Di Franca Loi
La nascita dello stato unitario: evento cruciale per lo sviluppo della cultura in tutta la valle del Nilo
Lo Stato faraonico nasce intorno al 3200 a.C. dall’Unione di un regno meridionale con uno settentrionale. Il primo documento storico che attesta che i due paesi sono uniti è una tavolozza di scisto ritrovata a Ieraconpoli, che è ora al museo del Cairo.

È una delle prime attestazioni del tema figurativo del sovrano che colpisce il nemico con la mazza, ripreso fino nell’Egitto di epoca romana.
La tavolozza è molto importante non solo perché testimonia la prima unione delle due corone al medesimo re, ma anche dal lato artistico perché finora è la prima opera d’arte quasi completamente egizia (quasi, perché risente ancora di una influenza mesopotamica).
In alto tra le due teste di Hathor, è scritto il nome di Narmer. La tavolozza è del 3150 e la maggior parte degli studiosi ha identificato Narmer con il grande Menes.
Di Menes, il fondatore dell’Egitto storico, sappiamo che è nato a Tinis, quasi sicuramente re dell’Alto Egitto che dopo aver conquistato il Delta penso’ bene di spostare il suo centro di potere sul confine tra l’alto e il basso Egitto. Eresse infatti una fortezza chiamata ” Chiamata il grande muro bianco” dove sarebbe poi sorta Menfi.

La stele di re Djet (o di re Get), proveniente da Abido ed oggi conservata al Museo del Louvre, è una lapide funeraria in pietra risalente alla I dinastia egizia, quindi circa al 3000 a.C., che prende il nome dal faraone “Djet, il Re Serpente:
al contrario delle altre che hanno uno stile più rozzo e incompleto, questa è di squisita fattura
e con un’attenta rifinitura”.
La prima dinastia assieme alla seconda formarono l’epoca Tinità (3185-2700) e posero le basi dello Stato, la suddivisione in distretti del paese, la sua strutturazione burocratica e organizzativa. la terza dinastia segna l’inizio del periodo che noi oggi chiamiamo Antico Regno che va dalla terza alla sesta di dinastia: 2700-2200. In campo artistico il fatto che ci sia una sola casa regnante determina la creazione di modelli di riferimento e canoni legati alla regalità che è considerata eterna e in un certo qual modo immutabile.

Frammento di pettine in avorio riportante il serekh di Djet e il nome dell’ufficiale di corte Sekhemkasedj, Museo Egizio del Cairo.
Il pettine fu rinvenuto all’interno della tomba, assieme a utensili di rame e ceramica.
La scultura di questo periodo è basata su una visione frontale e il blocco di pietra viene mantenuto il più inalterato possibile.

Statuina femminile
Monaco, Staatliche Sammlung Agyptischer.
La scultura risulta completamente appiattita in un’ottica che prevede soltanto la visione frontale della figura umana.
Il rilievo è utilizzato quasi esclusivamente su oggetti cerimoniali dedicati alle divinità ed è sorprendentemente realizzato in modo da creare interessanti contrasti tra luce ed ombra. Nella realizzazione delle figure spesso si dà un forte risalto alla muscolatura nella difficile ricerca di una scansione degli spazi ben definita.

Frammento statuina di personaggio virile, Monaco, Staatliche Sammlung Agyptischer Kunst.
La scultura presenta un modellato molto accurato della muscolatura. Le striature della roccia sedimentaria sono sfruttate in modo da accentuare le forme del corpo trasformandole in linee che conferiscono una vibrazione vivace a tutta la statua.
Pian piano l’artista Egizio riuscì con abilità a esprimere il proprio pensiero, i propri concetti” all’interno di quei canoni, con piccole limitate innovazioni. Un processo lento il graduale che porterà l’arte a livelli evolutivi sublimi “.

Fonte: MAURIZIO DAMIANO Antico Egitto- Electa
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