Mai cosa simile fu fatta

COLTELLO COL MANICO D’ORO

Di Grazia Musso

Coltello col manico d’oro.
Selce e foglia d’oro. Lunghezza 30,6 cm, larghezza 6 cm.
Forse da Gebelein; acquistato a Quena nel 1900
Periodo Predinastico, Naqada II (3500 -3100 a.C.)
Museo Egizio del Cairo
JE 34210 – CG 64868.

La raffinata fattura del coltello con manico d’oro prova che l’oggetto non era sta fabbricato per l’uso quotidiano, ma probabilmente usato in occasione di cerimonie e riti religiosi.

La lama di selce, levigata, ha l’estremità biforcuta ed è leggermente assottigliata verso l’impugnatura in cui è inserita.

I bordi presentano una leggera dentellatura, per facilitare il taglio.

Il manico è costituito da due foglie d’oro unite e fissate al manico tramite tre chiodi e uno strato di gesso.

Nella foglia d’oro sono state incise decorazioni stilizzate che rientrano nell’iconografia del Periodo Naquadiano: su un lato sono rappresentate tre figure femminili, forse danzatrici, che si tengono per mano.

La figura di sinistra stringe un ventaglio, mentre di fianco alla figura di destra sono incise quattro linee ondulate che rappresentano l’acqua, esse proseguono anche sul lato opposto dell’impugnatura dove compare una raffigurazione dominata dall’immagine di una barca.

L’imbarcazione ha due cabine centrali ed è ornata con stendardi, a fianco si trova una piccola pianta di aloe stilizzata.

Le scene di navigazione furono molto sfruttate come elemento di decorazione fin dalle epoche predinastiche.

Fonte: Tesori egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – Francesco Tiradritti – fotografie Araldo De Luca – edizioni White Star

Kemet

GINGER: UN EGIZIANO PREDINASTICO

Di Ivo Prezioso

Fino al tardo periodo predinastico, gli egiziani seppellirono il loro defunti in tombe poco profonde deponendoli a stretto contatto con la sabbia, forse ricoprendoli con un tumulo di terra. L’aridità della sabbia ha spesso agito come disidratante impedendo la decomposizione, sicché si è conservato un certo numero di sepolture di questi primi periodi i cui i corpi sono ancora in ottime condizioni. Due di questi, un uomo ed una donna si trovano presso il British Museum (un altro famosissimo, affettuosamente noto con il nome di “Fred”, è conservato presso il Museo Egizio di Torino.

“Ginger” Tardo periodo predinastico. Probabile provenienza: Gebelein. Acquisita nel 1900. Lunghezza del corpo: cm. 163 (©The British Museum, Londra: EA 32751)

Il corpo maschile è sicuramente il più conosciuto grazie al suo rimarchevole stato di preservazione ed, in particolare, i suoi capelli tinti con un colore giallastro gli hanno valso il nome di “Ginger” (zenzero). Si tratta di un adulto pienamente sviluppato, anche se la sua età non è stata determinata. Fu sepolto in posizione contratta, quasi fetale; una posizione che continuò ad essere preferita sino all’Antico Regno, allorquando divenne preminente l’uso di deporre i defunti completamente distesi. Nonostante quest’uomo non fosse stato adagiato in un sarcofago, sappiamo che i primi oggetti di questo tipo venivano realizzati in modo da contenere un corpo rannicchiato.

Oggi si sa che una sorta di mummificazione fu praticata già durante le ultime fasi del periodo preistorico e si conoscono parti di corpi, risalenti al 3500 a.C. circa, scoperti a Hierakonpolis, che mostrano l’uso di resina e involucri di lino.

Il corpo di “Ginger” fu acquisito senza alcun oggetto ad esso associato, ma è ora esposto con una selezione di oggetti tipici del periodo Naqada II (3400 a.C. circa), provenienti dalla collezione stessa del museo, e disposti in modo da riflettere le pratiche del tempo. Gli oggetti includono ceramiche con la parte superiore nera utilizzate dal primo periodo predinastico fino a circa Naqada II, e quelle lisce e dipinte che le sostituirono gradualmente. E’ del tutto verosimile che questi vasi contenessero offerte di sostentamento per il defunto. Altri oggetti tipici del corredo funerario potevano essere le tavolozze di ardesia, vasi di pietra dura e coltelli di selce, probabilmente indicatori di status e ricchezza, e che ,in genere, si rinvengono in sepolture più elaborate. Questi ultimi manufatti di lusso diventarono più numerosi verso l’ inizio del periodo storico, per poi diminuire progressivamente di numero.

Fonte: The British Museum, Masterpieces Ancient Egypt, pp. 26-27

Mai cosa simile fu fatta

PETTINE E MANICO DI COLTELLO D’AVORIO

DECORATI CON FILE DI ANIMALI – TARDO NAQADA III (3200 – 3100 A. C.)

Di Luisa Bovitutti

Questo pettine in avorio finemente intagliato ha ben 5.200 anni; faceva parte del corredo funebre di un importante personaggio ed apparteneva alla collezione di Theodore Davis; dal 1915 si trova al MET di New York (numero di adesione: 30.8.224).

La scena su di esso rappresentata è veramente complessa, e sorprende veramente l’abilità dell’incisore che è stato in grado di scolpirla su di una superficie davvero minuscola: altezza 5,5 cm, larghezza 3,9 cm e spessore 0,5 cm.

La decorazione elaborata induce a ritenere che fosse un oggetto cerimoniale e non un pettine di uso quotidiano: su entrambi i lati sono raffigurati elefanti che calpestano serpenti; trampolieri e una giraffa; iene; bovini e forse cinghiali. Questa composizione di animali in vari registri e in file orizzontali ordinate è tipica del periodo in quanto è stata rilevata anche su manici di coltelli in avorio, uno dei quali, anch’esso presso il MET di New York (numero di adesione 26.7.1281), trovate nell’altra immagine qui sotto.

E’ quindi probabile che la disposizione e la scelta degli animali non avesse un valore semplicemente estetico ma anche simbolico: le mitologie di molti popoli africani infatti associano elefanti e serpenti alla creazione dell’universo, per cui gli esperti del MET ritengono che qui potrebbero simboleggiare una divinità creatrice che ha dato vita agli altri animali.

Mai cosa simile fu fatta

EPOCA PREDINASTICA: IL VASELLAME

Di Karol Bossi

Titolo: Vaso doppio a ingobbio rosso con decorazione in bianco, , Epoca Predinastica, Naqada I (4300-3700 a.C.).

Ubicazione: Fondazione Museo delle Antichita Egizie

Città: Torino

Paese: Italia

Periodo/Stile: Predinastico (I-II dinastia)

Note: Argilla, 18,3 x 25 x 12 cm. Inv. S. 1823

Foto Scala, Firenze/FMAE, Torino

Tra i beni di consumo maggiormente rappresentati sia nelle necropoli che negli abitati, la ceramica meriterebbe particolare attenzione dacché non ha valore casuale ma rappresenta per le diverse forme e tipologia e per le loro evoluzioni, un ” fossile guida ” nell’ intessuto archeologico, considerando ulteriormente che sono frequenti i ritrovamenti negli scavi e che focalizzano pertanto la datazione delle sepolture e delle fasi abitative.

Per l’Egitto predinastico si segue un sistema di sequenza cronologica (sequence dating) definito con precisione da uno dei padri fondatori dell’archeologia egiziana, Flinders Petrie (1853 – 1942), improntato sulla distinzione in diverse “classi” e sulla loro evoluzione tipologica:

  • “Classe ” C” decorazioni bianche su fondo rosso.
  • Classe “P” rosso lucida.
  • Classe”B” a bocca nera.
  • Classe “F” forme particolari.
  • Classe”R” ceramica grossolana .
  • ClasseN” nera incisa , già presenti nella prima fase di Naqada.
  • Classe “D’ decorazioni rosse su fondo crema
  • Classe”W” ad anse ondulate.
  • Classe “L’ tarda, più tipiche del Naqada Il e III .

Fonte: “Museo Egizio” – Editore Franco Cosimo Panini

Mai cosa simile fu fatta, Predinastico

IL COLTELLO DI GEBEL ARAK

Di Grazia Musso

Quest’opera predinastica è uno dei capolavori degli inizi dell’arte egizia.

Il manico d’avorio di ippopotamo presenta già alcune peculiari dell’arte egizia successiva.

Su un lato la successione degli eventi si svolge su due registri successivi, e mostra la lotta fra due gruppi di uomini; nei registri in basso i vedono i cadaveri fra le loro navi.

Sull’altro lato un personaggio barbuto in abiti mesopotamici, probabilmente ispirato da raffigurazioni su sigilli, riflette il tema del genio o dell’eroe, che doma le fiere.

Al di sotto di vedono cani domestici, leoni e stambecchi.

Naqada II (3800-3200)

Avorio

Altezza 25,5 cm.

Parigi, Museo del Louvre E 11517

Fonte:

Antico Egitto di Maurizio Damiano -Electa

Mai cosa simile fu fatta, Predinastico

TAVOLOZZA A FORMA DI PESCE

Di Grazia Musso

Epoca predinastica

Ardesia

Altezza 4,8 cm.

Lunghezza 14,4 cm

Acquisto di E. Schiapparelli S. 613

Museo Egizio di Torino

Il pesce, di cui la tavolozza riproduce la sagoma, presenta alcuni elementi che contribuiscono a definire la natura dell’animale. Particolare attenzione è stata rivolta alla resa delle pinne dorsali e di quella caudale, le cui singole parti sono indicate per mezzo di sottili incisioni nella pietra.

Alla cultura di Naquada (I e II) risalgono le tavolozze in ardesia usate per macinare i pigmenti di origine minerale (malachite e galena) con cui si produceva il belletto per truccare gli occhi.

Si tratta di sottili lastre di pietra scura il cui contorno riproduce, in linee semplici ed essenziali, l’aspetto di diversi animali tipici della Valle del Nilo, quali pesci, uccelli e tartarughe.

Le finalità di queste tavolozze è desunta dalla presenza, su alcuni esemplari, di tracce di pigmento colorato con cui sia gli uomini che le donne usavano contornare gli occhi per proteggerli dalla forte luce solare, dalla sabbia e dagli insetti..

Dopo essere state usate in vita, le tavolozze entravano a fare parte del corredo funerario del loro proprietario, chiuse all’interno di tombe che le hanno conservate intatte per millenni sino alla loro scoperta.

È tuttavia probabile che a partire dal tardo periodo Predinastico almeno gli esemplari più elaborati avessero perso il loro significato pratico e originario e fossero invece destinati ai templi, dove venivano deposti come ex-voto dai fedeli.

Comunque, indipendentemente dalla loro destinazione d’uso, questi antichi oggetti con le loro forme stilizzate sono una chiara dimostrazione della grande capacità di astrattismo elaborata dagli artigiani di quell’epoca, autori di oggetti di uso quotidiano realizzati come opere d’arte.

Fonte:

I grandi musei: il Museo Egizio di Torino – Electa

Mai cosa simile fu fatta

STATUETTA DI UOMO BARBUTO

Di Grazia Musso

Epoca predinastica, Naquada I, amarziano

Scisto

Altezza cm 31,5

Larghezza cm 7

Profondità cm 5

Gebelein

Lione, Museum d’Histoire Naturelle, 90000172

Gli oggetti risalenti alla cosiddetta epoca Naquada sono di grande qualità.

Alcune tecniche, come il taglio di alcune pietre dure, avevano già raggiunto un livello di perfezione e non furono mai abbandonate

Tra le produzioni artistiche del periodo, si distinguono due tipologie principali di statuette.

Accanto alle figure femminili spesso realizzate in terracotta, ritroviamo alcune effigi di uomini barbuti dalle linee semplificate e intagliate in vari tipi di pietra.

Il “barbuto” di Lione, ritrovato a Gebelein, a sud di Luxor, è un pezzo notevole: il viso forma una losanga nella quale sono rappresentati solo gli occhi.

Due incisioni disposte a spina di pesce segnalano la crescita della barba, o forse la bocca o il mento.

La testa è ricoperta da un copricapo che termina in forma di bulbo

Alcuni egittologi, probabilmente a ragione, vedono nel copricapo il prototipo della corona bianca che in seguito sarebbe divenuta l’attributo definitivo del sovrano dell’Alto Egitto.

Il corpo di questo uomo barbuto è delineato in maniera sommaria; ciò nonostante, il trattamento delle spalle potrebbe suggerire la presenza di una cappa drappeggiata oggi scomparsa.

Si trattava forse già del mantello che i sovrani dell’epoca storica indossavano in occasione del loro giubileo, lo Heb-Sed?

Fonti

I Faraoni a cura di Cristiane Xiegler – Bompiani

Bibliografia, Bovor, p. 87 I.F.

Mai cosa simile fu fatta

IL PREDINASTICO

Di Grazia Musso

Con il periodo Predinastico dell’Egitto si intende la fase precedente alla formazione dello stato unitario egizio.

Il periodo inizia nel 4900 a.C. e attiva fino al 3060 a. C., con il paese suddiviso nei due regni: Alto e Basso Egitto.

Comprende le culture in cui è suddiviso il Neolitico egiziano.

Esse si sviluppano in epoche e aree differenti, e per le loro caratteristiche possono essere suddivise in due periodi maggiori: il Predinastico Antico e il Predinastico Recente.

Di seguito si fanno riferimenti cronologici e delle culture:

  • Il Predinastico Antico ( 5500-4000 a.C.) comprende il Bariano, Amratiano ( detti anche Naquada I); Merimdiano, Omariano, Shamarkiano.

  • Il Predinastico Recente (4000-3500 a.C.), comprende Gerzeano (Naquada II); Meadi Post-Shamarkiano.

Alla fine del Predinastico si distingue il Protodinastico, o Naquada III.

Naquada, località dell’Alto Egitto, che ha dato il nome a una cultura predinastica, per la scoperta di tombe di questo periodo alcuni chilometri più a nord.

Gli scavi nelle necropoli, portati avanti da Petrie e Quibell nel 1896, hanno fatto luce sulle sulle fasi neolitiche dell’Alto Egitto chiamate Naquada I e Naquada II, oggi descritte anche come Amratiano e Gerzeano.

L’Amratiano (4780-3900 a.C.) è caratterizzato da una ceramica rossa, lucida, decorata con disegni bianchi di figure umane filiformi, all’apparenza danzanti; lo stesso stile filiforme si trova negli animali e nelle piante che decorano il vasellame.

Ciotola del periodo Naquada I.
Intorno a a un lago, i pesci sono al centro, i caprinidi sono condotti da uomini (uno con arco e freccia), sulla riva si vedono le capanne.
Ciotola d’argilla con ingobbio rossastro, decorazione bianca.
Naquada I (4780-3900 a. C)
Diametro 17 cm
Museo Egizio di Torino, S 1827

Gli animali sono soprattutto fluviali, con preponderanza di coccodrilli e ippopotami, talvolta, novità assoluta, in rilievo.

Tipiche del periodo sono anche le figurine umane, che recano disegni che si riferiscono probabilmente a tatuaggi o scarnificazioni in uso presso gli Amratiani.

Nel Periodo Gerzeano (3800-3300 a.C.) appaiono i vasi colore crema di cui sono disegnati, in colore bruno, animali, figure umane danzanti e mascherate, piante, spirali, ma soprattutto i battelli tipici del periodo.

Piccola anfora: la composizione verticale anticipa i registri sovrapposti delle epoche posteriori.
In alto, una nave con due cabine è decorata sulla prua da un ramo, in basso un’insegna su palo si trova fra due capanne, ai lati degli alberi.
Naquada II (3800-3200 a.C.)
Argilla chiara, decorazione rossa
Altezza 15,4 cm
Diametro massimo 10,4 cm.
Museo Egizio di Torino S 413

Con il nome di fase di Naquada III viene oggi designato il periodo fra il 3300 e il 3100, ossia il Predinastico Recente, fase di transizione tra la fine del Neolitico (Naquada II) e l’inizio dell’epoca storica con la Prima Dinastia.

Si tratta del periodo dei primi “Horus” (Dinastia O), i sovrani cui si deve la formazione dell’Egitto che,unificato, entrerà nella storia.

A Naquada alcune tombe, le più grandi e ricche, formano un cimitero a parte “Cimitero T”, e non è inverosimile l’ipotesi che si possa trattare delle tombe dei primi sovrani della Valle del Nilo culturalmente e forse politicamente unità.

Testa maschile: è una delle più antiche rappresentazioni dell’uomo, capelli e barba venivano realizzati con veri peli umani, un bastone inserito nel foro inferiore ne faceva, forse, un feticcio magico-religiosa o un bastone di potere
Da Merimda; Merimdiano (5100-4100 a.C.)
Terracotta dipinta
Altezza cm 10,3.
Museo Egizio del Cairo, JE 97472

Nell’area di trova anche l’antico insediamento arcaico, fondato almeno nel 3600 a.C. che fu il principale centro dell’Alto Egitto, prima di essere superato da Abydos e Hierakonpolis.

Questa città fortificata, oggi nota come “Città Sud”, era l’egizia Nubt, il cui nome vuole dire “oro”, con probabile allusione alle miniere aurifere del Deserto Orientale che all’epoca erano ancora ricche, Naquada fu nota più tardi come Ombos

Fonti:

  • Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà Nubiane – Maurizio Damiano-Appia – Mondadori
  • Antico Egitto di Maurizio Damiano – Electa