C'era una volta l'Egitto, Medio Regno, XII Dinastia

IL COMPLESSO FUNERARIO DEL FARAONE SENOUSRET III (SESOSTRI)

Di Piero Cargnino

Il faraone Sesostri III fu il più grande e potente faraone della XII dinastia e forse dell’intero Medio Regno, durante il suo regno L’Egitto trascorse un periodo fiorente e di grande ricchezza, “una espressione politica di altissimo livello”, così lo definisce Franco Cimmino.

Senousret III, o Kakhaura Sesostri III, (“Il Ka di Ra ha preso forma”), regnò sulle Due Terre intorno al 1840 a.C. e fu un abile faraone guerriero, secondo Erodoto giunse a conquistare tutta l’Asia e parte dell’Europa, (anche se pare un poco eccessivo ma così ci dicono). Sul fronte interno proseguì la politica dei predecessori, portò ad una rinascita dell’Egitto avviando uno sviluppo urbano mai tentato in precedenza e ad una rinascita delle arti e dei commerci. Con maggior fermezza dei suoi predecessori, spense le ultime velleità di potere dei nomarchi rafforzando l’autorità centrale. Amato dal popolo, fu uno dei pochi faraoni divinizzati ancora in vita ed il suo culto personale proseguì ancora per molti secoli dopo la sua morte.

Figlio di Sesostri II e della regina Khenemetneferherdjet I detta Ueret, (la vecchia), prese per certo due altre mogli,  Khenemetneferherdjet II, (la giovane), e Neferthenut le cui sepolture sono attestate presso la sua piramide, altre sepolture nei pressi apparterrebbero forse alle figlie, Sithathor, Menet, Senetsenebtisi e Meret, come figli maschi forse ebbe solo il suo successore Amenemhat III.

Sesostri III praticò una politica di grande espansione verso la Nubia, contro la quale guidò personalmente ben otto campagne, e qui fece erigere nuove fortezze, Buhen, Semna occidentale e orientale, Toshka e Uronarti, questi ultimi sono un grande esempio di architettura militare. La mole che presentavano queste fortezze inducono a ipotizzare che le dimensioni delle stesse superassero le reali esigenze militari con il solo scopo di dare una dimostrazione della potenza dello Stato egizio. George Reisner studiò queste fortezze fino al 1964 prima che venissero sommerse dalle acque del Lago Nasser.

Una stele a Semna documenta le sue vittorie contro i nubiani e fa dire a Sesostri di aver reso sicuri i confini meridionali del Paese. Un’altra grande stele, sempre a Semna, commemora le sue vittorie in Nubia e nella regione di Canaan ed ammonisce i suoi successori di preservare i nuovi confini da lui stabiliti:

<<………Anno 16, terzo mese dell’inverno: il Re ha stabilito il Suo confine meridionale a Heh. Io ho stabilito il Mio confine molto più a sud rispetto a quello di Mio Padre. Sono un re che parla e agisce……… Vero figlio è colui che porta avanti l’impresa di suo padre, colui che custodisce il confine del suo genitore……….che la Mia Maestà ha stabilito, perché tu lo mantenga, perché tu combatta per esso…….. >>.

Intraprese anche campagne meno fortunate, nel diciannovesimo anno di regno le sue truppe furono catturate presso il Nilo e Sesostri dovette abbandonare l’impresa. Verso oriente Sesostri III, primo faraone, nella storia egizia, si recò in Siria per battere i popoli nomadi di Mentiju e Setjetiu, successivamente avvenne la presa di Sichem sul fiume Leonte in Libano. Nella sua tomba Sobek-Khu, comandante delle truppe di Sesostri, racconta orgoglioso di aver combattuto col faraone nella presa di Sikmen dove catturò un prigioniero:

<<…….. Sua Maestà mi compensò con un bastone di elettro che pose nelle mie mani insieme a un arco e a un pugnale di elettro lavorato, e mi donò anche le armi del prigioniero………>>.

Per quanto tempo abbia regnato Sesostri III è oggetto di dibattito, un papiro conservato a Berlino parla di 20 anni, secondo l’egittologo Josef Wegner, che ha esaminato un’iscrizione su un blocco di calcare dove si fa riferimento al 39° anno di regno, questo sarebbe da considerare un dato corretto ipotizzando una coreggenza col figlio Amenemhat III durante gli ultimi 20 anni. Altri egittologi, Tallet e Willelms, non concordano e ritengono probabile che tra padre e figlio non ci sia mai stata coreggenza.

Veniamo ora al complesso funerario che Sesostri III si fece erigere a nord-est della Piramide Rossa di Snefru a Dashur, questo superava decisamente i complessi dei suoi predecessori oltre che per le dimensioni anche per la concezione religiosa che ne era alla base. La piramide è larga 105 metri e alta 78 ed anche la sua costruzione differiva dalle precedenti, il nucleo era realizzato in mattoni senza lo scheletro interno in pietra mentre il paramento in calcare bianco rispecchiava quello tradizionale.

La ricerca dell’ingresso, anche in questo caso, creò non pochi problemi a Jacques De Morgan, che la studiò nel 1894-95, la cappella nord aveva solo la funzione di fuorviare gli eventuali saccheggiatori. L’ingresso si trovava sul lato ovest celato dal lastricato del cortile, da qui un pozzo immetteva in un corridoio discendente che conduceva alla camera sepolcrale. De Morgan però raggiunse la camera sepolcrale passando attraverso un tunnel scavato dagli antichi saccheggiatori.

La camera funeraria rivestita in blocchi di granito, stranamente ricoperti da un sottile strato di stucco bianco, presentava una volta a botte sopra la quale era stata ricavata un’altra camera ricoperta con cinque coppie di travi di calcare, ciascuna pesante 30 tonnellate. Sopra a queste ultime fu poi realizzata una volta in mattoni. La camera non si trovava in corrispondenza dell’asse verticale della piramide ma spostata verso nord-ovest. All’interno, contro la parete occidentale, un meraviglioso sarcofago in granito che presentava quindici nicchie, forse porte, il motivo della decorazione ed il numero delle porte non pare ricavato a caso, gli stessi elementi compaiono nella cinta muraria del complesso di Djoser a Saqqara.

A nulla servì l’ingegno dei costruttori per evitare saccheggi, la tomba fu violata forse già durante l’occupazione degli Hyksos ed i saccheggiatori non solo la svuotarono ma lasciarono addirittura incisi sulle bianche pareti i loro ritratti.

L’egittologo Lerner è dell’opinione che Sesostri III non fu mai sepolto nella piramide, che avrebbe svolto solo la funzione di cenotafio, bensì nel complesso architettonico di Abydo. Questa viene però considerata un’ipotesi vaga e poco probabile. Arnold ipotizzò invece che, essendo la camera sepolcrale molto semplice e posizionata in modo insolito, potrebbe trattarsi della camera di una regina, mentre quella del re potrebbe trovarsi sotto la verticale della piramide.

Fonti e bibliografia:

  • Miroslav Verner, “Il mistero delle piramidi” Newton & Compton editori, 2002
  • Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, Biblioteca Storica Laterza, Roma-Bari, 2011
  • Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano 2003
  • Pierre Tallet, “Sesostris III et la fin de la XIIe dynastie”, Paris 2005
  • Riccardo Manzini, “Complessi Piramidali Egizi – Abu Roash, El-Lisht, Mazguneh”, Ananke, 2011 Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Oxford University Press 1961, Einaudi, Torino 1997

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