Di Piero Cargnino
La XIV dinastia egizia copre un periodo che va dal 1760 a.C. al 1630 a.C. e comprende un numero imprecisato di sovrani dei quali abbiamo conoscenze estremamente scarse ad eccezione di quelli il cui nome è riportato nelle colonne 8,9,10 del Canone Reale. Non ci viene in aiuto il solito Manetone che a proposito della XIV dinastia non riporta alcun nome limitandosi a dire: <<…….settanta re di Xois che regnarono per 184 anni…….>>.
In effetti il Canone Reale ne riporta 71, parecchi andati persi del tutto, altri praticamente illeggibili o incompleti mentre per alcuni è ancora possibile leggere qualcosa. Come già più volte accennato la suddivisione della sequenza dei sovrani egizi in dinastie è una questione piuttosto simbolica tratta dalle opere dello stesso Manetone che, in modo particolare per quanto riguarda il Secondo Periodo Intermedio, fa un bel pasticcio accavallando dinastie che hanno regnato nello stesso periodo ma su parti diverse del paese. Basti pensare che la XIII dinastia copre un arco di tempo che va all’incirca dal 1793 a.C. al 1645 a.C. (Manetone parla di: <<…….60 re di Diospoli che regnarono per 453 anni…….>>).
La capitale della dinastia era Ity Tawy (dominatrice delle Due Terre) situata poco a sud di Menfi (la Fortezza Bianca). La XIV dinastia proveniente da Xois secondo Manetone, si pensa che inizialmente avesse per capitale Avaris nel Delta (l’odierna Tell el-Dab’a), solo in seguito alla conquista di Avaris da parte degli Hyksos si sia spostata a Xois. Copre anch’essa un arco di tempo pressapoco coincidente con la XIII dinastia a partire dal 1760 a.C. fino al 1630 a.C. circa. A prescindere da quanto scrive Manetone c’è da dire che furono sicuramente molti i regnanti ma i loro regni furono di breve durata e molti di essi non hanno trovato riscontri archeologici; parecchi si accavallano in quanto parelleli a quelli della XIII dinastia.
Ovviamente quando si parla di dinastie del Secondo Periodo Intermedio non si deve intendere una successione all’interno di una famiglia ma di sovrani che si susseguono senza alcuna pretesa genealogica aventi lo stesso centro di potere. Contemporanea della XIII dinastia, ed in parte anche della XV e della XVI, il dominio della XIV dinastia era limitato ad una regione del Basso Egitto come vassalli dei sovrani della XV dinastia Hyksos. Va aggiunto che gran parte dei nomi riportati nelle colonne 9 e 10, del Canone Reale sono da considerare fittizi in quanto nel citarli lo scriba, o gli scribi che compilarono il papiro hanno usato simboli che al tempo erano ormai caduti in disuso o addirittura non erano ancora stati introdotti. La cosa è del tutto plausibile tenuto conto che la stesura del papiro risale a parecchi secoli dopo il secondo periodo intermedio basandosi su fonti che noi non conosciamo. Vediamo ora quei sovrani dei quali ci è pervenuta qualche notizia.
NEHESI
Stranamente il nome di questo sovrano significa “nubiano” anche se è sicuro che abbia governato nel Delta del Nilo, almeno su di una parte. Su alcuni scarabei trovati negli scavi il nome di questo sovrano è seguito da “figlio di re”, questo lascia supporre che non sia lui il primo faraone fondatore della dinastia, secondo molti studiosi Nehesi sarebbe il figlio de primo re il cui nome probabilmente compariva nelle ultime righe della colonna 7 del Canone Reale. A testimonianza di questo sovrano ci sono pervenuti numerosi monumenti, uno dei quali è un obelisco proveniente da Tani, una stele da Avaris, una statua ed alcuni scarabei.

MERIDJEFARE
Con Nehesi è l’unico sovrano ad aver lasciato alcune testimonianze archeologiche. Sappiamo che salì al trono con il nome di “Mer-djefa-Ra” (Ra ama le provviste). Il Canone Reale lo colloca nella riga 8 colonna 5 e gli assegna tre anni di regno ad Avaris. Di lui è stata rinvenuta, tra la fine del 1988 e l’inizio del 1989, una stele a Saft al Hinna, nell’area del Delta orientale poco a sud-ovest dell’attuale città di Zagazig, sulla stele, oggi parte della collezione B. Krief, oltre al suo nome, compare una scena dove Meridjefare fa un’offerta al dio Sopdu, alle spalle del re compare il proprietario della stele, il tesoriere Renisonb.

IP…..
Questo sovrano, di cui compare solo una piccola parte del suo nome, è stato oggetto di approfondimenti da parte dell’egittologo Kim Rhyolt che pensa di interpretarne il nome come Apopi.
……SA…..(figlio)
Dopo un’analisi stilistica dei glifi utilizzati, gli egittologi che si sono dedicati allo studio del Canone Reale, hanno formulato l’ipotesi che, a partire dal nome di questo sovrano, molti dei nomi che seguono nelle colonne 9 e 10 siano del tutto fittizi e che non appartengano ad alcun sovrano realmente esistito ma che siano stati inseriti nel Canone per una oscura ragione che non si sa spiegare. Le gravi lacune delle due colonne rendono difficoltosa la lettura ed ancor più la collocazione degli ulteriori frammenti del papiro.
Fonti e bibliografia:
- Margaret Bunson, “Enciclopedia dell’antico Egitto”, Fratelli Melita Editori, 1995
- Mario Tosi, “Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto”, Ananke, Torino 2004
- Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, 2003
- Salima Ikram, “Antico Egitto”, Ananke, 2013
- Pascal Vernus e Jean Yoyotte, “Dizionario dei Faraoni”, Edizioni Arkeios, 2003
- Alan Gardiner, “La civiltà egizia” – Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997)
- Alan Gardiner, “The Royal Canon of Turin”, Griffith Institute, Oxford, 1987
- Kim Ryholt, “La situazione politica in Egitto durante il secondo periodo intermedio”, Istituto Gustave Jéquier, “Storia della civiltà egizia”, Ferrieres Dacoopman, 2018