Poiché abbiamo parlato delle maledizioni egizie, e in particolare quella famigerata di Tutankhamon, vorrei documentare qui un’altra parte del discorso.
Ma esistevano le maledizioni egizie? Quelle vere?
Beh, almeno un caso c’è. Ve lo documento qui sotto.
Sui montanti della porta che immette nella seconda stanza sono raffigurati i due titolari della tomba: Khnumhotep accompagnato dal figlio Ptahshepses a sinistra e Niankh-Khnum con il figlio Herma, a destra. Entrambi sono rappresentati anche sull’architrave in posizione seduta.
Metà della V Dinastia Titoli principali: Profeti di Ra nel tempio solare di Niuserra; Capi dei manicure della Grande casa
In una palude alcuni barcaioli, a bordo di barche di papiro, si sfidano nella lotta
Questa tomba doppia, fu costruita per due dignitario, Niankh-Khnum e Khnumhotep, fratelli o gemelli, che portavano entrambi i titoli di “Profeti di Ra nel tempio solare di Niuserra e capi della manicure della Grande Casa”.
La tomba, scoperta nel 1964 sotto la rampa di Unas, nella quale fu praticata una breccia per permetterne l’accesso, è una delle più belle e grandi di tutta la necropoli e ha una struttura complessa essendo stata più volte modificata e ingrandita durante la costruzione.
La parte più antica della tomba che costituisce la vera cappella venne scavata nella roccia, mentre successivamente vennero aggiunte tre stanze con un cortile, costruite con blocchi di pietra.
Caccia, nelle paludi con l’utilizzo di reti
In questa scena, divisa in due registri, è raffigurata la preparazione e la cottura dei pesci In basso la preparazione delle offerte.Nella parete est del vestibolo, sfila la processione funeraria con preti e portatori di offerte. Nel registro inferiore sono visibili due barche
La tomba comprende un vestibolo, in cui sono raffigurati i due titolari e il corteo funebre, che immette in due stanze, delle quali solo la prima è decorata con bassorilievi che illustrano ancora la processione funeraria, alla quale fanno seguito scene di mercato e di caccia.
Nel vestibolo è raffigurata questa bella scena di pesca con le reti. Tra i diversi pesci rappresentati è possibile riconoscere la grande Tilapia nilotica e il Lates nilpticus. In basso, sulla destra, si riconosce un pescatore seduto sulla sua barca di papiro.
Niankh-Khnum e Khnumhotep assistono alla caccia e alla pesca, sovrintendendo ai lavori nei campi e ispezionando le botteghe degli artigiani.
La parete ovest di questa stanza comunica con il cortile, nella cui parte sud si trova l”accesso all’area rupestre della tomba che costituisce la cappella, di forma rettangolare orientata con il lato maggiore secondo l’ase nord-sud, alla quale è annessa una piccola camera per le offerte.
Scena di trasporto di papiri su canoe nelle paludi.
La parete est della cappella è decorata con bassorilievi che illustrano scene agricole e artigianali mentre la parete opposta è decorata con scene di caccia e pesca.
Sulla parte della parete ovest, situata tra le due aperture che permettono di accedere alla camera delle offerte, sono raffigurati Niankh-Khnum e Khnumhotep che si abbracciano con affetto.
In questa ultima parte della tomba, sulla parete ovest, si trovano due stele falsa porta, decorate con scene simmetriche, in ognuna delle quali i portatori di offerte si trovano al cospetto di Niankh-Khnum nella parete sud e di Khnumhotep in quella nord.
I due fratelli defunti, uniti da un fortissimo legame, sono raffigurati mentre si abbracciano.
Titoli principali – Figlia del re Fine V Dinastia e inizio VI Dinastia.
Questa tomba, che fu scoperta da Cecil M. Firth nel 1927, venne costruita dal visir Ihy che Visse all’epoca di Unas alla fine della V Dinastia e fu successivamente usurpata dalla principessa Seshseshet detta Idut, all’inizio della VI Dinastia, che fece apportare notevoli modifiche al decoro originale che sussiste sopratutto nella parete orientale della seconda sala
Questa tomba si distingue per la bellezza dei suoi bassorilievi che ornano cinque delle sue dieci stanze.
Tra le scene più importanti, localizzate nelle prime due stanze, vi sono quelle di carattere nautico, agricolo, di caccia e di pesca, mentre le ultime sono decorate con bassorilievi più convenzionali, relativi alle offerte funerarie e alla loro preparazione.
Fonte
Piramidi d’Egitto – Alberto Siliotyi – Edizioni White Star
Ispettore dei profeti, Sovrintendente del tesoro. VI Dinastia
Questa piccola tomba, scavata dalla missione austro-tedesca di Juner, si distingue per avere la camera sepolcrale completamente decorata con pitture parietali policrome, eseguite direttamente sulle pareti lisciare a gesso e senza bassorilievi.
Un grande sarcofago, su cui sono scritti il nome del defunto e i suoi titoli, occupa la maggior parte Dell piccola camera sepolcrale, alla quale si accede tramite un pozzo.
La tomba ha una pianta a “L” con il corpo principale di forma rettangolare e orientato con l’asse maggiore in direzione nord-sud
Le pareti sono decorate con pitture che presentano il defunto mentre assiste, accompagnato dalla sua sposa, a un concerto e giochi vari e, nel corpo laterale, mentre pesca con l’arpione su una barca di papiro : davanti a questa scena si trova l’imboccatura del pizzo che conduce alla piccola camera sepolcrale.
Due uomini sono raffigurati mentre sono intenti alla preparazione dei cibi e bevande. Le pitture della camera sepolcrale hanno conservato i loro colori.
I soggetti raffigurati nelle pitture parietali sono talvolta abbastanza inusuali e prefigurano già quelli che saranno successivamente sviluppati nelle tombe tebane del Nuovo Regno.
Nella parete sud sono rappresentati elementi del corredo funerario, un uomo che costruisce un letto, vasi e contenitori e scene di danza con musici.
La preparazione del corredo funebre è uno dei temi illustrati nella parete ovest, tra i diversi soggetti si nota un letto, sotto il quale è stato posto un reggitesta.
Nell’opposta parete nord sono dipinti magazzini a forma di silos e delle barche, mentre la maggior parte della parete ovest è occupata da una bellissima scena di tipo agricolo con raffigurazioni di bovini, mietitura e di raccolto.
Disposte su due registri vediamo una scena agricola, nella quale alcuni uomini conducono grandi bovini, e una scena nautica, in cui due barche trasportano bestiame: lo stile pittorico prefigura già quello del Nuovo Regno.
Fonte
Piramidi d’Egitto – Alberto Siliotti – Edizioni White Star
Profeta di Khufu, Sovrintendente della Grande Casa, Figlio di Shepseskafankh – V Dinastia
Questa tomba, situata nell’angolo sud-ovest della necropoli, è decorata con bassorilievi policrome di notevole livello artistico ed assai interessanti per quanto riguarda i soggetti trattati.
Nel vestibolo sono raffigurate le offerte recate al defunto, in questa immagine, un uomo conduce al suo cospetto un orice
Una fila di portatori che recano grandi ceste sulla testa, colme di cibo e frutta, tenendo in mano volatili e fiori. Rappresenta la processione delle proprietà terriere del defunto e della sua famiglia
La tomba di Iymery era spesso visitata anche dai viaggiatori del secolo scorso che hanno firmato sulle pareti, soprattutto quelle dell’ultima stanza.
La mastaba era metà di visite fin dal secolo scorso come attestano le numerose firme incise sulle pareti.
L’ingresso è orientato ad est e immette in un piccolo vestibolo decorato con scene di tipo industriale,( carpentieri, orafi, scultori al lavoro) e di offerte al defunto che è accompagnato dal padre Shepseskafankh, parete ovest, o si trova al suo cospetto, parete nord.
Il tema dei lavori agricoli è assai ben presentato nella tomba: nella scena quattro al lavoro intenti a dissodare la terra con delle zappe di legno per preparare la semina del grano
Al vestibolo fa seguito una prima sala allungata, sulla cui parete sud sono raffigurate scene di raccolta di papiro, scene nautiche, di allenamento del bestiame, scene di rappresentazione di offerte al defunto con macellazione di ovini e preparazione di cibo e bevande.
Scena abbastanza rara Nell’antico Regno, è situata sulla parete ovest è descritta la preparazione del vino, che viene versato nelle giare.
Questa scena, disposta su due registri, illustra la preparazione del cibo
Nell’opposta parete nord sono raffigurate scene agricole, di caccia e pesca nelle paludi, di costruzione di barche e combattimenti nautici che si svolgono al cospetto di Iymery.
Scene di pesca nella palude.
Nella seconda sala della tomba continuano le scene di offerta davanti al defunto, qui raffigurato con la moglie e alcuni familiari allietato da musici e danzatori, mentre gli scribi a notano quanto viene presentato a Iymery.
Fonte
Piramidi d’Egitto – Alberto Siliotti – Edizioni White Star
Veduta esterna di una mastaba La sovrastruttura dell’edificio funerario presentava pareti inclinate che, una volta terminata la costruzione, venivano levigate. Le zone dedicate al culto si trovavano nella parte orientale della costruzione centrale. Il principale luogo per le offerte funerarie era protetto da un edificio sporgente in mattoni o pietra. In seguito tale luogo sarebbe stato trasferito all’interno della sovrastruttura funeraria. La cappella interna consisteva in origine di una sola camera a forma di “L”.
Il termine “mastaba”, arabo, indica in origine le panche in mattoni crudi che hanno la parte verticale inclinata verso l’alto e che sono costruite contro i muri delle case egiziane e nubiane.
Le mastabe dell’antico Regno formano vaste necropoli di cui le principali sono a Giza, Abur Sir, Sakkara.
La sovrastruttura delle mastade dell’epoca è data da un nucleo in muratura a pianta rettangolare, rivestito di calcare.
Questa sovrastruttura è posta sopra l’imboccatura di un pozzo che sprofonda nella roccia per l’accesso alla substruttura che contiene la camera sotterranea in cui era collocato il sarcofago.
La consuetudine decorativa ha inizio con la rappresentazione di una stele, del defunto seduto davanti a un tavolo su cui sono deposte le offerte.
Le offerta erano deposte vicino al sarcofago custodito nella camera funeraria e non erano destinate direttamente al defunto, rappresentavano una riserva per l’eternità
La nicchia si sviluppò in seguito in una serie di ambienti nel corpo della mastaba, gli esempi più noto della VI Dinastia hanno una distribuzione di ambienti articolata e complessa.
Il serdab è uno dei locali più importanti per la sua funzione magica, contiene la statua del defunto.
Mastaba di Ptahshepses ad Abu Sir – V Dinastia Ptahshepses fu giudice in capo e visir sotto Niuserra, di cui sposò la figlia Khamernebty. Nella sua mastaba, di cui vediamo il cortile circondato da pilastri, troviamo i più antichi esempi di colonna lotiforme. Sullo sfondo si vede la piramide di Niuserra
I rilievi scolpiti sulle pareti dei vari ambienti sono scene di vita quotidiana che ci documentano sulle condizioni materiali dell’Antico Regno : semina, mietitura e battitura del grano e altre attività agricole; preparazione e cottura del pane, preparazione della birra, allevamento del bestiame e preparazione delle carni, scene di caccia e pesca e molte altre, tutte con grande ricchezza di particolari.
Questa ricchezza di temi iconografici condusse a un incremento del numero delle sale e quindi le superfici da decorare.
Dalla metà Dell’Antico Regno le costruzioni funerarie non furono più appannaggio esclusivo dei membri della Corte.
Sull’esempio della necropoli della capitale, ora anche in provincia fu avviata la costruzione di sepolture monumentali.
Dove il terreno non consentiva di erigere mastabe, queste vennero sostituite da tombe rupestri.
Fonti
Antico Egitto di Maurizio Damiano – Electra
Egitto la terra dei Faraoni – Regine Schulz, Matthias Seidel – Konemann
Kagemni raffigurato in dimensioni eroiche nella sua mastaba
Kagemni, detto Memi, fu un alto dignitario vissuto durante i regni di Isesi, di Unas e infine di Teti, primo sovrano della VI dinastiadel quale probabilmente fu il genero, avendone sposato la figlia Nebtynubkhet detta Sesheshet.
All’ingresso della sua mastaba si legge la sua autobiografia, nella quale ricorda il ruolo preminente da lui ricoperto sotto tre sovrani:
“Dice il Visir di Stato, Kagemni: Io fui il favorito di Isesi. Ricoprii l’incarico di funzionario dello Stato, al tempo di Unas. Sua Maestà mi ricompensò molto generosamente (…). La maestà di Teti, mio Signore, colui che vive in eterno, mi ha nominato capo di tutti gli uffici, in servizio a qualsiasi ora (presso) la Residenza. Sua Maestà aveva fiducia riguardo a tutte le cose che aveva ordinato che fossero fatte, perché ero capace, perché ero apprezzato da Sua Maestà”.
“(…) compii giustizia per il re, perché è la giustizia che piace a Dio (…) Ho giudicato le parti in modo che fossero soddisfatte, ho nutrito il povero, [ho rimosso il dolore dell’afflitto.“
Egli in effetti era il più importante personaggio d’Egitto dopo il faraone e vantava oltre 50 titoli, tra i quali quelli di visir (e quindi di sovrintendente degli scribi dei documenti reali e delle opere pubbliche, ispettore della piramide e delle sei grandi corti), di ministro della giustizia, di tesoriere del Faraone, di sorvegliante dei due guardaroba del re, di direttore dei palazzi delle corone bianca e rossa e di custode delle decorazioni della testa.
Importanti erano anche le sue attribuzioni in campo religioso, in quanto era capo dei sacerdoti lettori, sacerdote di Anubi e di Min, sacerdote sem, sacerdote delle piramidi.
Il re doveva stimarlo moltissimo, in quanto gli aveva conferito anche il titolo di unico amico, e pare che siano riferibili a lui i famosi “Insegnamenti di Kagemni”, un testo sapienziale risalente alla VI Dinastia sebbene esso sembri fare riferimento ad un visir che servì Snefru, padre di Cheope.
L’ingresso della mastaba; ai lati due raffigurazioni speculari di Kagemni
La sua grande mastaba a Sakkara venne scoperta nel 1843 da Richard Lepsius; essa ha la forma di una L, fu costruita con grandi blocchi di calcare locale e rivestita di calcare bianco di Tura oggi perduto in quanto la mastaba venne utilizzata in passato come cava di pietra.
La pianta della mastaba
Ha l’accesso ad est, fiancheggiato da una doppia rappresentazione del defunto con i suoi nomi ed i suoi titoli sugli stipiti della porta; ha una cappella composta da sei stanze, una sala colonnata, cinque magazzini, due fosse per le barche (rimaste vuote) del tutto insolite per un privato, un serdab separato dal resto della tomba e già vuoto al momento della scoperta, un pozzo che dava accesso alla struttura funeraria sotterranea nella quale si trovava il sarcofago di Kagemni ed una scala che dava accesso al tetto, la cui effettiva funzione è ancora oggi sconosciuta.
La falsa porta nella sala delle offerte
La camera sepolcrale e la nicchia sul lato ovest sono decorate con immagini di sacrifici e con testi di offerta ed al momento della scoperta conteneva ancora i canopi, alcuni beni facenti parte del corredo funerario (oggi al museo del Cairo) ed un sarcofago in pietra recante il nome ed i titoli di Kagemni, all’interno del quale si trovava un altro sarcofago ligneo il cui coperchio ed i cui lati erano caduti sulla mummia, danneggiandola. Essa era riccamente avvolta nel lino ed era stata sepolta con due grandi collari ed almeno tre bastoni e scettri cerimoniali di legno.
Le pareti della mastaba sono decorate ad altorilievo su sfondo grigio azzurro (conservato solo nella sala VIII) con scene naturalistiche e di vita quotidiana estremamente vivide, recanti iscrizioni che riportano scambi di battute tra i servi.
Mungitura: le mucche venivano legate per impedire loro di muoversi
I registri inferiori sono ben conservati ma quelli superiori sono quasi tutti perduti, tranne che nella zona posteriore della tomba; le aree non decorate erano dipinte in rosso e grigio, ad imitazione del granito; vicino all’ingresso si trovano alcune scene incompiute ed altre scene tracciate in modo frettoloso.
Le scene offrono vividi spaccati della vita quotidiana nell’antico Egitto: i temi decorativi scelti da Kagemni, infatti, sono quelli tipici dell’epoca, finalizzati ad illustrare le sue attività terrene e le sue ricchezze per poterne godere anche nell’Aldilà.
La mandria sta guadando il fiume; i servi fanno in modo che il bestiame segua il vitellino, che si gira spaventato verso la madre
Nelle prime stanze sono rappresentate feste e danze, la caccia all’ippopotamo, la pesca nelle paludi alla quale partecipa lo stesso Kagemni su di una barca di papiro, l’uccellagione e la vita selvatica, con libellule, rane, fauna acquatica e terrestre, servi che alimentano forzatamente oche e iene, una lotta tra un coccodrillo ed un ippopotamo: le immagini, molto dettagliate, permettono di ricostruire tecniche di caccia e di pesca e di identificare specie di uccelli e di pesci che a quell’epoca popolavano le rive del Nilo.
Nutrizione forzata di una iena: un servo spinge pezzi di pollame nelle fauci dell’animale, steso a terra di schiena e con le zampe legate.
Le scene relative al banchetto funebre decorano invece la parte più interna della mastaba.
Oche in gabbia: molto particolare la resa della gabbia, disegnata in modo tale che tutti i volatili fossero visibili integralmente, anche se nella realtà si trovavano uno accanto all’altro e all’interno della gabbia.
Al di là del significato immediatamente percepibile, la caccia e la pesca nella palude ed in particolare la caccia all’ippopotamo avevano una valenza simbolica di grande importanza:
I servi cacciano gli ippopotami e li hanno già trafitti con svariati arpioni
La palude simboleggiava la zona di confine tra il caos ed il mondo della Maat, che doveva essere difeso combattendo le forze del male, rappresentate dagli ippopotami e dagli animali pericolosi per l’uomo; la caccia al pachiderma poteva anche simboleggiare le prove che il defunto doveva superare per ottenere l’Aldilà (per un’analisi più approfondita del significato dell’ippopotamo maschio, si veda https://laciviltaegizia.org/2021/12/23/lippopotamo-maschio/).
GALLERY:
Servi portano in offerta dei volatili, dei bovini e degli ibex
Offerente che porta una giara d’olio
Lotta tra un ippopotamo ed un coccodrillo
I servi guadano il fiume precedendo la mandria di bovini
Pesca con una rete
Nutrizione forzata delle oche: i contadini sono seduti a terra e preparano palline di mangime che verranno infilate a forza nel becco degli uccelli.
Un servo porta a spalla un vitellino
La mungitura; il servo cerca di allontanare il vitellino che vuole il latte della madre
Un’offerta molto particolare
Offerenti che portano volatili, mazzi di fiori, un cesto e mazzetti di verdure (almeno credo)
Offerenti: immagini ancora non completate
Offerenti: nessuno ha saputo chiarire cosa siano quella specie di tubi portati dai servi; qualcuno ha ipotizzato che potessero essere rotoli di stoffa
La tomba di questo principe, figlio di Cheope, si trova ad est della piramide di sua madre, la regina Henutsen, che occupa la posizione mediana nel gruppo delle tre piramidi secondarie di Cheope.
I bassorilievi che decorano le pareti di questa piccola tomba, sebbene senza tracce di policromia, sono di grande finezza e perfettamente conservati.
Nel vestibolo a destra e a sinistra della porta che dà accesso alla camere delle offerte, vi sono due grandi rappresentazioni del defunto con la madre (a sinistra) e con un figlio (a destra), mentre riceve le offerte.
Il tema delle offerte continua nella stanza successiva, dove si trova anche la Stele falsa porta e, nella parte nord, disposta su cinque registri, la processione dei portatori di offerte provenienti dai possedimenti del defunto, che qui è accompagnato dalla moglie.
Da questa stanza si entra nella camera sepolcrale, probabilmente di epoca più tarda e senza decorazioni.
Fonte: Le guide di Archeo: le piramidi d’Egitto – Edizioni White Star
Titoli principali : Figlia del re, Sposa reale di Chefren
IV Dinastia
La Mastaba di Meresankh ( o Mersyankhl III) è una delle più belle della necropoli per la qualità dei bassorilievi che, in molte parti, hanno conservato una buona policromia.
Questa principessa, era figlia di Kawab e di Hetepheres II, entrambi figli di Cheope, e sposò in seguito il fratellastro Chefren.
La tomba comprende due stanze rettangolari disposte in senso nord – sud
Nella prima le pareti sono decorate prevalentemente con scene agricole , nautiche, di caccia e pesca, di preparazione degli alimenti e di artigianato.
Meresankh ed Hetepheres sono rappresentate mentre colgono fiori di loto e cacciano con le reti gli uccelli delle paludi.
Sulla piccola porzione della parete est, a sinistra della porta d’ingresso, i bassorilievi illustrano la fabbricazione delle statue.
In questo settore vi è una scena di grande interesse, che raffigura un artista chiamato “Rehay” intento a dipingere una statua della regina, mentre al suo fianco si trova lo scultore “Inkaf”, nell’atto di modellare una seconda statua di Meresankh : non sappiamo se questi due personaggi siano realmente i principali decoratori della tomba, ma è certo che si tratta della prima volta in cui gli artisti sono rappresentati con i loro nomi.
Nella contigua parete sud si osservano tre nicchie contenenti sei statue scolpite in alto rilievo, raffiguranti sei personaggi maschili non identificabili con precisione.
Sul lato nord si notano due pilastri quadrangolari, al di là dei quali vi è un prolungamento della prima sala: qui, nella parte rocciosa è intagliata una vasta nicchia in cui sono state scolpite in alto rilievo dieci grandi statue di dimensioni decrescente da destra a sinistra, raffiguranti personaggi femminili : in assenza di iscrizioni individuabili, si presume che queste statue raffigurano la defunta, sua madre Hetepheres, la figlia Sjepseskau e le altre figlie di Meresankh
La parte ovest, nella cui parte sud vi è anche una stele falsa porta incompiuta, comincia con due ampie aperture con la contigua sala delle offerte: qui, al tema dell’agricoltura si affianca. quello del banchetto funebre con cantanti e musici ( parete nord), mentre sulla parete ovest vi sono ancora altre due nicchie contenenti due statue ciascuna, raffiguranti probabilmente Meresankh e sua madre Hetepheres, che fiancheggiano una seconda stele falsa porta.
In questa stanza si trova anche il pozzo che conduce alla camera funeraria, situata a una profondità di circa 5 metri, dove nel 1927 Reisner trovò il sarcofago in granito nero con la mummia della regina, che venne trasferito Museo del Cairo.
Fonte
Le guide di Archeo – Piramidi d’Egitto – edizioni White Star
Termine arabo che in origine indicava le panche in mattoni crudi che sono costruite contro i muri delle case egizi e nubiane.
Per associazione di idee il nome fu dato dagli arabi alle tombe egizi e dai muri rastremati verso l’alto.
La Mastaba appare fin dall’epoca Thinita, in cui era riservata al faraone, poi l’uso si estese anche ai membri della Corte e, nell’Antico Regno, era prerogativa di tutti i nobili, tanto da formare delle vere e proprie città funerarie.
Le più antiche mastaba reali si trovano a Sakkara, Naqada e Abydos ( Umm el Qaab), la necropoli dei re thiniti e dei loro predecessori.
Inizialmente la mastaba consisteva in una substruttura ricavata dallo scavo nel suolo, in cui una camera funeraria centrale era circondata da altre camere supplementari separate da pareti in mattoni senza comunicazione fra i singoli ambienti.
Il tutto veniva preparato prima della costruzione della sovrastruttura che era inizialmente semplice e compatta.
La decorazione esterna divenne ben presto più complessa con rientrante a limitare quella che doveva essere la facciata dei palazzi reali e la cinta muraria di palazzi e città.
La Mastaba era circondata da piccole costruzioni sussidiarietà che poi vennero inglobato nella struttura, che divenne una vera e propria casa per il defunto, con camere riccamente decorate.
Veduta ricostruttiva
Legenda:
Sovrastruttura
Pozzi
Cappelle
Lastra che sigilla la camera funeraria
Riempimento dell’anticamera
“Testa di riserva”
Sarcofago e camera funeraria
Offerte
Accesso alle cappelle
Accesso al pozzo
Nell’antico Regno mastaba di questo genere formarono le necropoli di Giza, Abu Sir, Sakkara, Meidum.
La sovrastruttura delle mastaba dell’epoca era un nucleo di muratura a pianta rettangolare, rivestito di calcare e con le pareti leggermente inclinate verso l’ interno.
Tale struttura copriva l’imboccatura di un pozzo scavato nella sua parte superiore e poi nel terreno, dove sprofondava nella roccia per l’accesso alla substruttura che conteneva la camera in cui era deposto il sarcofago.
Una nicchia era posta nella parete orientale della sovrastruttura, in fondo alla quale si trovava la falsa porta, era il luogo della deposizione delle offerte
La consuetudine decorativa ebbe inizio con la rappresentazione della stele.
La nicchia si sviluppò in seguito una serie articolata e complessa di ambienti nel corpo della mastaba.
Non va dimenticato uno dei locali più importanti per la funzione magica: il serdab, la “casa della statua”.
Il serdab è un locale ricavato nella mastaba o presso la piramide del re defunto, ha la caratteristica di non possedere alcuna apertura salvo una feritoia o dei fori comunicanti con la cappella funeraria.
Il serdab conteneva una o più statue del defunto e la sua funzione più importante dal punto di vista della fede magico – religiosa nella tomba era quella di contenere e proteggere le statue, sostituti fisici del defunto in caso di deterioramento della mummia, per questo motivo il nome dei serdab ( parola araba che significa “cantina”) in egizio era per-twt, ossia ” casa della statua”.
Dalle feritoie le statue incarnanti il defunto potevano usufruire delle offerte funeraria.
Le mastaba si trovano fino al Medio Regno.
Fonte:
Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà nubiane di Maurizio Damiano – Appia – Mondadori.