Di Piero Cargnino

Come molti altri faraoni anche Micerino fece costruire delle piramidi secondarie per le sue regine che fanno bella mostra di se a sud della piramide principale. Si tratta delle piramidi minori denominate G3-a, G3-b e G3-c; esse dovrebbero essere (in questo caso il condizionale è d’obbligo) le sepolture della regina Khamerernebti II, della regina Rakhetra e di un’altra regina o famigliare di Micerino di cui non si sa nulla.

PIRAMIDE DI KHAMERERNEBTI II

Secondo George Reisner la G3-a avrebbe ospitato la sepoltura della regina Khamerernebti II ma secondo altri studiosi la regina sarebbe stata sepolta nella G3-b, la disputa è tutt’ora aperta. Khamerernebti II è una figlia di Chefren, sposa del fratello Micerino e madre del principe Khuenra. Il suo nome significa “Apparizione dell’Amato dalle Due Signore” (le dee Uadjet e Nekhbet) ed è la figlia della regina Khamerernebti I, moglie di Chefren, lo testimonia un’iscrizione nella sua tomba. Il nome di Khamerernebti I compare su di un coltello di selce rinvenuto nel tempio funerario di Micerino dove viene identificata come la “Madre del re”. La cosiddetta “Tomba di Galarza” a Giza, probabilmente progettata in origine per la regina Khamerernebti I fu poi assegnata alla figlia, Khamerernebti II, sull’architrave dell’ingresso è riportato un testo dove vengono elencati i titoli di madre e figlia.
<< …….Madre del Re dell’Alto e Basso Egitto, Madre del dio, Colei che vede Horus e Seth, Grande dello Scettro-hetes, Grande di lode, Sacerdotessa di Djehuti, Sacerdotessa di Tjasepef, Sposa grandemente amata del Re, Figlia del Re, del Suo corpo, Riverita Signora, Onorata dal Grande Dio, Khamerernebti I……. >>.
<< ……..La sua Primogenita, Colei che vede Horus e Seth, Grande dello Scettro-hetes, Grande di lode, Sacerdotessa di Djehuti, Sacerdotessa di Tjasepef, Colei che siede con Horus, Colei che è unita all’amato delle Due Signore (Uadjet e Nekhbet), Sposa grandemente amata del Re, Figlia del Re, del suo corpo, Riverita Signora, Onorata da suo Padre, Khamerernebti II……… >>.

Comunque è molto probabile che Khamerernebti II sia stata sepolta nella piramide G3-a che è l’unica a presentarsi come una vera piramide priva di gradoni. La piramide ha una base di 44 m per lato e un’altezza di 28,40 m, in origine doveva essere rivestita in granito. L’ingresso alla parte ipogea si trova a metà della parete nord poco sopra il suolo. Attraverso un corridoio discendente si raggiunge la camera funeraria che si trova in corrispondenza del centro della piramide. All’interno un sarcofago in granito rosa si trovava incassato nel pavimento, dentro di esso vennero rinvenuti oggetti in ceramica e resti di legno carbonizzato. Proprio di fronte al lato orientale della piramide era situato un tempio in mattoni crudi, comprendeva una grande corte con nicchie nella parete nord e colonne di legno in quella a sud. Una stretta cappella cultuale, arricchita, ai lati dell’ingresso alla camera sacrificale, da due profonde nicchie. A nord-ovest del tempio si trovavano alcuni depositi mentre una scalinata saliva alla terrazza. In un primo momento alcuni ipotizzarono che si trattasse della piramide cultuale originaria del sovrano ma la presenza del sarcofago indica in modo evidente che si tratta di una tomba vera e propria, Reisner la attribuisce a Khamerernebti II moglie di Micerino. Secondo altri studiosi invece, la piramide era in origine cultuale finché la regina consorte non vi fu trasferita dalla “tomba Galarza” (citata sopra). Khamerernebti II compare in una statua con il marito Micerino al Museum of Fine Arts di Boston.
PIRAMIDE DI RAKHETRA

Anch’essa figlia del faraone Chefren probabilmente fu anche lei una moglie di Micerino anche se il nome del suo consorte non compare in nessun documento archeologico ma è verosimile che sia stata comunque la sposa di un successore di Chefren. Il suo nome significa “Compagna di Ra” e viene esplicitamente indicata come figlia di Chefren in una iscrizione presente nella tomba di Kaemnefert, “Servitore del ka” (hemu ka) sacerdote addetto al culto dell’anima di un defunto. Rakhetra vantava i titolo di “Figlia del re-del Suo corpo, Colei che vede Horus e Seth, Grande dello scettro hetes e sposa del re”. Non è certo che la piramide G3-b sia appartenuta alla regina Rakhetra, nel qual caso anch’essa avrebbe dovuto essere stata trasferita successivamente. Secondo Selim Hassan la sua tomba si troverebbe presso una mastaba in pietra nella zona centrale della necropoli di Giza indicata come Tomba di Rekhit-Ra con la sigla G 8530. In essa venne rinvenuto un sarcofago vuoto con le ossa di una zampa di toro sul coperchio, fuori dal sarcofago alcuni resti di ossa umane. Tornando alla piramide G3-b l’ingresso era situato alcuni metri prima della parete nord dove un breve corridoio discendente dava accesso a due camere disassate rispetto al centro della piramide, al suo interno un sarcofago in granito rosa, addossato alla parete occidentale, si trovava lo scheletro di una giovane donna.
PIRAMIDE G3-C

Per quanto riguarda la piramide G3-c non è possibile avanzare alcuna ipotesi riguardo a chi sia appartenuta, l’ingresso e la parte ipogea ricalcano quella della G3-b, con due camere, ma non c’è nessun sarcofago ne tracce di sepoltura. Seppur piccole, un po’ malandate, forse anche un po’ trascurate, le Piramidi delle Regine di Micerino, come tutte le altre, fanno pur sempre parte della meravigliosa civiltà egizia per cui ho ritenuto che fossero degne di nota.
Fonti e bibliografia:
- Reisner, George Andrew, “Una storia della necropoli di Giza”, Harvard University Press, Cambridge; Roth, Silke, 1942
- Aidan Dodson & Dyan Hilton, “The Complete Royal Families of Ancient Egypt”, Thames & Hudson 2004
- Sergio Donadoni, “Le grandi scoperte dell’archeologia”, De Agostini, Novara 1993
- Riccardo Manzini, “Conoscere le piramidi”, Ananke, 2007
- Enrica Leospo, “Saqqara e Giza”, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1982
- Mario Tosi, “Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto”, vol. II, Ananke, 2012
- Callender, Vivienne G. & Peter Jánosi. “The Tomb of Queen Khamerernebty II at Giza.” Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Abteilung Kairo 53, 1997
- Zahi Hawass, “The Discovery of the Satellite Pyramid of Khufu”, Museum of Fine Arts, Boston 1996)