Di Grazia Musso

Karnak, Tempio di Aton, scavi di H. Chevrier 1926
Museo Egizio del Cairo – JE 49529
Queste statue colossali di Amenhotep IV provengono da uno dei Templi che si trovavano a ridosso di quello di Amon – Ra, a Karnak , e che furono dedicati dal giovane monarca prima di trasferire la propria capitale a Tebe a Tell El-Amarna, ad Aton.
Essi decoravano i cortili dei Templi, appoggiandosi ai pilastri: il sovrano è rappresentato stante, abbigliato con un gonnellino plisettato che gli fascia completamente le cosce.
Le braccia sono conserte e le mani stringono il flabello e lo scettro heqa.
Sui polsi e sulle braccia compare il “nome didattico’ dell’Aton, ovvero l’appellativo programmatico del dio solare, riassunto della dottrina propugnata dallo stesso sovrano:” Viva Ra – Horskhty che gioisce all’orizzonte nella sua qualità di luce che è nell’Aton”.

Il volto del sovrano appare scavato, gli occhi sono ridotti a due fessure ed emergono da pesanti palpebre rilevate.
Il naso, diritto ed estremamente allungato, si dispone con una netta geometricita” al di sopra di una bocca dalle labbra carnose,ai bordi della quale è da due righe do espressione che partono dalle radici, il mento è sproporzionalmente lungo e continua con una barba posticcia dalla forma ancora più allungata.
Le orecchie si iscrivono nell’esasperazione complessiva delle forme: sono anch’esse molto lunghe e presentano i lobi forati.

I colossi che decoravano i pilastri del Gemetpaaton indossavano alternativamente due diverse acconciature.
Entrambe prevedevano il nemes con l’ureo sulla fronte.
Sopra di questo erano poste o la doppia corona o le due piume caratteristiche dell’iconografia del dio Shu ( ” l’aria”, che nell’interpretazione amarniana è però incarnazione della luce del disco solare).
Tra i colossi di Akhetaton rinvenuti a Karnak, e che rappresentano poche varianti significative, ve ne è uno che mostra il re nudo e in versione “asessuata”.
Alcuni studiosi ritengono che il re intendesse proporsi in questo modo come “madre e padre” del suo popolo…
Fonte:
- I Tesori dell’antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo – National Geographic – Edizioni White Star
- Tesoro Egizi nella collezione del Museo del Cairo – F. Tiradritti – fotografie Arnaldo De Luca – Edizioni White Star