Di Grazia Musso
Testo e fotografie di questo post sono tratte dal Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà Nubiane. Maurizio Damiano – Appia Mondadori
Periodo storico che separa il Paleolitico dall’epoca storica
In esso troviamo già un sistema sociale ben formato, che doveva aver richiesto migliaia di anni per la sua elaborazione.
Nelle incisioni e pitture rupestri sahariane si trovano tutti gli elementi religiosi ( uomini a testa di animale, bovidi celesti col sole fra le corna ecc…) che saranno presenti in Egitto e in Nubia.
In seguito al lento disseccarsi del Sahara (fra il V e il III millennio a.C.), le bande di raccoglitori-cacciatori ( e per il Neolitico, pastori e agricoltori) cominciano a convergere verso la Valle del Nilo, unica fonte d’acqua perenne dell’ Africa Nord-Orientale.
Queste popolazioni non vivevano comunque presso il fiume, ma nella savana che lo circondava..
Furono questi nomadi e seminomadi a creare le prime culture distinguibili grazie a diversi utensili litici, che nelle epoche precedenti erano simili su estensioni vastissime.
E fu in quest’epoca lontana che iniziarono a distinguersi i differenti modi di vita che avrebbero caratterizzato tutta la storia egizia, per non parlare dei nostri giorni: nomadismo del deserto e seminomadismo o stanzialismo della Valle.
Molte teorie hanno posto l’origine della “rivoluzione” del passaggio dal Paleolitico al Neolitico nel vicino Oriente, ma le ultimissime scoperte, tra cui quelle delle spedizioni Negro/Damiano -Appia del 1992/1994 nel Deserto Occidentale, inducono a maggior prudenza; in effetti sono state rinvenute migliaia di pietre da pastoia(prova dell’uso di animali che le incisioni rupestri ci dicono appartenere a specie selvatiche) associate a siti del Paleolitico Terminale.
Un’ulteriore prova del fatto che in quest’area (fra le altre) avvenisse il delicato passaggio verso il Neolitico è data dal rinvenimento di migliaia di utensili tipicamente appartenenti al Paleolitico Terminale associati a una ceramica estremamente grezza, che rappresenta probabilmente uno dei primi esperimenti del genere.
Si tratta forse del più antico vasellame d’Africa, precedente alla ceramica decorata con linee ondulate ottenute punzonando l’argilla con spine o lische (“Dotted Wavy Line”), base su cui si svilupparono i molteplici tipi del Neolitico.

Troviamo la “Dotted Wavy Line” nel Mesolitico di Khartoum, che precede le altre culture nilotiche nell’introduzione della ceramica.
Le esperienze paleolitiche e mesolitiche, con la loro enorme durata, rappresentano un’era di pieno successo dal punto di vista ecologico: la popolazione si mantenne mediamente stabile per centinaia di migliaia di anni e gli sviluppi tecnologici furono lenti, quindi ritmi e regimi di vita erano in equilibrio perfetto con l’ambiente; il passaggio al Neolitico va interpretato come l’innesco di un meccanismo dalle conseguenze imprevedibili, che portò alla rottura d gli equilibri in atto.
Da un regime di sostentamento giornaliero si passò a uno di immagazzinaggio; ciò portò a un incremento demografico cui seguì inevitabilmente un accresciuto fabbisogno; di innescò il meccanismo consumistico della cosiddetta “civiltà”, con fondazione di raggruppamenti sempre più grandi (famiglia, tribù, villaggio, città, stato ecc…) e ovvie conseguenze nefaste sull’ambiente.
In Nubia si creò un nuovo equilibrio uomo/ambiente basato sui ritmi neolitici, che furono mantenuti fino all’arrivo della cultura occidentale, nel secolo scorso; in Egitto, al contrario, si posero le basi di quei meccanismi poi adottati dalla “cultura occidentale”, basati su uno stato burocratico, accentratore, sulla produttività e cedente il fabbisogno locale e sul consumismo, creazione di agglomerati urbani, sfruttamento delle risorse ambientali fino al loro sconvolgimento o alla loro distruzione.
Fra le culture che occuparono le aree neolitiche e i deserti circostanti fra l’VIII e il IV millennio a.C. vanno citate le più notevoli
In questo periodo il Deserto Occidentale si riempì di siti abitativi intorno ai punti d’acqua (Gran Mare di Sabbia, Nabta Playa).

Questi periodi si alternarono a momenti di aridità in cui i siti furono abbandonati.
Anche le oasi videro svilupparsi culture particolari che spesso fungevano da filtro fra quelle sahariane e quelle nilotiche (Farafra).
In Egitto si svilupparono culture specifiche in molti siti, che si possono raggruppare in due gruppi principali, del nord e del sud.
Al nord fiorirono le culture di Merimda, Inari,Meadi, del Fayyum, mentre al sud quelle di Bari, dell’Amratiano, del Gerzeano (dette, queste ultime di Naquada).
Contemporaneamente, in Alta Nubia fiorirono le culture di Shaheinab, della Variante di Khartoum, di Shendi (El Ghana), Shamarkiana, ancora di Shendi (El Kadada), e in Bassa Nubia dell’Abkani, del Pist-Shamarkiano e dell’Orizzonte A.

L’immagine rappresenta uno splendido sito neolitico sulle grandi dune del Deserto Occidentale (Gran Mare di Sabbia).
Si possono vedere una macina e il relativo pestello, il rinvenimento dei due utensili insieme è estremamente raro.