Di Grazia Musso

Legno stuccato e dipinto, altezza 40 cm.
Museo Egizio di Torino, Collezione Drovetti – C. 526
I tantissimi reperti provenienti dal villaggio di Deir El Medina ha consentito di tracciare un quadri dettagliato e preciso sulla vita quotidiana degli artigiani che vi vissero durante il Nuovo Regno.
In particolare le scoperte effettuate, a partire dagli inizi del Novecento , nelle tombe della necropoli locale, hanno gettato luce su diversi aspetti della comunità : l’organizzazione del lavoro, i rapporti familiari, l’alimentazione, il tempo libero, l’istruzione, le pratiche funerarie e le credenze religiose.

Tutte queste nozioni relative a una società chiusa e ben definita hanno fatto di Deir el-Medina un campione rappresentativo unico e fondamentale per le nostre conoscenze sulla vita nell’Egitto di quel periodo.
Per quanto riguarda le pratiche religiose, un peso dominante avevano nel villaggio i culti rivolti ad alcune divinità minori, tra cui Tueret, una dea venerata sin all’Antico Regno.
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In questa statuina lignea la dea è raffigurata con le sue tipiche sembianze grottesche: muso e corpo di ippopotamo e coda di coccodrillo.
La statuetta conserva ancora tracce di colore.
Tueret, il cui nome in Egiziano antico significa “la grande”, era legata soprattutto all’ambito domestico, essendo preposta alla protezione della casa, del sonno, dei bambini e delle madri, cosa che spiega il suo corpo gravido.

Si riteneva che fosse nata nelle paludi ed era la personificazione del caos liquido, il Nun, da cui si era formata la terra.
Venerata come “signora dell’acqua (pura)” e “colei che toglie l’acqua”, gli abitanti di Deir el-Medina le dedicavano ex voto, piccole stele e statuette in cui è rappresenta con un copricapo che può essere sormontato dalle corna di Hathor e dal disco solare.
Come indica l’iscrizione sulla base, questa statuina fu dedicata alla dea da uno scriba-disegnatore di Deir el-Medina di nome Para Hotep e dai suoi due figli: Pai e Apu.

Fonte
Museo Egizio di Torino – Franco Cosimo Panini Editore.
I grandi Musei : il Museo Egizio di Torino – Silvia Einaudi – Electa






































