Di Grazia Musso

Granito grigio e calcare (il muso del falco) – Altezza cm 241
Da: Tanis (Scavi di Pierre Montet , 1934)
Museo Egizio del Cairo – JE 64735 (Foto Merja Attia)
La statua di granito fu trovata in uno degli ambienti in mattoni crudi , non distanti dal muro di cinta del Grande Tempio di Tanis.
Il muso del falcone, in calcare , fu ritrovato in una stanza adiacente.

Questo rende assai probabile che L’edificio in cui si trovava la statua fosse la bottega di un artigiano e che la scultura vi fosse stata portata per essere riparata.
La statua rappresenta Ramses II, con le sembianze infantili: il dito della mano destra alla bocca e dalla tempia destra gli scende sulla spalla la treccia, elementi questi che si denotano tutte le raffigurazioni di bambini e adolescenti nell’Egitto.

Il sovrano Indossa soltanto una “cuffia” ornata sulla fronte dall’euro, sulla testa ha un disco solare e nella mano sinistra stringe una pianta di giunco.
Quest’ultimo particolare è anomalo rispetto alle rappresentazioni canoniche del re e indica che, in molte altre figure, proprio di Ramses II, nell’immagine del sovrano sia da individuare un gioco grafico che permette di leggere la figura come un rebus.

In scrittura geroglifica il disco solare sulla testa ha la lettura rs, il fanciullo mes è il giunco su.
Leggendo i tre segni dall’alto verso il basso si ottiene così la parola Ramessu, che corrisponderebbe al nome dello stesso faraone.
Alle sue spalle si staglia la figura del dio Horun con le sembianze di falco che, in questo modo, ha il significato di porsi a protezione del sovrano.

Il rapace è raffigurato in forma assai stilizzata con i particolari del piumaggio e delle zampe realizzati attraverso linee incise che mirano più ad un ordinato effetto decorativo che a una fedele rappresentazione della realtà.
Particolari del piumaggio del falcone
La statua si iscrive tra gli esempi più belli delle opere di scultura propagandistica caratteristica di tutto il regno di Ramses II.
Scegliendo di porsi sotto la protezione di Horun, Ramses II, compiace le genti siriane di cui Horun era Dio, e, allo stesso tempo, riafferma il carattere di legittimità della propria sovranità.


Fonte
Tesori egizi nella collezione del Museo del Cairo – F. Tiradritti – fotografie di Araldo De Luca – Edizioni White Star