Di Grazia Musso
Nel 1906, appena intrapresi i lavori di scavo nella necropoli di Deir el-Medina, Schiaparelli portò alla luce un’importante monumento appartenuto a un pittore che visse all’interno del villaggio nella seconda metà della XVIII Dinastia.

S. 7886
Scavi di E. Schiaparelli a Deir el-Medina
Si tratta della cappella funeraria di Maia, il cui titolo completo era “scriba-disegnatore di Amon nella Sede della Verità”.
L’ambiente culturale, sormontato in origine da una piccola piramide di mattoni crudi, sorgeva sopra la tomba alla quale era collegato tramite un pozzo.
Le pareti della cappella sono realizzate in mattoni di fango fresco e paglia, successivamente coperte da Intonaco.

La pittura a Tempera è applicata a secco e i colori sono ottenuti da prodotti minerali e vegetali ( ocra per il rosso e il giallo, carbone per il nero, carbonato di calcio per il bianco, malachite per il blu e verde), mescolati con acqua ed un legante, la gomma d’acacia.

I dipinti di questa cappella, eccezionalmente conservati, anche se solo parzialmente, sono stati raccolti e trasportati in Italia dal restauratore Fabrizio Lucarini nel 1906
Egli riuscì a distaccare l’intonaco dipinto che copriva le pareti e la volta, usandola tecnica a “strappo”, che prevede l’incollaggio di tele sulla superficie dipinta per mantenerla insieme durante la rimozione.
Si usavano poi dei solventi per distaccare le tele dalla pittura.
Questo procedimento , anche se esige grande abilità, permette di non sezionare l’intonaco e di preservare al massimo il dipinto.

Le pareti, decorate con vivaci pitture, eseguite sulle pareti sono state eseguite, probabilmente, dallo stesso Maia.
La cappella di Maia e Tamit, presumibilmente contemporanei di Kha, è decorata da pitture articolate in tre registri, con il corteo funebre protetto da amuleti, il trasporto degli arredi funebri, il viaggio rituale.

Sulla parte in fondo della cappella si vedono i genitori di Maia; i riti funebri con l’incensi e le libagioni sono officiati da due dei figli di Maia.
Le scene si snodano su vari registri, che raffigurano Maia e la moglie, oltre a membri della loro famiglia, portatori di offerte, donne in lutto imbarcazioni rituali per il simbolico viaggio.
Le dimensioni della cappella sono simili a quelle della cappella di Kha.

Altezza cm. 67
C. 1579 – Co9 Dro3
La stele funeraria, che nel 1824 fu portata al Museo Egizio di Torino.

Nel registro superiore della stele la coppia è raffigurata con vesti bianche, nell’atto di lodare Osiride e Hathor, mentre nel registro inferiore i coniugi appaiono seduti davanti a una tavola per offerte mentre ricevono le vivande presentate dai loro nove figli, nominati uno per uno; il decimo figlio, più piccolo, è in puedi vicino alla sedia dei genitori.

Su di essa sono raffigurati Maia e la moglie mentre rendono omaggio agli dei Osiride e Hathor e mentre ricevono offerte da parte dei figli.

Fonte
- https://collezioni.museoegizio.it>
- https://antonellagiroldini.it>
- I grandi musei: il Museo Egizio di Torino – Electa
Fotografie: Museo Egizio di Torino