Di Grazia Musso

Collezione Drovetti – Museo Egizio di Torino
Amenofi II, figlio e successore del grande Thutmosi III, è rappresentato come offerente in questa statua della collezione Drovetti provenienti dalla zona tebana.
Il faraone è Inginocchiato nell’atto di porgere alla divinità due vasi globulari contenenti vino, secondo una consuetudine documentata anche dai rilievi parietali dove i sovrani compaiono spesso come officianti di riti religiosi che comportano la presentazione di doni e offerte agli dei.

I due vasi, che il faraone tiene saldamente in pugno, riproducono a livello scultoreo un tipo di recipiente tradizionalmente usato, sin dall’epoca menfita, per le offerte agli dei, contenenti non solamente vino, ma anche latte e acqua.

Amenofi II è raffigurato con i simboli della regalità : il copricapo nemes, l’ureo e la barba posticcia.
Il nome di questo faraone è legato sopratutto a un nuovo modo di mostrarsi agli occhi dei sudditi, apparendo come un sovrano forte, sportivo e amante della caccia.
La sua tomba nella Valle dei Re, scoperta dal francese Victor Loret nel 1808, ha restituito, oltre al corpo del sovrano, anche le mummie di altri faraoni e regine del Nuovo Regno, lì nascoste dai sacerdoti tebani della XXI Dinastia, per essere al sicuro dai sempre frequenti furti che avevano luogo nella necropoli tebana a opera di antichi tombaroli.

Fonte
I grandi musei: Museo Egizio di Torino – Electa