Antico Regno, Mai cosa simile fu fatta, Statue

LE TESTE DI RISERVA

Di Patrizia Burlini e Grazia Musso

Questa testa, rappresentante secondo alcuni studiosi una donna ma secondo altri un uomo, per la permanenza di tracce di colore rosso -tradizionalmente riservato ai ritratti maschili – su un orecchio, potrebbe essere una testa di riserva.

La funzione di queste teste resta ancora enigmatica e sono state formulate diverse ipotesi sul loro scopo.

Le teste di questo tipo ritrovate sono poco più di una trentina ed appartengono tutte all’Antico Regno.

Agli inizi del secolo scorso un archeologo austriaco, H. Junker, ipotizzò che queste teste servissero ad essere rimpiazzate nel caso in cui la testa del defunto risultasse danneggiata, dato che il Ka per reincarnarsi doveva trovare un corpo o figura integra. Da allora vengono chiamate teste di riserva.

Secondo altri archeologi, tra cui A.L. Kelley e N.B. Millet, queste teste servivano da modello o stampo per altre sculture (l’assenza di orecchie e la cavità presente sulla nuca sarebbero una conseguenza della lavorazione per delineare il calco sul viso) oppure, dato che molte di loro, tra cui la presente, mostrano segni di mutilazione volontaria, svolgevano una funzione magica durante le cerimonie di sepoltura (Roland Tefnin). Secondo Tefnin queste teste riproducevano in realtà i tratti dei defunti nemici del sovrano, e venivano colpite in modo mirato da sacerdoti esperti, tramite il taglio della gola e la mutilazione delle orecchie, per impedire loro di poter parlare e sentire nell’Aldilà.

Secondo altri le teste erano proprio dei ritratti del defunto e servivano per un rituale di esecrazione perché “nell’antico Egitto, a prescindere dalle funzioni svolte in vita e dalla propria condizione sociale, il modo in cui un individuo moriva poteva renderlo potenzialmente pericoloso. Questa ad esempio era la sorte di coloro che annegavano nel Nilo, chi moriva di morte violenta oppure in uno dei giorni considerati infausti.”

Comunque sia, rimasero in voga per un breve periodo e furono rimpiazzate dalle maschere funerarie in gesso d cartonnage.

Fonti:

  • MFA, Boston
  • Cecilia Fiorentini, Le Misteriose “Teste di Riserva” nelle Tombe dell’Antico Regno in Egitto,Vanilla Magazine
  • Paolo Bondielli, Le teste di riserva. Un antico rito di esecrazione?,
  • Mediterraneo Antico . 14.12.2017.
  • Massimiliano Nuzzolo, ritratti di Riserva, Pharaon Magazine, nr. 2/3 2008
Giza, cimitero ovest, Mastaba G 4640
IV Dinastia, Regno di Khafre
Calcare, Altezza cm 25,5
Museo Egizio del Cairo, JE 46216 = CG 6005

Quest’ opera offre tutte le caratteristiche descritte nel post di Patrizia Burlini, compresa l’eliminazione delle orecchie, che in questo caso arriva alla cancellazione completa.

Le commessure labili donano all’opera un lieve sorriso che, unito allo sguardo leggermente rivolto verso l’altro, la proiettano verso la visione della vita eterna.

Giza, cimitero ovest mastaba G 4540 A
IV Dinastia, Regno di Khufu
Calcare, Altezza 36,3 cm
Harvard University, Boston Museum of Fine Arts
Scavi Reisner 1913_1914, 21.328

Ha eleganti tratti, raffinati e sottili, fanno attribuire generalmente questa testa a una donna, benché in realtà nulla né provi il sesso.

L’opera presenta alcuni caratteri peculiari, come la mancanza della pur sottile linea dei capelli e la particolare lavorazione delle sopracciglia, che danno, con i gioco di luci, un’espressione corrucciata.

Fonte

Antico Egitto di Maurizio Damiano – Electra

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