I QUARTIERI FEMMINILI NEL PALAZZO REALE
Di Luisa Bovitutti
L’area palaziale di Malqata sorgeva sulla riva occidentale del Nilo nei pressi di Medinet Habu, e venne edificata da Amenhotep III perché fosse la sua residenza principale ed il centro amministrativo del regno.

Oggi ne restano poche vestigia ma il palazzo doveva essere veramente sontuoso; esso si estendeva su di un’area di 30.000 metri quadrati e comprendeva, oltre agli appartamenti del sovrano, anche dei quartieri per il visir ed i funzionari più importanti, per le donne reali e per il personale di servizio, nonché cucine e magazzini per le scorte di generi alimentari; un’ampia area inoltre era occupata da vasti edifici amministrativi noti come “Ville occidentali” e vi era altresì un grande tempio dedicato ad Amon.

Amenhotep III aveva inoltre fatto realizzare per la sua Grande Sposa Reale un enorme lago artificiale navigabile, che misurava circa 2 chilometri x 1, sul quale si svolgevano anche cerimonie religiose.


Gli appartamenti privati del faraone si trovavano nell’angolo sud-est della struttura; ad essi si accedeva tramite un ingresso collocato sul lato opposto, percorrendo un lungo corridoio che portava all’ambiente più importante del palazzo, il cosiddetto Salone dei banchetti (contrassegnato dalla lettera H nella piantina) e poi alla sala del trono principale.


Sui due lati lunghi del salone dei banchetti si affacciavano quattro porte che davano accesso ad appartamenti tutti uguali (stanze N, K, L e P).
Le stanze N sono considerate bagni, e una vasca di pietra era ancora in situ in una di esse. La stanza centrale (K) aveva una coppia di colonne che fiancheggiavano una pedana rialzata che probabilmente ospitava un trono; dietro di essa si trovavano una camera da letto (L) ed un’anticamera riccamente decorate (P). La stanza M aveva una serie di colonne ed una mensola di legno sostenuta da pilastri di mattoni che correva lungo entrambe le pareti lunghe ad un’altezza di 80 cm dal pavimento; questa, ed almeno altre nove stanze simili trovate alla periferia della struttura potevano essere stati magazzini di stoccaggio.


Per la loro vicinanza alle stanze del re e per il fatto che erano simili, in scala ridotta, alla camera da letto del sovrano ed ai locali ad essa associati nell’angolo sud-ovest del palazzo (gli ambienti contrassegnati dalle lettere I, O e J), si ritiene che fossero destinati in via permanente ad ospitare le regine principali e le principesse; la particolare decorazione del soffitto, inoltre, comprendeva immagini di piccioni, uccelli canori e farfalle, che erano generalmente associate ad ambienti femminili.
L’HAREM, OVVERO IL PALAZZO NORD
Lo studioso americano Peter Lacovara, sulla base di analisi condotte a Malqata, Amarna e Ghurob, sostiene che probabilmente i palazzi degli harem del Nuovo Regno (e forse anche Tell’el-Dab’a, risalente al Medio Regno) erano costruiti secondo criteri architettonici standard che prevedevano una coppia di edifici adiacenti, uno più grande dell’altro, ciascuno diviso in due da un muro.

L’affermazione è certamente fondata per quanto riguarda la struttura che ospitava l’harem reale di Amenhotep III, identificata nel cosiddetto “palazzo nord” che sorgeva a nord-est della struttura palatina di Malqata e che presentava un impianto molto simile a quello di Ghurob.

Un motivo decorativo in pasta vitrea (notate l’incredibile lavorazione): Malqata era uno dei centri più rinomati dell’Egitto per la produzione di manufatti in vetro, che venivano anche esportati all’estero.
Per una serie di post sul vetro e sulla sua lavorazione, guardate sul nostro sito ai seguenti link:

Una collana menat, composta da un pesante contrappeso (il menat in senso stretto) e molti fili di perline. Essa veniva talvolta indossata, ma era più spesso utilizzata nel corso di cerimonie religiose dalle “Cantatrici di Amon” che l’agitavano per creare un suono destinato a placare un dio o una dea.
Il Palazzo Nord venne portato alla luce dall’archeologo inglese Hugh Evelyn-White nel corso della campagna di scavi 1914 – 1915.
Esso si estendeva su di un’area rettangolare che misurava 232 m. x 59 m. circa, presentava una doppia struttura ed era dotato di una serie di magazzini e aree di stoccaggio per diverse tipologie di beni di consumo, esattamente come a Ghurob.

L’edificio più ampio era suddiviso in quattro settori ben definiti ed indipendenti: il palazzo vero e proprio, la cui suddivisione interna induce a ritenere che venisse utilizzato dal sovrano come residenza privata e sede di rappresentanza, la zona a est, la zona a sud e le ville; il palazzo era costituito da due annessi, uno ad ovest ed uno ad est, divisi da una larga corte; ognuno di essi comprendeva 35 stanze, la più grande delle quali era la n. 19, che portava alla suite delle camere da letto.


Secondo Aikaterini Koltsida, una studiosa che ha scritto svariati articoli sul sito, la stanza più interessante del palazzo è quella contrassegnata dal n. 13, una vera e propria piscina coperta: sebbene non sia rimasto molto, le poche vestigia superstiti permettono di avere un’idea del suo aspetto originario.


Essa misurava m. 10,70 x 11,20, ed era quindi larga quanto la sala del trono alla quale era collegata attraverso una porta gigantesca posta al centro del muro divisorio; il tetto era sorretto da quattro colonne, ognuna del diametro di m. 1,10 ciascuna.

La vasca misurava m. 7,34 x 4,35, era delimitata da un basso parapetto di pietra ed occupava tutta la parte sud della stanza; essa era foderata di lastre di arenaria dipinte con stucco bianco stese su di un letto di sottile sabbia del deserto.


Ad essa si accedeva attraverso due passaggi costruiti in mattoni stuccati di bianco posti sui lati est ed ovest, accessibili grazie a due gradini alti circa 20 cm sui quali, forse, si ponevano i servi incaricati di versare acqua sui bagnanti.
Un frammento di un oggetto in faience ed un piatto
L’angolo nord est della sala era occupato da una bassa piattaforma ricoperta da uno strato sottile di stucco, che probabilmente serviva come lounge per i bagnanti; i muri in quest’angolo erano ricoperti di calce e decorate con una sequenza di pannelli di colori diversi.

Accanto al palazzo reale ed al palazzo nord sorgevano inoltre svariate unità immobiliari ed altri due edifici, uno dei quali, definito il “palazzo sud”, potrebbe essere stato la residenza della Regina Tiye e della sua corte in quanto comprendeva una sala colonnata con un palco del trono circondato da alloggi.

Nella tomba tebana di Neferhotep (TT49) si trova un interessante rilievo parietale che raffigura un palazzo-harem a due piani, la cui facciata è decorata con colonne dal capitello papiriforme; esso è circondato da un giardino nel quale passeggiano nobili dame e bambini mentre i servi sono intenti alle ordinarie attività; dalla finestra delle apparizioni si affaccia la regina che sta consegnando un’onorificenza alla moglie del notabile.
FONTI SPECIFICHE SU MALQATA:
- Archeologia e storia del Fayyum durante il Nuovo Regno
- Tesi di dottorato in archeologia presentata dalla dott. Valentina Gasperini presso l’Università di Bologna
- https://www.arce.org/resource/virtual-malqata
- https://ancientegyptonline.co.uk/malkatapalace/
- Recent work at Malqata Palace by Peter Lacovara
- https://www.academia.edu/…/Recent_Work_at_Malqata_Palace
- https://www.treccani.it/…/palazzo_%28Enciclopedia-dell…/
- https://www.worldhistory.biz/…/71260-8-3-amenhotep-iii…
- https://imalqata.wordpress.com/2014/02/18/ho-w-1/
- The north palace at Malqata di Aikaterini Koltsida in https://www.jstor.org/stable/24595111?seq=1
- Lacovara P. Winkels A., Malqata – The Painted Palace , 2018
- https://www.metmuseum.org/art/collection/search/544509
- https://www.metmuseum.org/…/now…/2015/malqata-excavation
- https://www.perankhgroup.com/palaces.htm
- https://www.egyptpro.sci.waseda.ac.jp/e-mp.html