Di Piero Cargnino
Contemporaneamente alla XV dinastia Hyksos che regnava da Avaris, si formò a Tebe la XVI dinastia la cui giurisdizione era limitata all’Alto Egitto.
Di questa dinastia che regnò per circa settant’anni, come in parte anche della XV, si sa pochissimo in quanto i re del Nuovo Regno fecero cancellare quasi tutte le tracce di quello che fu considerato un periodo oscuro e disonorevole per l’Egitto. Quel poco che si conosce ci proviene dal solito Canone Reale dove, in un frammento molto danneggiato, sono elencati circa 15 personaggi del tutto enigmatici. L’individuazione di questi pseudo regnanti e la loro collocazione cronologica crea un vero rompicapo per gli studiosi in quanto sono difficilmente reperibili notizie di interesse storico e archeologico. Non compaiono in nessuna lista reale se non in piccoli scarabei o iscrizioni con i loro cartigli spesso danneggiati e di difficile interpretazione.
La maggior parte degli studiosi ritiene che fossero vassalli degli Hyksos e li chiama “Piccoli Hyksos” per distinguerli dai “Grandi Hyksos”, cioè la XV dinastia di Avaris. Gli epitomi di Manetone, Sesto Giulio Africano ed il bizantino Giorgio Sincello li citano con l’espressione dello stesso Manetone che scrive: <<……la XVI dinastia furono ancora Re-pastori (Hyksos), 32 di numero, essi regnarono per 518 anni……>>. (Manetone: Aegyptiaca, fr. 45[17]).

Trascurando l’ormai risaputa inesattezza nel computo degli anni adottata dallo storico greco, ciò che traspare è il fatto che i regnanti di questa dinastia fossero “re stranieri”, se non del tutto, comunque mescolati alle popolazioni semite che invasero il Delta.
Dallo studio dei vari frammenti danneggiati del Canone Reale, l’egittologo Ryholt prima, poi Bourriau, identificarono diversi sovrani della XVI dinastia, altri studiosi non concordano con le ipotesi di Ryholt e Bourriau ritenendole “discutibili e impegnative” constatando la scarsità delle prove presentate.
Un’analisi storica ci porterebbe a pensare che la XVI dinastia si trovasse in una situazione assai difficile, pressata a sud dai regnati di Kush i quali, approfittando della debolezza dei faraoni della XIII dinastia, erano già entrati nell’Alto Egitto occupando la regione meridionale giungendo fino ad Elefantina e Kurgus, ed a nord dagli stessi Hyksos. Il loro dominio era dunque limitato ai territori intorno a Tebe e, pare anche alla regione tra Hu-Het e Edfu.
La XVI dinastia dovette attraversare periodi molto duri prima di potersi stabilizzare come vassalli degli Hyksos. Si trovò ad affrontare la dura carestia che si era già presentata alla fine della precedente dinastia e che infierì duramente sulla regione in particolar modo durante il breve regno di Neferhotep III. Si trovò poi ad affrontare l’assedio dei re Hyksos della XV dinastia che espugnarono la città conquistandola. Come riuscirono poi a riprendersi la propria capitale e i territori sopra Abido si può spiegare solo col fatto che, grazie alla stipula di un trattato di pace, regnarono come vassalli dei loro vincitori.
Secondo l’egittologo Kim Ryholt sarebbe stato il re Dedumose I ad aver invocato la tregua anche se pare che la tregua fosse già stata richiesta dal suo predecessore, Nebirau, fatto sta che riuscirono ad ottenere un periodo di relativa pace.
Nonostante accurate ricerche non è stata scoperta alcuna tomba dei sovrani della XVI dinastia, si pensa comunque che il luogo dove si fecero seppellire si trovasse nei pressi di Dra Abu el-Naga che in seguito diventerà poi la necropoli dei faraoni della XVII dinastia.

In questa località l’egittologo italiano Joseph Passalacqua, che condusse scavi archeologici dal 1821 al 1826 in vari siti, principalmente presso la necropoli tebana, il 4 dicembre 1823, scoprì una camera sepolcrale intatta che descrisse in dettaglio in un catalogo pubblicato nel 1826. Si trattava della sepoltura della “Grande Sposa Reale” Mentuhotep, moglie del faraone Sekhemra Sementaui Djeuti (1650 a.C.) che alcuni identificano come secondo sovrano della XVI dinastia. Il suo sarcofago riportava formule poi confluite nel “Libro dei morti”, questo starebbe ad indicare che i tebani vollero disporre di nuovi testi per i riti funerari non potendo ricorrere agli archivi di Menfi che si trovava sotto il dominio Hyksos.
Parliamo ora dei sovrani che hanno regnato durante questa dinastia, esistono varie ipotesi circa le liste di questi re, sono ipotesi che rispecchiano linee di pensiero diverse. Egittologi quali von Beckerath, Helck e Grimal ritengono che i governanti della XVI dinastia siano stati meri vassalli dei re Hyksos, secondo altri egittologi invece questi re governarono Tebe come un regno indipendente, ultimo baluardo della cultura egizia. Stando alla ricostruzione del Canone Reale, effettuata da Ryholt risulterebbe invece che 15 sovrani di Tebe potrebbero essere associati alla dinastia, molti dei quali attestati da fonti contemporanee, nel contempo afferma che costoro pagassero veramente tributi ad Avaris.
L’egittologo Alan Gardiner è stato molto scettico nel giudicare la “regalità” di gran parte di questi sovrani della XVI dinastia. La maggior parte di essi è presente solo su sigilli scarabei trovati nei luoghi più disparati, la Palestina, Kerma in Nubia ed altri. Alcuni di essi hanno nomi tipicamente di origine asiatica; i nomi di Yacob-her e Sheshi compaiono inseriti in cartigli, altri, come Yamu e lo stesso Sheshi si valsero dell’epiteto di “Figlio di Ra”. Di questi regnanti il loro nome non è presente su alcun monumento nè impresso su rocce a testimoniarne una grandezza che loro in effetti non ebbero mai.
Secondo Franco Cimmino, egittologo italiano, i sovrani della XVI dinastia sono meno che fittizi, “…….un insieme piuttosto disordinato, rissoso e non organico…….” di capi locali sotto il controllo degli Hyksos. L’elenco di questi regnanti, che non esamineremo singolarmente in quanto sono incerti sia i nomi che la sequenza, differisce pure a seconda dello studioso che l’ha compilato. Tra le più autorevoli possiamo citare la lista di Jurgen von Beckerath e quella di Wolfgang Helck, che già è leggermente diversa. Ciascuna lista proposta è largamente dibattuta, di sicuro va detto che non è neppure certa l’attribuzione di alcuni regnanti che potrebbero addirittura essere ascritti alla XIV dinastia o, in alternativa, potrebbero addirittura appartenere a prìncipi che regnarono su città come Abydos, Nekhen o Edfu.

A proposito di Abydos, nel Canone Reale, non compare, secondo Ryholt, il re Upuautemsaf ricordato su di una stele rinvenuta nella tomba del faraone Woseribra Senebkay sita in una località nei pressi di Abydos che gli antichi egizi chiamavano “Montagna di Anubi”. Il regno di Nebirau I potrebbe essersi esteso a settentrione fino a Hu/Het (la Diospoli Parva dei greci) ed a sud fino a Edfu. A questo punto non possiamo che prendere atto che, con l’estinzione della XVI dinastia subentrano altri principi di Tebe i quali, almeno all’inizio, furono ancora tributari degli Hyksos della XV dinastia, ma di essi ne parleremo in seguito.
Fonti e bibliografia:
- Kim Ryholt, “The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period”, Copenhagen, Museum Tusculanum Press, 1997
- Gardiner Alan, “La civiltà egizia”, Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997
- Edda Brasciani, “Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto”, De Agostini 2005
- Guy Rachet, “Dizionario Larousse della civiltà egizia”, Gremese Editore 1994
- Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Mursia 2005
- Margaret Bunson, “Enciclopedia dell’antico Egitto”, Fratelli Melita Editori 1995
- Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani 2003
- Kemet, “La voce dell’Antico Egitto, “Gli Hyksos, il popolo invasore”, Web 2017 Joseph Passalacqua, “Catalogue raisonné et historique des antiquités: découvertes en Égypte”, Paris Galerie D’Antiquités Égyptiennes, 1826