Di Grazia Musso

Necropoli tebana – Medio regno
Museo Egizio del Cairo – JE 30742.
Tra gli animali che venivano realizzati a tutto tondo o rappresentati in bassorilievi e pitture, il riccio è una presenza costante nell’arte egizia.
Questa figurina rispecchia fedelmente l’aspetto reale dell’animale: il muso allungato con piccoli occhi e orecchie appuntite.
Le zampe grosse su cui appoggia il corpo ricoperto di aculei, realizzati in modo piuttosto schematico, con incisioni intersecantisi sulla superficie della schiena ricurva.
Il riccio appoggia su una base ovale.
La sua figura è attestata su bassorilievi di tombe dell’Antico Regno, come decorazione della prua delle barche, in forma di statuina a tutto tondo in argilla.
Fino all’epoca Tarda continua a essere raffigurato come animale del deserto, sia in rappresentazioni di caccia, sia come offerta funeraria.
Deposto nella tomba questo animale aveva probabilmente il valore di amuleto, forse connesso alle due divinità Mut e Bes , entrambe legate alla nascita:Mut quale dea madre per eccellenza, Bes come protettore della puerpera e del nascituro.
L’immagine del riccio venne utilizzata anche per la realizzazione di vasi teriomorfi, in particolare nella produzione di aryballoi in Faience di epoca greco-romana, sopratutto a Naukrati.
L’aryballoi è un piccolo vaso con corpo globulare o puriforme, senza distinzione tra spalla e pancia, con un corto e stretto collo e un ampio orlo piatto.
Era utilizzato per contenere oli profumati.
Fonte
Tesoro Egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – Francesco Tiradritti – fotografia Arnaldo De Luca – Edizioni White Star