A cura di Grazia Musso
Il soffitto della sala, appartenente alla tomba TT 353, è rettangolare, suddiviso in due parti suddivise dal colmo del tetto.
Tutto il soffitto è circondato da una cornice di stelle. Mentre una delle parti rappresenta l’universo con le costellazioni note e con riferimenti di tipo astronomico, l’altra è costituita da una serie di dodici cerchi rappresentanti i dodici mesi dell’anno identificati con le relative tre stagioni di appartenenza: Akhet, Peret e Shemu, ciascuno dei quali suddiviso in ventiquattro settori.



I cerchi/mesi sono a loro volta separati tra loro, da un triangolo isoscele molto acuto, a costituire due gruppi: uno formato da quattro cerchi, l’altro da otto. Il triangolo collega il punto di osservazione terrestre a un punto della volta celeste che si trova sulla sua verticale; qui una divinità indica una stella componente la costellazione egizia della “coscia di toro” corrispondente all’Orsa Maggiore ad indicare il passaggio dalla seconda alla terza stagione dell’anno ( da Akhet, ” dell’innondazione “, a Peret ” comparsa delle terre” al ritirarsi delle acque).Altra area del soffitto rappresenta invece il riapparire della stella Rigel, o Beta Orionis, della costellazione di Orione associata al dio Osiride.
Altri riferimenti legati alla figura del dio e indicazioni di costellazioni recate da altre divinità, pure rappresentate, indicano l’inizio della terza stagione, Shemu, ” della semina”.



La tomba TT 353 è sito dell’UNESCO per le rappresentazioni astronomiche riprodotte.
È stato possibile rilevare i principali pianeti e costellazioni in particolare, in uno dei dettagli viene riprodotta la Cintura di Orione. Il fatto che la stella centrale della costellazione sia circondata da tre anelli ( che nella pittografia babilonese indicano acqua e vita) ha dato via ad infinite ipotesi sull’origine delle conoscenze astronomiche degli Egizi.
FONTE: Andrea Petta – WIKIPEDIA.
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