C'era una volta l'Egitto, Età Predinastica

LO ZEP TEPI

Di Piero Cargnino

Vediamo di ricostruire, per quanto ci è possibile, gli avvenimenti che hanno caratterizzato in modo significativo la fase finale del Predinastico, Naqada III.

Cominciamo col dire che è in questa fase che nascono la scrittura geroglifica, i primi cimiteri con sepolture reali dove possiamo osservare per la prima volta la comparsa del serekht, per indicare il nome del sovrano, che più tardi si evolverà nel classico “cartiglio” che tutti conosciamo.

A parte la Pietra di Palermo che, in modo molto frammentario, riporta i nomi di sette sovrani che regnarono nel Basso Egitto senza però citare altro, le fonti a cui possiamo fare riferimento, oltre al solito Manetone, con tutti i suoi limiti sono anche molti altri dopo di lui. Il racconto di Manetone, “Aegyptiaca”, è un misto di mitologia e ricordi ancestrali che gli vengono riportati dai vecchi sacerdoti egizi e che si riferiscono a millenni prima.

A questo punto è dunque necessario fare un passo indietro, molto indietro, prima  dell’unificazione dell’Alto e Basso Egitto, prima del dominio dei faraoni ed ancora prima della dinastia “0” (zero) e del Periodo Predinastico, occorre tornare allo “Zep Tepi” (“il primo tempo“).

LO ZEP TEPI

Forse sono solo racconti mitologici, oppure ci sono fatti storici dietro la tradizione dello Zep Tepi? Bella domanda!

Nel tragitto che ci apprestiamo ad intraprendere faremo riferimento a Manetone il quale riferisce che ci fu un tempo in cui antichi e potenti sovrani di natura divina e semi-divina civilizzarono e governarono l’Egitto sotto forma di faraoni.

Lo storico greco Eusebio da Cesarea riporta che Manetone fa iniziare la storia egizia nel 30.544 a.C. e la suddivide in quattro periodi:

  1. Regno degli Dei,
  2. Regno dei Semidei,
  3. Regno degli Spiriti venerabili,
  4. Regno dei Sovrani umani.

E’ interessante notare che la suddivisione in quattro periodi, ovvero dei, semidei, mani superiori e uomini, collima con la dottrina tradizionale delle “Quattro Età dell’Umanità”, da quella dell’oro a quella del ferro che ritroviamo in tutte le antiche culture della storia.

Manetone ci racconta che all’inizio dei tempi governava il Basso Egitto quella che chiama “Dinastia degli dei” (o “Regno degli dei”) che avrebbe regnato per 13.900 “anni lunari”. Il “Regno degli Dei” comprende sette grandi e potenti dei, i “Neteru” che regnarono sulle terre del Nilo durante il cosiddetto “primo tempo”, lo “Zep Tepi”, tempo in cui la terra d’Egitto era abitata appunto dai “Neteru” e da un’altra stirpe, gli “Urshu”, “Vigilanti”, ovvero creature divine che sono menzionati nel Papiro di Torino come intermediari tra gli dei e gli umani.

I Neteru, gli dei che regnarono erano Ptah, Ra, Shu, Geb, Osiride, Seth e Horus. Fatto curioso è che Manetone fa comparire Osiride nella quinta posizione fra gli dei, anche Zeus è nella quinta posizione nell’Olimpo, (una combinazione dovuta forse al fatto che Manetone era uno storico e sacerdote greco antico).

Anche i “Testi delle Piramidi” raccontano che giunse il tempo in cui l’ordine emerse dal caos, era il periodo in cui gli dei, i Neteru, governavano la Terra.

LE ANIME DI PE E NEKHEN

Segue la dinastia dei semidei, che dura 1255 anni.

Sono i “Seguaci di Horo”, il Papiro di Torino li chiama “Spiriti che furono seguaci di Horus”, sono le “Anime di Pe e quelle di Nekhen”, così chiamati nella formula relativa al viaggio ultraterreno del sovrano nei “Testi delle Piramidi”, le Anime sono i ba dei sovrani appartenenti alla sfera del divino.

Le troviamo spesso indicate nella trasposizione dei geroglifici come “hnw”, ovvero “Giubilo” e sono rappresentate da una figura umana maschile genuflessa che con il pugno si percuote il petto mentre l’altro braccio è sollevato in alto. Venivano rappresentati in forma antropomorfa: le anime di Pe, ossia l’antica Buto, mitica capitale del Basso Egitto, con la testa con la testa di falco, mentre la Anime di Nekhen, l’antica capitale dell’Alto Egitto anche detta Hieracompolis con la testa di una canide.

Con questa rappresentazione si voleva evidenziare le antiche forze spirituali delle due metà del Paese. La loro posizione ricalca l’antica musica detta “corporea” per eseguire la quale ci si percuoteva il petto prima con un pugno e poi con l’altro (Hornung). Con questo gesto i sacerdoti, gli alti funzionari e il corteo divino salutavano Aton nel momento in cui apparivano all’orizzonte il sovrano e Ra sotto forma di Khepri.

L’arrivo del sole al mattino nel mondo sotterraneo veniva salutato con il gesto “henu” dalle  Anime di Pe e Nekhen, ma se queste, per qualche ragione fossero mancate, gli egizi, che pensavano a tutto, nell’iconografia funeraria queste venivano sostituite da altre divinità dette “Gli Occidentali”.

GLI SHEMSU-HOR

Poi arrivarono gli “Shemsu-Hor”, gli “Spiriti venerabili”, o “Compagni di Horo”.

Erano gli “Akh” (luminosi), non erano propriamente dei ma la loro natura era comunque divina, formavano il seguito di Horo e venivano venerati nei suoi templi, da essi derivò la titolatura reale dei faraoni.

Il loro compito era quello di purificare il defunto accompagnandolo durante il suo viaggio ed accoglierlo nell’Oltretomba.

Gli “Shemsu-Hor” sono coloro che guidarono la transizione tra i precedenti regni e quello degli umani, il loro emblema era il cane nero Upuaut.

Fonti e bibliografia:

  • Mario Tosi, “Dizionario Enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto”, Ananke, 2012
  • Maria Cristina Guidotti e Valeria Cortese, “Antico Egitto”, Giunti, 2021
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle Dinastie faraoniche”, Bompiani, 2012 
  • Mattia Mancini, Articolo del 27 aprile 2021 su Djed Medo, Blog di egittologia
  • Maurizio Damiano, “Gran Mare di Sabbia. Là dove nacque l’Egitto”, Archeologia Viva n. 104, Marzo/Aprile 2004
  • Maurizio Damiano, “Gran Mare di Sabbia, II. Lontani misteri di un deserto”, Archeologia Viva n. 113, Settembre/Ottobre 2005
  • Anna Maria Donadoni Roveri e Francesco Tiradritti, “Kemet, Alle sorgenti del tempo”, Electa, 1998
  • Natale Barca, “Sovrani predinastici”, Ananke Torino, 2006
  • Natale Barca, “ Prima delle piramidi” , Ananke Torino, 2010
  • Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, Laterza, Roma-Bari, 1998
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Oxford University Press 1961, Einaudi, Torino 1997
  • Stephan Seidlmayer, “Egitto, terra dei faraoni”, Könemann Verlagsgesellschaft mbH, Milano, 1999

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...