E' un male contro cui lotterò

L’AIUTO DELLE DIVINITÀ

Di Andrea Petta e Franca Napoli

Abbiamo visto come la magia giocasse un ruolo importante nella medicina egizia. Oggi lo chiameremmo “effetto placebo”, ma indubbiamente era presa molto sul serio, come testimoniato dai papiri medici. È ovvio quindi che diverse divinità venissero invocate per dare aiuto e supporto al medico nella sua lotta contro i mali che affliggevano il paziente. Era di conseguenza prassi comune avere raffigurazioni di queste divinità come amuleti per difendersi dalle malattie.

Vediamo i principali:

THOT

Una bellissima rappresentazione di Thoth in forma di Ibis con un supplicante. Età Tarda, ca 700-500 BCE (XXVI Dinastia), Metropolitan Museum di New York

Gioca un ruolo fondamentale come dio della sapienza in generale e degli scribi (capacità di scrivere le formule magiche e di saperle leggere). Sotto la sua protezione erano le “Case della Vita” (vedi: https://laciviltaegizia.org/…/20/la-professione-medica-2/). Anche in ambito medico viene rappresentato con la testa di babbuino o di ibis.

SERQET

Una raffigurazione dell’Età Tolemaica di Serqet, accomunata ad Hathor dalla corona, conservata al Louvre. Si noti che la coda di Serqet non ha mai il pungiglione

Come abbiamo visto nel nostro lessico (https://laciviltaegizia.org/…/19/piccolo-lessico-medico/) il nome della Dea ha come determinativo uno scorpione senza pungiglione: questo indicherebbe la natura benevola della Dea (che toglie pericolosità all’animale) il cui nome si potrebbe tradurre come “Colei che impedisce al respiro di accelerare”.

In questo ruolo divenne ovviamente la principale protezione contro le punture di insetti ed aracnidi, nonché contro i morsi di serpente

SEKHMET

Una splendida Sekhmet in faience della XXVI Dinastia, battuta all’asta per 6,500 $ qualche anno fa

La Dea sanguinaria a testa di leonessa era la portatrice delle pestilenze, ed in questo ruolo ne andava invocata la benevolenza in tutte le malattie che colpivano contemporaneamente molte persone (oggi le chiamiamo “contagiose”).

Il suo ruolo sanguinario faceva sì inoltre che venisse invocata in caso di ferite aperte, di guerra in generale e nelle fratture esposte.

Quando agisce in modo distruttivo, come per le epidemie, lo fa solo per ripristinare l’ordine, la ma’at, e non per malvagità pura.. I suoi amuleti erano considerati potenti aiuti per guarire (Iside usa un amuleto di Sekhmet nel mito per guarire Horus).

HATHOR

Una placca in oro raffigurante Hathor, sempre della XXVI Dinastia, ritrovata a Saqqara e probabilmente appartenente ad una nobildonna locale. Il foro serviva per tenerla al collo come amuleto. Ora al Brooklyn Museum

Divinità benigna rappresentata in forma o con testa di vacca, simboleggia figurativamente la madre del Faraone fin dall’Antico Regno, anche se la “vacca Celestiale” risale addirittura al Predinastico. Nel suo ruolo, veniva invocata nelle per tutto ciò che attiene alla fecondità ed alla gravidanza

BES

Il Dio rappresentato come un nano aveva un ruolo importante nel corso della gravidanza e nella maternità, venendo spesso rappresentato nei “Mammisi” ed arrivando a avere influenza sul destino del nascituro.

Ma non solo: Bes vegliava sul sonno e sui sogni, ritenuti portatori di messaggi divini: per questo era spesso rappresentato sui poggiatesta usati per dormire

TAWERET

Questa statuetta di Taweret, ora al Museo Egizio di Torino, risale invece alla XIX Dinastia ed è dedicata dal disegnatore Parahotep (forse alla moglie o al figlio?)

L’ippopotamo femmina Taweret (https://laciviltaegizia.org/…/lippopotamo-femmina-la…/) era l’aiuto principale per le gestanti nel momento del parto. Vista l’elevata mortalità ad esso legata, un amuleto di Taweret non poteva mai mancare alla gestante. Essendo raffigurata con testa di ippopotamo, coda di coccodrillo e zampe di leonessa – tutti animali che difendono ferocemente i loro piccoli – veniva invocata per proteggere i neonati e di bambini ingenerale.

MIN

Viagra egizio – un amuleto di Min risalente all’Età Tarda (circa 650 BCE) conservato al Met Museum di New York. Originariamente era placcato in oro, di cui si vedono ancora tracce.

Il dio itifallico Min appare anch’egli già nel periodo Predinastico. Simbolo di forza e virilità, ha stranamente la…lattuga come alimento “abbinato”, trasformando la verde insalata in un potente afrodisiaco che poteva risolvere qualunque problema tipicamente maschile…

IMHOTEP e AMENHOTEP-FIGLIO-DI-HAPU

Un piccolissimo amuleto di Imhotep, alto appena 2.2 cm, risalente all’Età Tarda e conservato al Museo Egizio di Torino

A partire dall’età tarda, entrambi i medici furono divinizzati ed entrarono a far parte delle figure da invocare durante le cure ai malati; anche le cappelle a loro dedicate nei principali templi diventarono meta di pellegrinaggio per i malati in cerca di conforto


Il libro 42 del Libro dei Morti ci racconta a chi fossero “dedicate” le parti del corpo umano:

I capelli nella mia testa sono gli stessi di quelli della dea Nun.

Il mio viso è il disco solare di Ra.

La forza della dea Hathor vive nei miei occhi.

L’anima di Upuaut risuona nelle mie orecchie.

Nel mio naso vive la forza del dio Khenti-Khas

Le mie labbra sono le labbra di Anubi.

I miei denti sono i denti di Serket.

Il mio collo è il collo della dea Iside.

Le mie mani sono le mani del potente signore di Djedu (Osiride)

È Neith, la sovrana di Sais, che vive tra le mie due braccia.

La mia spina dorsale è quella di Seth.

Il mio fallo è il fallo di Osiride.

La mia carne è la carne dei Signori di Kher-Aha.

Il mio petto è del Signore del Terrore.

Il mio grembo e la mia schiena sono della dea Sekhmet.

Le forze dell’Occhio di Horus dimorano nelle mie natiche (non so se Horus sarà contento…).

Le mie gambe sono le gambe di Nut.

I miei piedi sono i piedi di Ptah.

Le mie dita sono le dita del doppio falco divino che vive in eterno.

In verità! Non c’è parte del mio corpo che non sia ospitato da una divinità.

Quanto a Thoth, protegge tutto il mio corpo.

Come Ra, mi rinnovo ogni giorno.

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