Di Grazia Musso

La statuaria della IV Dinastia ha segnato un punto fondamentale nell’evoluzione della scultura egizia, con la V e VI Dinastia si tende a una perfezione formale e a una maggiore libertà artistica.
Con la V e VI Dinastia (parlando delle opere maggiori) si vede come anche i volti rientrino nei canoni matematici, e tendano all’idealizzazione, opere certo magnifiche nella loro perfezione formale rischiano di cadere nella fredda formulazione matematica.
È interessante osservare i rapporti proporzionali che caratterizzato le rappresentazioni di marito e moglie.
I coniugi hanno una grandezza simile, la donna esprime, con gesti o atteggiamenti, il proprio affetto per il marito, cinge digli una spalla o tenendoli un braccio con la mano.

Altre coppie, tenendosi per mano, mostrano invece un atteggiamento che enfatizza la parità.
Nel corso della storia della cultura egizia si sviluppano molte tipologie costantemente riprese e presto trasformati in canone. Nell’Antico Regno erano presenti tre tipologie basilari.
1) La statua stante: gli uomini sono raffigurati nel tipico atteggiamento avanzate, con un piede in avanti ma il peso del corpo che grava in gran parte sulla gamba posteriore.
La posizione è statica suggerisce soltanto l’atto di procedere.
Le donne sono raffigurate con le gambe unite o con un passo appena accennato, le braccia sono tese lungo il corpo.
2) La statua assisa: la persona è raffigurata, uomo o donna, siede su un piccolo blocco rettangolare, le bracce poggiano, piegate, sulle cosce e spesso unamano stringe un nucleo di pietra.
3) La statua accovacciata: la persona è raffigurata, più spesso un uomo, con le gambe incrociate su una stuoia o sul terreno.
Se reca in grembo un rotolo di papiro aperto, è detto “lettore”; se tiene uno stilo in mano, rappresenta uno scriba.
Il personaggio accovacciato i modo asimmetrico, con un ginocchio sollevato da terra è raro è ancora più raro che poggia sui talloni o inginocchiato.
Ciò che noi chiamiamo accovacciarsi corrisponde in realtà al modo in cui gli egizi si sedevano normalmente.

La particolarità dell’Antico Regno erano poi le teste e i busti, che avevano una funzione diversa rispetto alle statue funerarie.
Lo stesso dicasi delle statue dei servitori che comparvero solo nel corso dell’Antico Regno e che venivano rappresentati intenti alla preparazione degli alimenti o alla svolgimento di altri servizi..
Le figure stanti in pietra presentano un pilastro dorsale, i gruppi statutari sono dotati di una lastra dorsale in comune.
Anche le figure sedute possono avere una lastra dorsale, che appare come un altro schienale.

Oltre a statue lavorate a tutto tondo ve ne sono altre direttamente scolpite nella roccia all’interno della sepoltura.
Le braccia e le gambe della statue in pietra sono collocate al corpo per mezzo di archetti.
Nelle opere in pietra calcarea, materiale più morbido, gli arti si staccano talvolta dal corpo, cosa tecnicamente non realizzabile con la pietra dura.
Nel caso della statua lignee, poi, non esisteva alcuna limitazione tecnica in questo senso, gli arti erano solitamente lavorati separatemente e assemblati al corpo in una seconda fase di lavorazione.
Fonte :
- Antico Egitto – Maurizio Damiano – Electa
- Egitto la terra dei faraoni – Regine Schulz e Matthias Seidel – Edizioni Konemann