A cura di Grazia Musso
Sappiamo che unitamente alla corrispondenza intercorsa tra Ramses II e il sovrano hittita Khattushili III ( 1265-1237) è che ha portato alla stesura del celebre trattato di pace, anche tra le regine, l’egizia Nefertari e la hittita Pudukhepa, fu scambiata una ricca corrispondenza.
Pudukhepa sposò Khattushili verso il 1265 a. C.. Ultima regina hittita di cui ci sia giunta notizia, essa mantenne il ruolo di Regina Regnante anche durante l’intero periodo del regno del figlio Tudhaliya IV ( 1237 – 1209), e morì in tarda età, nel regno del nipote Shubbiluliuma II. È considerata la più importante figura femminile della storia hittita, in campo politico e spirituale.
Segno di questo peso politico è il fatto che il suo sigillo compariva anche sulla tavoletta d”argento contenente la versione hittita del trattato di pace tra Ramses II e Khattushili III, che la cancelleria del regno anatolico aveva fatto consegnare al faraone egizio.
Nel 1906, grazie agli Scavi condotti dall’archeologo tedesco Hugo Winckhler ( 1863 – 1913) a Boghazkoi, rivelatasi poi essere stata l’antica capitale hittita Hattusha, presso l’ansa del fiume Halys, in Anatolia, vennero alla luce migliaia di tavolette d’argilla cotta. Molte di queste erano incise con caratteri cuneiformi ma in un linguaggio ancora sconosciuto : la lingua hittita. Sarà l’assirologo ceco Bedrik Hozny (1879 – 1952), tra il 1914 e il 1917, che riuscirà a decifrare e tradurre la lingua hittita, risultata essere una lingua indoeuropea.
Una di queste tavolette contiene una lettera scritta dalla regina Nefertari alla regina hittita Pudukhepa nella quale, con un linguaggio molto formale, viene ribadito lo stretto legame di amicizia esistente tra le due famiglie regnanti.

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