nuovo regno/Terzo periodo intermedio – 18th-21st Din. 1550-945 a. C. – Bronzo con inserti in vetro – Walters Art Museum, Baltimora.
Foto di Mary Harrsch

FONTI:

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