Amarna, Palazzi

SPLENDORI DI AMARNA

Di Patrizia Burlini

Clara Siemens, acquarello
Tavola XI, fig 34 da « Encyclopaedia of Colour Decoration from the Earliest Times to the Middle or XIXth Century », Berlin, 1928

Spesso ci chiediamo come dovevano apparire i palazzi egizi. I palazzi di Malqata e Akhetaton erano un tripudio di colori, che possiamo ammirare ancora in alcuni frammenti e ricostruzioni moderne.

Durante gli scavi del 1891-1892 ad Akhetaton, Flinders Petrie, di cui potete leggere QUI la storia, scoprì nel Grande Palazzo Reale un intero pavimento decorato, di circa 78 mq, oggi conservato al museo del Cairo, appartenente alla Sala E (vedere pianta).

Pianta della porzione del Great Palace in cui è visibile la stanza E

Per proteggerlo dagli eventi atmosferici e dagli scavi dei tombaroli, Petrie vi costruì sopra un riparo e creò un percorso intorno ad esso affinché fosse possibile ammirarlo senza danneggiarlo. Per qualche incomprensibile ragione, la protezione fu demolita il 1 febbraio 1920 e il pavimento fatto a pezzi dagli abitanti locali. Fu in seguito pazientemente restaurato e ricomposto così com’è possibile ammirarlo oggi. Incredibilmente, il restauro non seguì esattamente i disegni di rilievo di Petrie e la posizione dei pezzi non é sempre accurata. Come se non bastasse, alcuni pezzi, ad esempio quelli rappresentanti i prigionieri, furono posizionati al contrario e si trovano oggi in posizione opposta rispetto a come dovrebbero essere.

Pavimento sala E conservato al Museo del Cairo
Pavimento con i prigionieri mediorientali e nubiani
Da questa ricostruzione si nota che i prigionieri sono stati ricomposti al contrario

Nelle foto del post, oltre al pavimento originario, é possibile ammirare uno splendido acquarello con la ricostruzione delle decorazioni sul pavimento , chiamato pavimento Nr 2- eseguita da Clara Siemens nel 1928. La posizione della colonne palmiformi è rappresentata dai cerchi grigi.

La piscina pullula di pesci e vengono rappresentati uccelli in volo e piante di vario tipo. Dei bouquet floreali, con quelli che sembrano dei coni profumati, sono presenti nel perimetro e, in basso, è rappresentata una fila di prigionieri di origine africana e Mediorientale che sarebbero stati opportunamente calpestati .

Pavimento con uccelli e piante acquatiche
Pavimento con uccelli e piante

Il pavimento in situ con la protezione creata da Petrie

Un dettaglio del pavimento fotografato da Jacqueline Engel è stato pubblicato QUI

Mi auguro che la nuova collocazione al GEM consenta una migliore esposizione di questo capolavoro, che sicuramente necessita di essere restaurato, ricomposto e valorizzato per essere restituito allo splendore originario.

Pavimento in gesso decorato proveniente dal Grande Palazzo di Akhetaton, conservato al Museo Egizio del Cairo.

XVIII Dinastia

Fonti:

Tavola XI, fig 34 da « Encyclopaedia of Colour Decoration from the Earliest Times to the Middle or XIXth Century », Berlin, 1928

Weatherhead, F., ‘Painted Pavements in the Great Palace at Amarna’, The Journal of Egyptian Archaeology, 78 (1992), p. 179 fn.

Fran Weatherhead , Painted Pavements in the Great Palace at Amarna, The Journal of Egyptian Archaeology

Vol. 78 (1992), pp. 179-194

Nuovo Regno, Palazzi

IL PALAZZO DELLA GIOIA

Di Patrizia Burlini

Ricostruzione del palazzo

A Malqata, a Sud di Medinet Hebu e vicino a Deir El Medina, sono ancora visibili i resti di uno straordinario e lussuoso palazzo reale, dove ancora oggi sono in corso degli scavi: si tratta della “Casa dell’Aton splendente” o Per-Hay “Casa della Gioia”, fatto costruire dal grande faraone Amenhotep III. A differenza dei templi, costruiti in pietra, i palazzi reali venivano costruiti con mattoni di fango, motivo per cui sono arrivati a noi solo pochi resti.

Ricostruzione degli interni (Franck Monnier)
Ricostruzione de corridoio che portava al trono
Altra ricostruzione dello stresso ambiente: si notano i colori vivaci

Il palazzo occupava la stupefacente superficie di 30 ettari e fu fondato a partire dall’ottavo o undicesimo anno di regno del faraone, per essere terminato in prossimità del terzo hed-seb, giubileo di Amenhotep III. Era il più grande palazzo reale esistente in Egitto.

Si divideva in 5 aree principali: il palazzo del faraone, la dimora della regina Tiy, appartamenti dei funzionari, cappella di Amon, alloggi dei funzionari.

Ricostruzione del baldacchino con il trono (Franck Monnier)

Il palazzo del re, a Sud Est, presentava varie sale per le udienze, sale per le feste, giardini, uffici amministrativi, una biblioteca, cucine e magazzini.

La dimora della regina si trovava a Sud, mentre a Nord si trovavano gli appartamenti della principessa Sitamon.

Oltre agli alloggi dei funzionari, si trovava qui l’harem del faraone dove vivevano centinaia di donne (ricordiamo che quando Amenhotep sposò la principessa di Mitanni Gilukhipa, arrivarono con lei ben 317 donne) e i loro attendenti.

Decorazione parietale nell’harem

All’interno del palazzo il faraone fece costruire un grande lago a forma di T, oggi noto come Birket Habu, che collegava il palazzo al Nilo ( e quindi metaforicamente all’Egitto) e che si trovava all’ingresso del palazzo. Su questo lago si trovava la barca reale dorata del faraone, chiamata l’“Aton splendente” che veniva utilizzata nelle festività religiose e di stato.

Il lago a T

Una strada rialzata collegava il palazzo al tempio di Milioni di Anni di Amenhotep III (il tempio con i colossi di Memnone).

Come già scritto in precedenza, il palazzo era costruito in mattoni rivestiti di gesso e stucco, bianco all’esterno e ricchissimo di colori all’interno, come potrete vedere nelle varie immagini che accompagnano il post. I mattoni rinvenuti portano il cartiglio di Amenhotep III, mentre I mattoni usati per gli appartamenti della regina presentavano il cartiglio di Tiye. Sono state rinvenute molte piastrelle smaltate decorate con motivi geometrici e rappresentazioni di pesci, uccelli e soggetti naturali.

Decorazione parietale in stucco con motivi naturalistici

I muri dell’harem presentavano motivi floreali con uccelli e vitelli bianchi e rossi.

I pavimenti erano dipinti in modo da rappresentare il Nilo brulicante di pesci e uccelli. Alcune stanze erano decorate con piastrelle a colori vivaci con fiori, vigneti e grappoli, uccelli e pesci, geroglifici che offrivano protezione, salute e buona sorte.

Straordinaria decorazione di una parete in faience (ricomposto al MET , NY)

Il nome “Nebmaatre” (nome del trono di Amenhotep III) era scritto ovunque con l’epiteto “Horus, toro possente di Tebe, Dio perfetto, signore della gioia, signore delle corone”.

Il magnifico palazzo fu abitato da Amenhotep III fino al trasferimento a Akhetaten, nel ventinovesimo anno di regno, quando il palazzo divenne una dimora secondaria, per essere successivamente abitato probabilmente da Tutankhamon e Ay. Con Ramses II e la costruzione di Pi-Ramses, il palazzo fu progressivamente abbandonato.

Bellissimo motivo sul soffitto di una stanza adiacente alla camera da letto di Amenhotep III, MET, NY

Decorazione parietale della stanza da letto di Amenhotep III

Sempre dal sito di Malqata (luogo in cui le cose vengono trovate), ecco gli splendidi vasi conservati al MET di New York.

Purtroppo nessuno è in esposizione …

Fonti: