1550-1069 a.C.
Di Franca Loi

THUTMOSI I
La mummia del re Thutmosi I della XVIII dinastia (Nuovo Regno), trovata nel nascondiglio di Deir el-Bahari (TT320) nel 1881, è una delle 22 mummie che è stata trasferita dal museo Egizio di Tahrir al museo nazionale della Civiltà Egizia.
Divenne re dopo la morte senza eredi del re Amenhotep I. Salì al trono all’età di quasi quarant’anni, durante il suo regno il dominio egiziano si estese a Sud. Le sue campagne militari hanno aperto nuove opportunità di scambio commerciale e relazioni diplomatiche ed economiche con i vicini dell’Egitto. Ha avuto molti figli, tra cui la regina Hatshepsut.
British Museum di Londra
La riunificazione del paese durante il regno di Ahmose I, che cinse la doppia corona fondando la XVIII dinastia, influisce in maniera determinante sulla cultura, come del resto era già accaduto nel Medio Regno.
“La XVIII dinastia segna l’inizio del periodo più celebre e glorioso dell’intera storia egizia.”

Copia di Nina de Garis Davies di un rilievo raffigurante Thutmose I accompagnato dalla madre Seniseneb, dalla Cappella di Anubi nel Tempio funerario di Hatshepsut a Deir el-Bahari. Metropolitan Museum of Art, New York.
I sovrani, sentendosi gli eredi della tradizione faraonica, tendono a realizzare monumenti e opere d’arte che richiamano nelle forme idealizzate l’Antico Regno. Vengono esplorate nuove strade e nuove soluzioni per il senso estetico che si andava sviluppando in quella società e una delle prime novità è la liberazione dell’opera dalla materia. Il cambiamento più determinante avviene con Hatshepsut, la sposa di Thutmose II che, rimasta vedova, usurpa il potere al nipote Thutmose e si presenta nel titolo e nelle statue ufficiali ufficiali come “re” : legittima tale pretesa per elezioni da parte del dio Amon.

Statuetta di Hatshepsut come “Grande sposa reale” di Thutmose II.
Museum of Fine Arts, Boston.

Sfinge di Hatshepsut
Scultura: granito
Metropolitan Museum of Art, New York ( USA )

Statua di Hatshepsut con gli attributi faraonici (la barba posticcia, l’ureo) e il copricapo khat. Ägyptisches Museum und Papyrussammlung, Neues Museum, Berlino.

Statua in basalto del supremo dio Amon, che Hatshepsut reclamò come proprio padre carnale.
Pennsylvania Museum of Archeology and Anthropology.
Dopo un secolo e mezzo di guerra dona all’Egitto un ventennio di pace e prosperità; promuove splendide opere d’arte, principale il suo tempio funerario, costruito a Deir-el Bahari dal ministro Senmut, imitando il vicino tempio di Mentuhotep, a esempio perfetto di inserimento di edificio in paesaggio.
Veduta di Deir-el Bahari in una foto d’epoca. Veduta dei resti dei tre templi nei pressi del sito di Deir el-Bahari. Da sinistra: il tempio di Montuhotep II, il tempio di Thutmosi III e, a destra, il tempio, meglio conservato, della regina Hatshepsut.
In basso a sinistra la firma dell’autore, con grafia speculare.
Anno: 1870 – 1888; Autore: A. Beato

Il ministro Senenmuth con la principessa Neferure, figlia di Hatshepsut.
Senenmut, il grande ministro di Hatshepsut.
Di umili origini, Senenmut fece carriera alla corte egizia fino a diventare l’uomo di fiducia della regina Hatshepsut. Prima di morire si costruì due monumenti funebri, ma la sua mummia non è mai stata trovata..
Chicago Field Museum of Natural History
Granito nero
Ricordiamo che si dedicò con tenacia al restauro di tutto quello che era andato distrutto o trascurato durante il lungo e difficile periodo degli Hyksos. “Io ho ripristinato ciò che era in rovina, ho terminato ciò che era rimasto incompiuto quando gli asiatici erano ad Avari, e i barbari in mezzo a loro, e distruggevano ciò che era stato fatto perché governavano nell’ignoranza di Ra e il principe Apopi scelse come suo signore soltanto Seth.”


Lo Speos Artemidos (vedi anche: https://laciviltaegizia.org/2021/01/11/lo-speos-artemidos/)
È un piccolo tempio rupestre fatto realizzare dalla regina Hatshepsut.
Questo tempietto fu costruito nella cosiddetta Valle del Coltello, a sud della necropoli di Beni Hassan; si tratta del primo tempio rupestre dell’antico Egitto.
La particolarità di quest’opera architettonica consisteva nel fatto che fosse integramente scavata nella viva roccia e che infatti Hatshepsut chiamò la dimora divina della valle. I monumenti di questo tempio erano degradati dall’abbandono e deteriorati forse da qualche invasione, così che Hatshepsut li fece restaurare.
Più avanti, nello stesso luogo, per opera di Ramesse III fu edificato il cosiddetto castello dei milioni di anni.
L’iscrizione è nel tempietto rupestre costruito dalla regina a Beni Hassan.
FONTE:
- ANTICO EGITTO DI MAURIZIO DAMIANO- ELECTA
- L’EGITTO DEI FARAONI-FEDERICO A.ARBORIO MELLA-MURSIA
- ARCHIVIO FOTOGRAFICO MUSEO EGIZIO
- WIKIPEDIA