C'era una volta l'Egitto, Medio Regno, XII Dinastia

NEFRUSOBEK – LA PIRAMIDE SETTENTRIONALE DI MAZGHUNA

L’AGONIA DELLA XII DINASTIA E LA FINE DEL MEDIO REGNO

Di Piero Cargnino

Veniamo ora a quello che può effettivamente essere considerato l’ultimo faraone della XII dinastia e quindi del Medio Regno, era una donna, Nefrusobek, (Sobekneferu, Sobekkara Sobekneferu/Nefrusobek), sorella, (e forse moglie?), di  Amenemhat IV, regnò dopo di lui per circa 4 anni come citato nel Canone Reale di Torino.

Nefrusobek, “Bellezza di Sobek”, viene citata da Manetone come sorella di Amenemhat IV e noi la prendiamo così anche se non esiste conferma in nessun rilevamento archeologico. Si sa che ebbe una sorella, Neferruptah (“Bellezza di Ptah”)  che forse si associò al trono, nel tempio di Medinet Madi è stato ritrovato un cartiglio, prerogativa regale recante il nome di Neferuptah inscritto all’interno.

Si suppone comunque che Neferruptah sia morta in giovane età, ad Hawara esiste una piramide a lei destinata. Di Neferruptah abbiamo già parlato trattando il faraone Amenemhat III, suo padre.

In assenza di riscontri che attestino la reale esistenza della regina Nitocris, personaggio semi-leggendario, possiamo ritenere che  Nefrusobek sia stata il primo faraone donna della storia egizia anche se lei però non indossò mai il Pschent (la doppia corona).

Prima di succedere al fratello, Nefrusobek, come si può intuire dal nome, fu sacerdotessa di Sobek, il dio coccodrillo di Shedet. C’è da dire inoltre che fu anche il primo personaggio di stirpe regale ad attribuirsi il nome teoforo di Sobek. usanza che si consoliderà con l’imminente XIII dinastia.

Trascrizione di Flinders Petrie del sigillo cilindrico recante la titolatura di Nefrusobek

Sul regno di Nefrusobek e del fratello Amenemhat IV c’è molta incertezza, Percy E. Newberry ipotizzò che Amenemhat III avesse nominato coreggenti sia il figlio Amenmenhat IV che la figlia Nefrusobek e che quest’ultima, alla morte del fratello, avrebbe regnato da sola. L’egittologo italiano Franco Cimmino ha però fatto notare che numerosi ritrovamenti del solo cartiglio di Amenemhat IV invalidano la teoria di Newberry del regno congiunto.

Nel 1988, l’egittologa Biri Fay identificò, nella foto di un busto in grovacca andato perduto durante la seconda guerra mondiale, quello che oggi viene chiamato “ritratto di Nefrusobek” e che oggi è possibile ammirare solo in fotografia.

Veniamo ora alla piramide settentrionale di Mazghuna che viene comunemente attribuita alla regina Nefrusobek, questa si presenta più grande di quella di Amenemhat IV, ma si ritiene che la sovrastruttura non venne mai iniziata.

L’accesso alla parte ipogea è situato sul lato nord, da qui si poteva accedere a un passaggio ad U, che attraversava due sale con annesse saracinesche in granito, in fondo al corridoio era ubicata l’anticamera dalla quale si accedeva alla camera funeraria. La camera ripeteva quella di Amenemhat IV con la sola differenza che in essa, oltre al sarcofago era anche contenuta la cassa dei canopi, una pesante lastra di granito, (42 ton.), non fu mai calata a coprire il tutto.

Sorpresa, oltre la camera funeraria si presentava un’altra sala, la cui funzione rimane tuttora incompresa.

Con la morte di Nefrusobek possiamo dichiarare ufficialmente chiusa la XII dinastia e con essa il glorioso, seppure con tutte le sue contraddizioni, Medio Regno.

Statua frammentaria di Nefrusobek, dove si notano il corpo femminile e parte della corona regale. Museo del Louvre, Parigi.

Non esistono documenti o reperti archeologici in grado di spiegare a quali eventi possa imputarsi la caduta di una dinastia quale la XII che fu anche molto importante con alcuni faraoni tra i più saldi e prestigiosi che l’Egitto abbia mai avuto. L’Egitto si trovava in un momento di grande potenza e supremazia rispetto ai paesi vicini per cui è da escludere che la causa di quella che sarà, per le Due Terre, una strisciante decadenza sia da imputare ad eventuali invasioni straniere, che si verificheranno poi centocinquanta anni dopo con gli Hyksos, Cimmino pensa che il collasso possa essere stato provocato:

<<……. dall’improvvisa carenza di personalità di grande levatura e, forse, da discordie per la successione…….>>.

Quello che affronteremo ora è un periodo che va dal 1790 al 1543 a.C. e comprende cinque dinastie, caratterizzato da lotte di potere interne che vedranno coinvolti numerosi faraoni quasi del tutto insignificanti che porteranno il paese verso una situazione di debolezza tale che culminerà con l’invasione degli Hyksos. 

Fonti e bibliografia:

  • Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano 2003
  • Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, Roma-Bari, Biblioteca Storica Laterza, 2011
  • Cimmino Franco,”Storia delle piramidi”, 1^ edizione, Milano, Rusconi Libri, 1996
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Oxford University Press 1961, Einaudi, Torino 1997
  • Miroslav Verner, “Il mistero delle piramidi” Newton & Compton editori, 2002 Mark Lehner, “The Complete Pyramids”, London, Thames & Hudson, 1997 

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