A cura di Grazia Musso
Figlio di Tuthmosis II e di una sposa secondaria di nome Aset, salì al trono giovanissimo, ancora bambino.
Il suo regno si può suddividere in tre fasi: la prima lo vide, fanciullo, sotto la custodia di Hatshepsut. La seconda, lo vide già adulto come correggete con Hatshepsut. La terza fase ebbe inizio il decimo giorno del secondo mese (della stagione) di peret, nell’anno ventiduesima del faraone, (di Hatshepsut, dato che contavano assieme gli anni di regno), e Tuthmosis divenne sovrano unico.
Dal momento in cui il il re iniziò a reggere da solo il paese, partì per le sue campagne militari, che furono la caratteristica del suo regno. Troviamo segni del sovrano dalla Nubia all’Asia .La prima campagna vide svolgersi la celebre battaglia di Megiddo, vinta dagli egizi. Il re continuò la conquista verso il nord, si spinse fino all’attuale Libano, dove si scontrò, per la prima volta, con i Mitanni.
Sotto il regno di Tuthmosis e Hatshepsut, l’arte fece dei passi da gigante in tutti i campi: le numerose statue e rilievi sono di rara bellezza. In campo architettonico si ricordano le costruzioni di Karnak, prima fa tutte è l’Akhmenu, una grandiosa sala delle feste costruita alle spalle del santuario di Amon, a Tebe Ovest, fece costruire per sé un tempio chiamato Heneqet-ankh, e modificò a Deir El Bahari il Kha-Akhet di Hatshepsut. Nel resto del paese il suo nome si trova a Heliopolis, a Elefantina.
Il sovrano ebbe varie spose, fra cui la “Grande Sposa Reale” Merytre -Hatshepsut, madre di Amenhotep II, che successe al padre.
Il suo regno durò in totale cinquantaquattro anno. Alla morte fu sepolto nella tomba, che si era fatto costruire, nella Valle dei Re. La tomba KV 34, che è una delle più eleganti della valle, è incompiuta: una sala funeraria e un sarcofago a forma di cartiglio. Le pareti sono decorate con le scene e le iscrizioni del Libro dell’Amduat.
Il corpo fu poi trasferito nella cachette di Deir El Bahari.
Fonte: Dizionario Enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà Nubia e di Maurizio Damiano – Appia.
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