Di Grazia Musso

Altezza del pendente cm 5,7
Museo Egizio del Cairo – JE 61901
La collana fu trovata tra le bende che avvolge ano la Mummia di Tutankhamon e, secondo Carter, si tratta di un gioiello che il giovane sovrano avrebbe realmente indossato.
La sua decorazione ha un carattere soprattutto protettivo, in quanto vi appare l’occhio udjat al centro, considerato un amuleto di grande efficacia.
L’occhio, che aveva un forte valore apitropaico, era legato al mitico confronto che vide opporsi Horo, legittimo erede al trono del padre Osiride, e suo zio Seth, che aveva ucciso il fratello usurpandone la corona
Horo, che era nato dopo la morte del padre, attese di aver raggiunto la maggiore età per sfidare Seth, così da vendicare Osiride e reclamare il trono.
Nel corso del combattimento Seth strappo’ al giovane l’occhio sinistro.
Il dio Thot lo curò e lo restitui’ al legittimo proprietario
La tradizione attribuiva alla ferita inferta a Horus la caratteristica macchia che compare sulle guance del falco, identificata come la lacrima di dolore fuoriuscita dall’occhio quando questo era stato strappato dall’orbita.
Il termine, udjat con cui veniva designato l’occhio di Horus, significa ” sano, integro’ e fa riferimento proprio al fatto di essere stato curato e ricollocato al suo posto dopo l’offesa subita.
La collana è costituita da tripli fili di perle in oro alternate a quelle in faience rossa, verde e blu.
Alla collana è sospeso un elaborato pendente al centro del quale si trova l’occhio udjat, realizzato in lapislazzuli ( pupilla, contorno dell’occhio e sopracciglio) e turchese ( bianco dell’occhio e spazio sotto il sopracciglio) incastonati nell’oro.
Ai due lati si trovano le dee tutelari dell’Egitto: a destra la dea cobra Uadjet, padrona del Delta, che cinge la corona rossa , a sinistra, con le ali spiegate verso l’occhio udjat, si trova la dea avvoltoio Nekhbet che in qualità di protettrice dell’Alto Egitto reca sulla testa la corona bianca con due piume di struzzo ai lati.
Le sue zampe stringono il segno shen, il geroglifico con la corda che racchiude tutto ciò che è illuminato dal sole.
Il pendente è chiuso in basso da una barretta orizzontale decorata con un motivo a strisce verticali.
La pesantezza del pendente è bilanciata, all’estremità opposta della collana, da un contrappeso a forma di nodo isiaco tra due pilastri djed.
Fonte:
- Tutankhamon, i tesori della tomba – Zahi Hawass, – Einaudi
- Tesori egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – F. Tiradritti – foto Arnaldo De Luca – Edizioni White Star