Di Grazia Musso
Questa statua, proveniente con molta probabilità da Menfi, raffigura una principessa della terza Dinastia.
È un’eccezionale attestazione dei primordi della produzione scultore egizia, di cui si conoscono pochi esemplari.

Redit, il cui nome è la titolatura sono iscritti in geroglifici sulla base della statua, è rappresentata seduta su un piccolo seggio dallo schienale basso.
Il braccio destro è appoggiato sulla coscia mentre il sinistro è appoggiato sul petto al di sotto del seno, che traspare dal suo abito aderente, che la ricopre fino alle caviglie.
Il volto tondeggiante, incorniciato da una pesante parrucca tripartita, sembra tradire una ricerca di realismo assente invece nel resto del corpo, dove prevale una composizione fatta di volumi massicci, geometrici e stilizzati che denotano un senso di razionalità e purezza tipico del pensiero egizio.
La statua di Redit, contemporanea al periodo in cui in Egitto venne costruito il primo complesso monumentale in pietra per il faraone Djoser a Saqqara, assomma in sé quelli che resteranno per millenni alcuni dei canoni della statutaria sia regale sia privata come la posizione delle braccia, la parrucca tripartita e il corpo ammantato , che proprio qui vedono una delle loro prime schematiche realizzazioni.

Statua di Redit
Basanite
Altezza 83 cm.
C. 3065
Collezione Drovetti
Museo Egizio di Torino
Fonte:
I grandi musei : Il Museo Egizio di Torino – Electa
Foto dal web