Di Grazia Musso

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Altezza 70 cm
C. 2603, collezione Drovetti
Nella necropoli di Deir el-Medina la tomba ipogea di ogni artigiano era solitamente associata ad una cappella sovrastante, costruita in superficie, destinata ai culti funerari.
Questi piccoli ambienti, che ancora oggi caratterizzano il panorama della collina a ridosso del villaggio, seguivano un preciso modello architettonico: sopra la cappella in mattoni crudi, con soffitto a volta, si erge a una piramide anch’essa in muratura fornita di una cuspide in pietra nota come Pyramidion.
Questo esemplare appartenuto allo scriba Ramose (vedi anche: https://laciviltaegizia.org/2023/01/04/ramose-un-pyramidion-le-stele-e-unadozione/) ha i quattro lati finemente decorati con immagini legate al culto solare.

Su un lato campeggia la figura del dio Ra – Horakhty, fusione degli dei Ra e Horus dell’orizzonte, sotto forma di falco con il capo sormontato da un disco solare cinto dall’ureo.
Una variante del dio Horus é effigiata anche su un altro lato, ma sotto le sembianze di un uomo a testa di falco anche qui ornato da un disco solare con ureo.
I restanti due lati hanno la medesima scena: Ramose, con un lungo abito a pieghe e una voluminosa parrucca, è in piedi con le braccia sollevate in atto di adorazione nei confronti del di Ra-Horakhty, effigiato sugli altri lati.
I testi geroglifici incisi a coronamento delle raffigurazioni riportano i nomi delle divinità e dello scriba Ramose, il cui epiteto “giustificato” sta a indicare la sua condizione di defunto.
Fonte
I grandi musei: il Museo Egizio di Torino – Electa
Foto: tratte dal libro e di Patrizia Burlini
3 pensieri su “IL PYRAMIDION DI RAMOSE”