C'era una volta l'Egitto, Medio Regno, XII Dinastia

NOFRET II, LA REGINA CHE SORRIDE

Di Piero Cargnino

Dato che abbiamo appena parlato del faraone Sesostri II, non possiamo fare a meno di ammirare una delle sue mogli, Nofret II, la regina che sorride.

Tra le sue diverse mogli, tre delle quali potrebbero essere state Khenementneferhedjet I, Khnumit e Itaweret ci fu anche Nofret II, figlia di Amenemhat II, il cui nome significa “La Bella”, tutte e quattro erano sue sorelle. Ma io voglio parlare in particolare di Nofret II che poteva vantare i titoli di “Figlia del Re”, “Grande dello Scettro”, “Signora delle Due Terre”.

Due sue statue, rinvenute da Auguste Mariette durante i suoi scavi negli anni 1860-1861 nel sito di Tanis e che, in origine, erano collocate forse nel tempio di Amon., si possono ammirare oggi al Museo Egizio del Cairo. Entrambe le statue raffigurano la regina Nofret II seduta sul trono, una di esse, catalogata col codice JE 37487, in granodiorite è alta 165 cm, rappresenta la regina con la mano destra posata sulla coscia sinistra e la mano sinistra sul braccio destro mentre nella seconda, Nofret ha entrambe le mani aperte sulle cosce con la scollatura del vestito che lascia intravedere due serpenti che circondano il nome di Sesostri II.

Quello che più colpisce è che la regina è rappresentata con la capigliatura divisa in due parti da un nastro e cade sul petto con due grandi riccioli e circonda un disco, si tratta della stessa acconciatura esibita dalla dea Hathor e da tutte le regine della XII dinastia. Sulla base della statua si trova un’incisione che recita: “La nobile, la prediletta, la graziosa, l’amata di Sesostri II, Nofret”. Particolarmente bello ed interessante è il viso della regina, scolpito secondo i canoni della bellezza tebana, che lascia trasparire, con regale eleganza, uno splendido sorriso.

Fonti e bibliografia:

  • Zahi Hawass, “Inside the Egyptian Museum”,  Il Cairo, American University in Cairo Press, 2010
  • Aidan Dodson e Dyan Hilton, “The Complete Royal Families of Ancient Egypt”, Thames & Hudson, 2004

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