Di Piero Cargnino
Molti di voi avranno visitato la piramide di Cheope ed ovviamente vi sarete recati nella parte a sud della piramide dove vi siete trovati davanti una grande costruzione moderna il Museo della barca, sarete sicuramente entrati ad ammirare la grande Barca Solare del sovrano.

Il Museo della barca è stato fondato da Kamal El-Mallakh, uno studioso di egittologia e cultura egizia che scoprì la barca nel 1954. Grande appassionato della storia del suo paese volle costruire un Museo solo per la barca vicino alla piramide, il Museo è stato progettato dall’architetto italiano Franco Miniussi. Il locale doveva essere anche dotato delle più moderne tecniche e tecnologie al fine di preservare la barca solare per molte generazioni. Per questo motivo il locale è stato dotato di un sistema completo di climatizzazione per mantenere sempre la giusta temperatura e il giusto grado di umidità.
La barca, una delle due scoperte da El-Mallakh, è la nave intatta più antica del mondo costruita per il re Faraone Khufu dalla IV dinastia intorno al 2500 a.C. La barca si trovava smontata e riposta in cinque fosse vicino alla grande piramide ed era divisa in 1224 pezzi di legno di cedro che si è conservato intatto per quasi 5000 anni, occorsero 14 anni di lavoro, prima per capire come andava rimontata e poi rimontarla riportandola al suo antico splendore.



Si è così potuto stabilire che in origine la barca si componesse di circa 1200 pezzi tenuti insieme da pioli di sicomoro e corde a mezza erba. La sua lunghezza è di 43,6 metri e la larghezza di 5,9 metri, è dotata di 5 remi per lato più due a poppa che fungono da timone. Poco dopo fu scoperta un’altra barca che però, a causa delle cattive condizioni di conservazione, è stata lasciata all’interno della sua fossa originaria, quest’ultima è lunga 45 metri per 6 metri di larghezza.

Gli studiosi sono ancora incerti sulla funzione di queste imbarcazioni. Dallo studio di altre simili barche trovate nelle raffigurazioni, tipico inoltre il modello trovato in una tomba a Deir el-Bersha sul quale è raffigurata una mummia che viene trasportata verso la sepoltura. Da ciò si è dedotto che il faraone Cheope sia stato trasportato alla sua tomba su questa barca che pare riportare segni di aver navigato. Rimane però un grande interrogativo, perché due barche praticamente simili sepolte a così poca distanza? Perché non è stata seppellita intera invece che tagliarla in 1224 pezzi? Al momento nessuno è stato in grado di dare una risposta.

Esaminando a fondo i “Testi delle Piramidi” si è cercato di dare un significato simbolico religioso, i Testi fanno riferimento a due visioni diverse dell’oltretomba egizio. La concezione più antica, risalente alla I dinastia, afferma che la rinascita del sovrano avviene in forma stellare, ovvero il Ka diventa luminoso nella Duat come una stella di Orione. Quella più vicina alla IV dinastia fa riferimento al tramonto del sole nell’oltretomba da occidente come dio Atum.

Pare logico pensare che in questo caso i “Testi delle piramidi” facciano riferimento alla teologia di Ra nel senso che una volta morto, il sovrano rinasce e segue l’orbita del Sole in processione dietro le barche solari degli dei. Gli egittologi però concordano su un fatto, questo culto è diventò importante con Chefren, quindi Cheope sarebbe volato nella Duat in Orione per rinascere luminoso come stella. A questo punto verrebbero a cadere le supposizioni sulle sue “barche solari”.
Prendo atto dalle fonti che allo stato attuale nessuno è in grado di dare risposte certe. Concludo con la notizia, che penso molti di voi già conoscono, che il giorno 8 agosto 2021 la barca di Cheope è stata trasferita in pompa magna dal vecchio museo, adiacente la piramide, al nuovo Grande Museo Egizio. La barca ha viaggiato in un apposito contenitore la cui umidità era costantemente monitorata, il trasferimento è durato in tutto 10 ore, alla velocità di 750 metri l’ora.

Fonti e bibliografia:
- Riccardo Manzini, “Complessi piramidali egizi – Necropoli di Giza” – Vol.II – Ananke, 2008
- Mark Lehner, “The Complete Pyramids”, London: Thames and Hudson, 1997
- Miroslav Verner, “The Pyramids: Their Archaeology and History”, Atlantic Books, 2003
- Peter Janosi, “Le piramidi”, Il Mulino, 2006 Alberto Siliotti, “Guide to the pyramids of Egypt”, preface by Zahi Hawass, Barnes & Noble Books, 1997