Donne di potere, Hatshepsut

AMENHOTEP IL DIRETTORE DEI LAVORI, VETERANO DEL RE

A cura di Grazia Musso

Amenhotep, titolare della tomba TT73, fu un funzionario attivo principalmente sotto il regno di Hatshepsut.

Non si hanno notizie della sua famiglia, salvo il nome della moglie Amenemopet.

Nella sua tomba a Sheikh el-Qurna, il suo nome fu accuratamente cancellato durante il regno di Akhenaton, ma le due iscrizioni grafite sull’isola di Sehel hanno permesso di ricostruirlo, mediante il suo ruolo proclamato su questi documenti ” Sovrintendente dei lavori per i due grandi obelischi”.

Il primo è composto da tre righe: ” Unico confidente del Re il suo amato, Sovrintendente dei lavori per i due grandi obelischi, Sacerdote di Khnum, Satis e Anukis, Amenhotep”.

Sempre nella stessa località, Amenhotep è rappresentato su un secondo graffito: l’immagine lo mostra in piedi, indossante una pelle felina, come Sommo Sacerdote di Anukis, responsabile del lavoro nella grande casa del granito rosso, Amenhotep e sua moglie Amenemopet. Il titolo si riferisce alla triade Khnum, Satis e Anukis, divinità protettrici della regione.

Il grande traguardo della sua carriera, di cui era particolarmente orgoglioso, è stato il lavoro dei due grandi obelischi per la regina. Sia ad Assuan e a Tebe, egli stesso si descrive come ” il capo responsabile dei lavori per i due grandi obelischi”. Questi sono stati posti nella “Casa di Amon”, nel tempio di Amon a Karnak, come è stato espressamente indicato nella tomba. I due obelischi furono posti tra i piloni 4 e 5.

Dalla sua tomba si rileva che, oltre al compito di sovrintendente per gli obelischi, abbia avuto anche il compito da parte di Hatshepsut, di costruire una cappella a Elefantina, con le immagini delle divinità locali.

Donne di potere, Hatshepsut

DYEHUTY

A cura di Grazia Musso

Dyehuty servì Hatshepsut e poi anche Tuthmosis III, proveniva probabilmente dalla zona di Tebe, forse Hermopolis, e iniziò la sua carriera come esattore delle tasse per poi raggiungere le più alte cariche della corte.

Djehuty è succeduto a Ineni (sepolto nella tomba n. 81 a Tebe) come supervisore del tesoro. Era lui che controllava tutte le pietre preziose del tempio di Karnak e che era incaricato di riempirlo con tutti i tipi di prodotti.. Inoltre, era incaricato di registrare i diversi prodotti che provenivano da terre straniere come tributo annuale, nonché ciò che gli davano i governanti locali dell’Egitto.C ontava i prodotti che provenivano da tutte le terre straniere e le meraviglie che venivano da Punt. Era incaricato di registrare i prodotti degli Shasu, popolazioni semi-nomadi della regione della Palestina, e l’oro degli Aamu (Semiti). Inoltre, ha anche ricoperto la carica di ” supervisore del lavoro” in numerose costruzioni. È stato responsabile dei lavori sulla barca sul Nilo “User-hat-Amon” e di vari lavori a Deir el-Bahari a Kernak. Nel primo di questi templi è da segnalare la costruzione di una grande cappella in onore della regina Hatshepsut, in ebano nubiano, forse quella trovata da M. Naville, in questo tempio. A Karnak ha eseguito lavori su diverse porte, obelischi, altari e cappelle.

Djehuty era, senza dubbio, un personaggio importante, con un grande peso all’interno del governo di Hatshepsut. Infatti, nella sua autobiografia, si definisce ” un capo di palazzo”. È probabile che fosse un fedele sostenitore di Hatshepsut, quindi come alcuni dei suoi monumenti sembrano indicare, potrebbe aver subito una qualche forma di persecuzione o emarginazione dopo la morte della regina. Così, nella sua tomba, il nome della regina fu completamente cancellato e persino, in diverse occasioni, il nome dello stesso Djehuty.

La “dannatio memoriae” di Djehuty è avvenuta non solo sulla sua tomba, ma anche a Deir el-Bahati. Nei rilievi relativi alla spedizione a Punt è stata volutamente cancellata una figura che registra i prodotti arrivati da questo paese, ma che può essere identificata attraverso il nome e il titolo che l’accompagnano: ” lo scriba e maggiordomo Djehuty”. Sempre a Deir el-Bahari nella scena in cui Hatshepsut viene informata del successo della spedizione a Punt, davanti alla regina compaiono tre personaggi le cui figure sono state cancellate: il primo sarebbe quello di Nehedi, il secondo quello di Senemut e il terzo dovrebbe essere di Djhuty. Questi tre nobili appartenevano al gruppo di ufficiali che avevano il maggior peso e Influenza durante il regno di Hatshepsut.

Sembra che dopo la sua morte abbiano subito una sorte di persecuzione nei loro monumenti, proprio a causa dello stretto legame con lei.

Fu sepolto nella tomba tebana TT11, nella necropoli di Dra Abu el-Naga. Dalla sua tomba sono conservate due stele, una delle quali con iscrizioni delle sue attività di costruzione del tempio di Karnak.

La pianta della tomba
Parte orientale della cappella
Nut nella stanza della tomba, scoperta nel 2009ngresso
All’ingresso della tomba di Djehuty, hanno trovato 5 orecchini d’oro e 2 anelli d’oro che risalgono all’inizio della XVIII Dinastia e che probabilmente Appartenevano a Djehuty o a un membro della sua famiglia.
Camera funeraria TT11
Rituale del “girotondo” intorno alla tomba
“strangolamento” di un prigioniero nubiano
Donne di potere, Hatshepsut

HAPUSENEB

A cura di Grazia Musso

Fu un importantissimo dignitario durante il regno della regina Hatshepsut.

Era il figlio di Hapu, terzo sacerdote lettore di Amon .Fu il Primo Profeta di Amon dall’anno 2 all’anno 16 del regno della regina, principe ereditario e Conte, Tesoriere del Re dell’Alto e Basso Egitto, Supervisore dei Sacerdoti dell’Alto e Basso Egitto e Supervisore di tutti i lavori del Re.

Unitamente a Senenmut si occupò della realizzazione dei grandi progetti della regina, quali la costruzione della sua tomba e del tempio di Deir El-Bahari, l’ampliamento del tempio di Amon a Karnak, la spedizione nella terra di Punt.

A causa dello scarso numero di documenti è difficile descrivere il corso della sua carriera con una certa sicurezza. Primo Sacerdote di Amon, forni’ ad Ahtshepsut il supporto alla sua legittimazione come faraone, per questo fu concepito il mito religioso più bello mai conosciuto nella storia d’Egitto: il Mito della teogamia, cioè il divino matrimonio tra un essere mortale e un Dio, dichiarando Hatshepsut figlia del dio Amon e della regina Ahmes.

Egli venne sepolto nella necropoli d’élite di Tebe, nella tomba TT67.In un ‘iscrizione nella sua tomba è rappresentato nella importante spedizione per la terra di Punt, di quella spedizione fu senz’altro, il più vicino consigliere della regina, il principale organizzatore della spedizione e, come responsabile del dominio di Amon, il principale beneficiario.

Una iscrizione nella sua tomba elogia il sommo sacerdote e fa luce su alcuni tratti della sua personalità, sottolineando la sua importanza:” iI nobile, il principe, che si avvicina al corpo divino, i cui favori sono stabili e grande amore che ispira, che lo fa eminente al palazzo reale, il dotto iniziato ai misteri della Enneade divina, superiore dei segreti dei due urei, il direttore delle più alte cariche, il sommo sacerdote di Amon, Hapuseneb “.La tomba è stata per lungo tempo in preda al degrado, usata come stalla e la decorazione originale quasi distrutta. Rimangono le scene del trapianto degli alberi, di lavori artigianali e di Hapuseneb di fronte al tavolo delle offerte.

Cono funerario che decorava la facciata della tomba di Hapuseneb.
Metropolitan Museum of Art, New York.
Tomba di Hapuseneb, la tomba TT67 sul pendio di Sheik Abd El – Qurna

Parte anteriore della TT67 che mostra l’ingresso
Parte anteriore le finestre…

Sulla parete posteriore della sala trasversale, Davies (1961) identificò una scena di Punt che mostra come gli alberi di incenso fossero stati abbattuti a Punt. Sul lato sinistro è raffigurata una figura che sorveglia l’abbattimento degli alberi. Questo è un disegno di Davies.

Secondo Davies la scena mostra artigiani evidentemente costruttori di carri che intagliato e piegano il legno o il cuoio, probabilmente controllati da un sorvegliante, in piedi sulla destra.

Donne di potere, Hatshepsut, XVIII Dinastia

LA STELE DI HATSHEPSUT DEI MUSEI VATICANI

A cura di Ivo Prezioso

Particolare della stele che la regina Hatshepsut fece erigere per commemorare un restauro fatto eseguire a Tebe Ovest.

In alto c’è il disco solare alato simbolo di Amon-Ra che abbraccia una scritta piuttosto convenzionale che si ripete letta prima da sinistra a destra e poi viceversa: Bhdty ntchr ‘3 nb pt (quello di Behedt,[cioè Horus] grande signore del cielo). La scena vera e propria è invece molto interessante e vede come protagonisti quattro personaggi riconoscibili dal loro abbigliamento e dal fatto che sopra ognuno di loro è scritto il proprio nome.

Da sinistra a destra abbiamo: Amon-Ra, con il suo alto diadema e la dicitura corrispondente ‘Imn R’ nb nswt t3awy (Amon Ra signore dei troni delle due terre). Regge con una mano lo scettro “was” e nell’altra, non visibile nell’illustrazione, il segno della vita “‘nkh”

Di fronte a lui sta Hatshepsut che gli porge un offerta rituale. Indossa la corona Keperesh e veste abiti maschili. Che si tratti di lei ce lo dice il cartiglio col suo nome di intronizzazione Maatkara seguito dalla dicitura dì ‘nkh mi R’ (dotata di vita come Ra).

Dietro di lei segue Tuthmosis III con la corona bianca dell’Alto Egitto ed il relativo cartiglio col suo nome di intronizzazione (quindi siamo in piena co-reggenza) Menkheperra seguito dalla formula dì ‘nkh (dotato di vita).

L’ultima figura è la personificazione, di Khefet-her nebes, definita dall’iscrizione sulla sua destra, w3st khftt hr nb s (Tebe, la necropoli – letteralmente, colei che è di fronte al suo signore). Illustrata a grandi linee la scena raffigurata, lo spunto di riflessione viene dai presunti pessimi rapporti tra la regina ed il nipote, futuro faraone.

E’ vero che spesso i nomi Hatshepsut sono stati cancellati, (però questa stele, ad esempio è perfettamente integra), ma molto tempo dopo e neanche si può accettare con leggerezza che la tanto strombazzata “damnatio memoriae” sia tutta dovuta alle ire del nipote per troppo tempo tenuto a freno, come molti egittologi hanno sostenuto. In realtà, la cancellazione non è stata così sistematica come quella subita da Akhenaton (in quel caso, si può evocare la damnatio); è avvenuta tempo dopo, per la maggior parte, anche molto dopo il regno di Tuthmosis III, e probabilmente alla base ci sono motivi che ancora non trovano una spiegazione soddisfacente. Ma poi di questo, si parlerà più diffusamente nel prosieguo della rubrica. La mia opinione(del tutto personale e, conseguentemente, da considerare come tale), è che il regno di una donna, sebbene non una novità, costituisse un’eccezione soprattutto di tipo ideologico (Faraone= Horus incarnato in terra). e quindi visto come elemento di disturbo nei confronti di una tradizione ormai quasi due volte millenaria. Inoltre, non è da escludere che l’appoggio richiesto al clero di Ammone per favorirne l’intronizzazione, non sia stato proprio (diremmo oggi ) a gratis. Questo vide accrescere enormemente il potere di quella classe sacerdotale e fu forse una delle concause che portò allo scisma amarniano. Io credo che sarebbe molto più prudente attenersi alle evidenze nude e crude, e trarre le conclusioni solo in presenza di prove inequivocabili. Oltretutto andrebbe tenuta presente la mentalità egizia completamente differente dalla nostra. Spesso i faraoni usurpavano monumenti dei loro predecessori, cancellandone le tracce, addirittura smontandoli e ricostruendoli e sostituendo i loro cartigli. Come spiegare, per esempio le sovrapposizioni operate ad Abydos da Ramses II, nel tempio eretto dall’amatissimo padre? Sovrapposizioni che in parte sono venute giù ed hanno lasciato delle curiose commistioni di simboli che hanno scatenato la fantasia di pseudo-studiosi cui non è sembrato vero di annunciare al mondo che gli egizi possedevano elicotteri, carri armati, astronavi!!!!!! Ma questa è un’altra storia che esula completamente dalle finalità del nostro gruppo.