Di Grazia Musso
Epoca predinastica
Ardesia
Altezza 4,8 cm.
Lunghezza 14,4 cm
Acquisto di E. Schiapparelli S. 613
Museo Egizio di Torino

Alla cultura di Naquada (I e II) risalgono le tavolozze in ardesia usate per macinare i pigmenti di origine minerale (malachite e galena) con cui si produceva il belletto per truccare gli occhi.
Si tratta di sottili lastre di pietra scura il cui contorno riproduce, in linee semplici ed essenziali, l’aspetto di diversi animali tipici della Valle del Nilo, quali pesci, uccelli e tartarughe.
Le finalità di queste tavolozze è desunta dalla presenza, su alcuni esemplari, di tracce di pigmento colorato con cui sia gli uomini che le donne usavano contornare gli occhi per proteggerli dalla forte luce solare, dalla sabbia e dagli insetti..
Dopo essere state usate in vita, le tavolozze entravano a fare parte del corredo funerario del loro proprietario, chiuse all’interno di tombe che le hanno conservate intatte per millenni sino alla loro scoperta.

È tuttavia probabile che a partire dal tardo periodo Predinastico almeno gli esemplari più elaborati avessero perso il loro significato pratico e originario e fossero invece destinati ai templi, dove venivano deposti come ex-voto dai fedeli.
Comunque, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso, questi antichi oggetti con le loro forme stilizzate sono una chiara dimostrazione della grande capacità di astrattismo elaborata dagli artigiani di quell’epoca, autori di oggetti di uso quotidiano realizzati come opere d’arte.
Fonte:
I grandi musei: il Museo Egizio di Torino – Electa