Mai cosa simile fu fatta, Mastaba

LA MASTABA

Di Grazia Musso

Mastaba di Seshemnefer, a Giza ( IV Dinastia)

Termine arabo che in origine indicava le panche in mattoni crudi che sono costruite contro i muri delle case egizi e nubiane.

Per associazione di idee il nome fu dato dagli arabi alle tombe egizi e dai muri rastremati verso l’alto.

La Mastaba appare fin dall’epoca Thinita, in cui era riservata al faraone, poi l’uso si estese anche ai membri della Corte e, nell’Antico Regno, era prerogativa di tutti i nobili, tanto da formare delle vere e proprie città funerarie.

Le più antiche mastaba reali si trovano a Sakkara, Naqada e Abydos ( Umm el Qaab), la necropoli dei re thiniti e dei loro predecessori.

Inizialmente la mastaba consisteva in una substruttura ricavata dallo scavo nel suolo, in cui una camera funeraria centrale era circondata da altre camere supplementari separate da pareti in mattoni senza comunicazione fra i singoli ambienti.

Il tutto veniva preparato prima della costruzione della sovrastruttura che era inizialmente semplice e compatta.

La decorazione esterna divenne ben presto più complessa con rientrante a limitare quella che doveva essere la facciata dei palazzi reali e la cinta muraria di palazzi e città.

La Mastaba era circondata da piccole costruzioni sussidiarietà che poi vennero inglobato nella struttura, che divenne una vera e propria casa per il defunto, con camere riccamente decorate.

Veduta ricostruttiva

Legenda:

  1. Sovrastruttura
  2. Pozzi
  3. Cappelle
  4. Lastra che sigilla la camera funeraria
  5. Riempimento dell’anticamera
  6. “Testa di riserva”
  7. Sarcofago e camera funeraria
  8. Offerte
  9. Accesso alle cappelle
  10. Accesso al pozzo

Nell’antico Regno mastaba di questo genere formarono le necropoli di Giza, Abu Sir, Sakkara, Meidum.

La sovrastruttura delle mastaba dell’epoca era un nucleo di muratura a pianta rettangolare, rivestito di calcare e con le pareti leggermente inclinate verso l’ interno.

Tale struttura copriva l’imboccatura di un pozzo scavato nella sua parte superiore e poi nel terreno, dove sprofondava nella roccia per l’accesso alla substruttura che conteneva la camera in cui era deposto il sarcofago.

Una nicchia era posta nella parete orientale della sovrastruttura, in fondo alla quale si trovava la falsa porta, era il luogo della deposizione delle offerte

La consuetudine decorativa ebbe inizio con la rappresentazione della stele.

La nicchia si sviluppò in seguito una serie articolata e complessa di ambienti nel corpo della mastaba.

Non va dimenticato uno dei locali più importanti per la funzione magica: il serdab, la “casa della statua”.

Il serdab è un locale ricavato nella mastaba o presso la piramide del re defunto, ha la caratteristica di non possedere alcuna apertura salvo una feritoia o dei fori comunicanti con la cappella funeraria.

Il serdab conteneva una o più statue del defunto e la sua funzione più importante dal punto di vista della fede magico – religiosa nella tomba era quella di contenere e proteggere le statue, sostituti fisici del defunto in caso di deterioramento della mummia, per questo motivo il nome dei serdab ( parola araba che significa “cantina”) in egizio era per-twt, ossia ” casa della statua”.

Dalle feritoie le statue incarnanti il defunto potevano usufruire delle offerte funeraria.

Le mastaba si trovano fino al Medio Regno.

Fonte:

Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà nubiane di Maurizio Damiano – Appia – Mondadori.

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