A cura di Andrea Petta
Oro, pasta vitrea e pietre dure; 16.5 x 18 cm, Museo Egizio del Cairo JE 72170
Questo pettorale, che ricorda la forma di un naos o di un piccolo tempio, è formato da una spessa lamina d’oro con un castone al centro che ospita uno scarabeo in pietra dura, di colore verde a sottolineare il significato di rinascita.
Intorno ad esso, sulla parte frontale sono cesellate due ali piumate sorrette da Iside (a destra) e Nephti (a sinistra).Lo scarabeo “spinge” davanti a sé un cartiglio con il prenomen di Sheshonq II (Hekakheperre Setepenre) verso un disco solare alato con due urei, e trascina con le zampe posteriori un secondo cartiglio con il nomen (Sheshonq Meriamon).

Questa scena centrale è inserita all’interno di una cornice formata dall’alternanza di riquadri d’oro e pasta vitrea scura, al di sopra della quale un cornicione a cavetto è decorato con la figura di un secondo disco solare alato simile al primo.
La parte posteriore della placca è completamente d’oro ed è incisa con la stessa decorazione visibile sulla parte anteriore dell’amuleto.
Il pettorale è agganciato ad una collana d’oro per mezzo di due anelli fissati sul retro della cornice superiore.
Le figure in oro delle due dee Iside e Nephti, il disco solare e i cartigli sono stati realizzati separatamente e saldati alla piastra. La decorazione è stata eseguita con la tecnica del cloisonné egiziano, con sottili fili d’oro che formano piccole “celle”, riempite con pasta vitrea verde scuro, per creare le ali piumate dello scarabeo e dei due dischi solari.


Nephti e Iside (particolare)
Sulla base dello scarabeo è inciso il capitolo 30B del Libro dei Morti in cui il defunto spera che il suo cuore non testimonierà contro di lui durante il giudizio finale alla presenza di Osiride.
“Parole dette dal re Osiride Sheshonq, amato da Amon: “Oh mio cuore, cuore di mia madre (bis), cuore delle mie trasformazioni, non insorgere contro di me come testimone. Non sopraffarmi nel tribunale divino. Non essere separato da me di fronte alla bilancia (nota: riferimento alla psicostasia). Tu sei il mio Ka che è nel mio grembo; il Khnum che ha reso il mio corpo completo. Possa tu arrivare al bene dove ci dirigiamo. Assicuriamoci che il nostro nome non sia sgradito (letteralmente: non puzzi di pesce) a corte. Le azioni degli uomini sono ricchezza. Se doniamo del bene, ci sarà del bene per chi ascolta e gioia per i giudici. Non ricordare i miei inganni e sarai esaltato, sarai trionfante” (traduzione di Pierre Montet).

La base del pettorale, formata da una seconda lamina incernierata alla prima, è decorata con nove nodi di Iside “tyet” (vita) e nove pilastri di Osiride “djed” (stabilità) alternati.
Fonti:
- Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951)
- Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)
- Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987
- Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti