A cura di Andrea Petta
Oro, lapislazzuli e pasta vitrea, Museo Egizio del Cairo JE 72171 – Foto Christoph Gerigk
Un piccolo capolavoro racchiuso in 19 x 8 cm ritrovato sulla mummia di Shashonq II.
Sotto una striscia in lapislazzuli che rappresenta il cielo (Gardiner N1 “pt”) ed ornata da 14 stelle in oro (una purtroppo andata persa) una barca solare in oro attraversa il mondo ultraterreno.
Due falchi reali con la doppia corona dell’Alto e Basso Egitto, realizzati da una spessa lamina d’oro massiccio, sormontano il cielo e forniscono l’aggancio alla collana.
Uno stelo di loto (a sinistra) ed uno di papiro (a destra), entrambi in oro, fanno sbocciare i propri fiori in pasta vitrea blu e rossa, e contemporaneamente sostengono il cielo sopra di loro.
La barca solare al centro, in oro, reca un disco solare in lapislazzuli protetto ai lati da Hathor e Ma’at con le ali spiegate e da due composizioni dei simboli “udjat”, “nefer” e “neb”, tutti intarsiati di lapislazzuli.
Il disco solare stesso è cesellato in rilievo con una scena in cui è rappresentata la dea Ma’at in piedi di fronte ad Amon-Rê-Horakhty, seduto sul trono celeste. Maat, custode dell’ordine cosmico, alza le mani in segno di adorazione al dio. Indossando due piume di struzzo, tiene la croce ‘ankh‘ in una mano e lo scettro ‘was‘ nell’altra.
La barca “naviga” su un mare primordiale in lapislazzuli in cui le strisce a zig-zag in oro simboleggiano le onde; al di sotto un fiore di papiro con petali in oro e lapislazzuli ed un bocciolo di loto in oro e turchese erano ripetuti cinque volte – ma i due di sinistra sono andati persi.
Le estremità della barca poggiano su due placche d’oro con un’iscrizione che recita:
“Amon-Rê Horakhty percorre ogni giorno il cielo per proteggere il grande capo dei Me (shouesh), il grande dei grandi Sheshonq, giustificato, figlio del grande capo dei Me (shouesh) Nimlot.” (Nota: su questa iscrizione si basano alcune delle congetture sulla genealogia di Sheshonq II che abbiamo visto).
Il pettorale apparterrebbe quindi a Sheshonq I e sarebbe un cimelio di famiglia che ha accompagnato Sheshonq II nel suo eterno viaggio.

Fonti:
- Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951)
- Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)
- Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987
- Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti