Di Grazia Musso

Il ruolo della donna in Egitto è assolutamente egualitario : godeva degli stessi diritti degli uomini, a qualsiasi livello e in qualsiasi occasione.
La donna non era in competizione con l’uomo, era complemento dell’uomo come questi era complemento della donna, erano una delle migliori manifestazioni del ruolo armonico della dualità nel pensiero egizio.

Questa statua, dal corpo formale ispirato alle posture maschili, si differenzia dalle altre opere per la capigliatua: una spessa parrucca di capelli ondulati e gonfi che terminano con riccioli.
La parrucca bipartita da un cobra del tipo “hathorico”, si riallaccia all’iconografia di Hathor..
Da Tanis, XII Dinastia – Scavi di Auguste Mariette 1860 – 1861
Granito nero, Altezza 165 cm, Larghezza 51 cm
Museo Egizio del Cairo JE 37487=CG 381
Le regine avevano il compito di completare la maestà e la divinità del re, che doveva contenere in sé i principi maschile e femminile.
Sin dalla Prima Dinastia le mastabe di molte regine hanno la stessa importanza di quelle degli stessi re.
Questo fatto si traduce anche nell’arte:fioriscono i motivi iconografici, le forme femminee e sensuali, ricchezza di forme che nulla ha da invidiare alla statutaria maschile e che, coerentemente con la mentalità dualistica egizia, la completa armonicamente.

L’idealizzazione formale dell’arte menfita lascia il posto a un morbido gioco di luci che accarezzano i lineamenti femminili.
Da Lisht, vicino alla piramide di Amenemhat I
XII Dinastia – Legno e doratura, Altezza 10,5 cm
Museo Egizio del Cairo – JE 39390
Fonte
Antico Egitto di Maurizio Damiano – Electra