Kemet Djedu, Mai cosa simile fu fatta, Statue, XVIII Dinastia

UN DIO, UN RE

GRUPPO STATUARIO DI TUTANKHAMON E AMON

Di Grazia Musso

Calcare, altezza 211 cm
Museo Egizio di Torino – Collezione Drovetti C. 768

Il gruppo statuario rappresenta il dio tebano Amon, seduto in trono, e il faraone Tutankhamon stante al suo fianco.

Il sovrano è raffigurato secondo una delle iconografia più ricorrenti nell’arte egizia: a torso nudo, con gonnellino plissetato ornato di cartiglio , la barba posticcia e il copricapo nemes impreziosito da un ureo sulla fronte.

Le sue dimensioni sono ridotte rispetto alla vicina vicina statua del dio, cosicché i volti della figura risultano alla stessa altezza, sebbene una sia seduta e l’altra in piedi.

Questa mancanza di proporzione tra Amon e Tutankhamon serve a dimostrare la maggiore importanza divina ed è un evidente segno di rispetto da parte del faraone che, dopo la venerazione del disco solare, ritornò al culto del dio tebano.

Il volto del dio, dall’espressione sorridente e serena, è impreziosito dalla barba posticcia ed è sormontato dal suo copricapo consueto. Si tratta di una bassa corona leggermente svasata verso l’alto sulla quale svetta o due alte piume accostate, di cui sono messe in evidenza le singole parti..

Il ritrovato legame di fede tra la dinastia monarchia e il dio Amon è sottolineato anche dal gesto affettuoso con cui il sovrano abbraccia la divinità.

Con questa composizione Tutankhamon ha voluto quindi sancire la rottura con la riforma religiosa di Amenofi IV – Akhenaton, rientrando il più possibile entro i canoni religiosi e artistici tradizionali.

Il sovrano Indossa un elaborato gonnellino plissettato, con risvolto frontale, che fa risaltare la forma del corpo. Proprio questa parte della composizione risente maggiormente degli influssi della precedente esperienza artistica amarniana, quando le figure erano caratterizzate da fianchi larghi, ventre cadente e cintura abbassata, aspetti che qui però risultano meno accentuati.

Il gruppo scultoreo fu poi usurpato , come spesso accadeva , da un altro faraone: Horemheb, che sostituì i cartigli del suo predecessore con i propri.

Il gruppo scultoreo è ornato, secondo la tradizione, di iscrizioni che riportano la titolatura e i nomi del faraone. Tra le teste delle due figure, ai lati delle gambe del dio e sulla cintura del faraone sono scritti i due nomi principali dell’usurpatore Horemheb, preceduti dalla definizione ” re dell’Alto e del Basso Egitto” e ” figlio di Ra”.

Fonte: I grandi musei – il Museo Egizio di Torino – Electra

ANALISI FILOLOGICA

Di Livio Secco

Questo gruppo statuario, uno dei più conosciuti del Museo Egizio di Torino, era già stato oggetto di un mio interessamento qualche mese fa. Ripropongo il lavoro perché sono convinto che vedere una statua egizia è bellissimo, ma leggerla è ancora meglio.

(ri)Provateci.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...