Di Grazia Musso

Tanis, Scavi di A. Mariette, 1863
Museo Egizio del Cairo – JE 15210=CG 394
Amenemhat III, figlio di Senusert III, fu l’ultimo sovrano della XII Dinastia.
Il suo fu un regno pacifico durante il quale il re pose particolare attenzione allo sviluppo dell’area del Fayyum, ove venne poi divinizzato e venerato.
Seppe impiegare la pace rendendo il Paese sempre più florido, questa ricchezza si riflette nelle opere del re.
Del sovrano rimangono molte statue che ricordano quelle del padre tanto per l’evoluzione fisica e spirituale che mostrano tratti del volto, quanto per l’espressione profondamente umana che riflette un forte carattere.

Da Tanis provengono sette sfingi di granito di Amenemhat III che evocano la potenza del monarca, enfatizzandone l’aspetto fermino.
Il volto del re, austero e vigoroso, è caratterizzato da tratti tipici della ritrattista regale, la bocca prominente e I profondi solchi sulle guance che creano forti effetti chiaroscurali.
Una massiccia criniera di leone, da cui spuntano grandi orecchie ferine, sostituisce il tradizionale nemes regale accrescendo il senso di maestosità dell’intera figura.
Non mancano l’ureo sulla fronte e la barba posticcia , consueti simboli della regalità divina.

Le statue poggiano su un alto basamento intorno al quale sono riportati i cartigli di alcuni sovrani che, nel corso dei secoli usurpatono il gruppo di sfingi: il re Hyksos Nehesy, Rameses II e Merenptah II della XIX Dinastia, è infine Psusennes I della XXI Dinastia.
Quest’ultimo sovrano collocò infine le statue a Tanis, dove sono state rinvenute.
È probabile, che in origine, le sfingi fossero destinate a ornare il tempio della dea Bastet a Bubasti.

Fonte:
- Antico Egitto di Maurizio Damiano – Electra
- I Tesori dell’antico Egitto nella collezione del museo del Cairo – National Geographic – Edizioni White Star