Di Grazia Musso

Saqqara, nei pressi della piramide di Userkaf, Mastaba C 8
Scavi di Auguste Mariette, 1860
V Dinastia, Regno di Userkaf
CG 34
A partire dalla IV Dinastia, accanto alla grande statutaria di pietra, comincia ad affermarsi anche la scultura in legno, materiale più duttile, ma assai deperibile.
Opere come questa statua del sacerdote-lettore Kaaper, così in buone condizioni, sono rari esempi di un genere comunque diffuso.
La statua era in origine ricoperta da una leggera patina di gesso dipinto, di cui restano lievi tracce, e ritrae con estremo realismo l’opulenza di un uomo benestante.

L’alto funzionario è raffigurato in un atteggiamento inusuale per una statua egizia: Kaaper è incedente, con la gamba sinistra avanzata, ma a differenza delle sculture convenzionali, il peso della figura appoggia sul piede anteriore, mentre il posteriore è reso in movimento.
Le braccia sono scolpite a parte e successivamente fissate al corpo.
Il braccio destro ricade lungo il corpo , mentre il sinistro è piegato in avanti, la mano tiene una canna (oggi sostituita da una copia), cui Kaaper sembra appoggiarsi.
Tutta la figura è massiccia : il capo tondo, il corpo opulento, le gambe robuste.
Kaaper ha una capigliatura rasa, appena delineata da un’incisione intorno al viso, la fronte è alta e interrotta dalle sopracciglia appena rilevate che coprono vividi occhi incastonati da bordi di rame, che rendono la linea del trucco.

Il naso è piccolo, bocca ben delineata.
Il ventre prominente è avvolto in una “gonna” lunga fino alle ginocchia, ed è annodata in vita con un ampio lembo che ricade al di fuori della cintola.
A differenza della statua in pietra, in cui la figura non viene mai completamente liberata dalla materia in cui è tagliata, quella lignea è più autonoma, svincolata dai sostegni dorsali e dagli spazi pieni delle intercapedini fra gli arti, che sono invece lavorati separatamente e poi applicati.
La Realizzazione di quest’opera s’inserisce nella corrente artistica detta ” verista”, per la personalizzazione dei lineamenti del soggetto, in opposizione a quella “idealizzante”.
La fisionomia di Kaaper è così naturalistica, che gli operai di Mariette, quando la scoprirono, videro la rassomiglianza con il capo del loro villaggio, in arabo sheikh el-balad, è con questo appellativo la scultura è nota ancora oggi.
Formidabile esempio della scultura privata della V Dinastia, questa statua è meritatamente una delle opere dell’Antico Regno tra le più apprezzate e citate.
Fonti
- I tesori dell’Antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo – National Geographic – Edizioni White Star.
- Tesori Egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo, a cura di F. Tiradritti, fotografie di Arnaldo De Luca – Edizioni White Star
Il primo piano della statua è una fotografia di Giusy Antonacci