Coltello col manico d’oro. Selce e foglia d’oro. Lunghezza 30,6 cm, larghezza 6 cm. Forse da Gebelein; acquistato a Quena nel 1900 Periodo Predinastico, Naqada II (3500 -3100 a.C.) Museo Egizio del Cairo JE 34210 – CG 64868.
La raffinata fattura del coltello con manico d’oro prova che l’oggetto non era sta fabbricato per l’uso quotidiano, ma probabilmente usato in occasione di cerimonie e riti religiosi.
La lama di selce, levigata, ha l’estremità biforcuta ed è leggermente assottigliata verso l’impugnatura in cui è inserita.
I bordi presentano una leggera dentellatura, per facilitare il taglio.
Il manico è costituito da due foglie d’oro unite e fissate al manico tramite tre chiodi e uno strato di gesso.
Nella foglia d’oro sono state incise decorazioni stilizzate che rientrano nell’iconografia del Periodo Naquadiano: su un lato sono rappresentate tre figure femminili, forse danzatrici, che si tengono per mano.
La figura di sinistra stringe un ventaglio, mentre di fianco alla figura di destra sono incise quattro linee ondulate che rappresentano l’acqua, esse proseguono anche sul lato opposto dell’impugnatura dove compare una raffigurazione dominata dall’immagine di una barca.
L’imbarcazione ha due cabine centrali ed è ornata con stendardi, a fianco si trova una piccola pianta di aloe stilizzata.
Le scene di navigazione furono molto sfruttate come elemento di decorazione fin dalle epoche predinastiche.
Fonte: Tesori egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – Francesco Tiradritti – fotografie Araldo De Luca – edizioni White Star
DECORATI CON FILE DI ANIMALI – TARDO NAQADA III (3200 – 3100 A. C.)
Di Luisa Bovitutti
Questo pettine in avorio finemente intagliato ha ben 5.200 anni; faceva parte del corredo funebre di un importante personaggio ed apparteneva alla collezione di Theodore Davis; dal 1915 si trova al MET di New York (numero di adesione: 30.8.224).
La scena su di esso rappresentata è veramente complessa, e sorprende veramente l’abilità dell’incisore che è stato in grado di scolpirla su di una superficie davvero minuscola: altezza 5,5 cm, larghezza 3,9 cm e spessore 0,5 cm.
La decorazione elaborata induce a ritenere che fosse un oggetto cerimoniale e non un pettine di uso quotidiano: su entrambi i lati sono raffigurati elefanti che calpestano serpenti; trampolieri e una giraffa; iene; bovini e forse cinghiali. Questa composizione di animali in vari registri e in file orizzontali ordinate è tipica del periodo in quanto è stata rilevata anche su manici di coltelli in avorio, uno dei quali, anch’esso presso il MET di New York (numero di adesione 26.7.1281), trovate nell’altra immagine qui sotto.
E’ quindi probabile che la disposizione e la scelta degli animali non avesse un valore semplicemente estetico ma anche simbolico: le mitologie di molti popoli africani infatti associano elefanti e serpenti alla creazione dell’universo, per cui gli esperti del MET ritengono che qui potrebbero simboleggiare una divinità creatrice che ha dato vita agli altri animali.
Titolo: Vaso doppio a ingobbio rosso con decorazione in bianco, , Epoca Predinastica, Naqada I (4300-3700 a.C.).
Ubicazione: Fondazione Museo delle Antichita Egizie
Città: Torino
Paese: Italia
Periodo/Stile: Predinastico (I-II dinastia)
Note: Argilla, 18,3 x 25 x 12 cm. Inv. S. 1823
Foto Scala, Firenze/FMAE, Torino
Tra i beni di consumo maggiormente rappresentati sia nelle necropoli che negli abitati, la ceramica meriterebbe particolare attenzione dacché non ha valore casuale ma rappresenta per le diverse forme e tipologia e per le loro evoluzioni, un ” fossile guida ” nell’ intessuto archeologico, considerando ulteriormente che sono frequenti i ritrovamenti negli scavi e che focalizzano pertanto la datazione delle sepolture e delle fasi abitative.
Per l’Egitto predinastico si segue un sistema di sequenza cronologica (sequence dating) definito con precisione da uno dei padri fondatori dell’archeologia egiziana, Flinders Petrie (1853 – 1942), improntato sulla distinzione in diverse “classi” e sulla loro evoluzione tipologica:
“Classe ” C” decorazioni bianche su fondo rosso.
Classe “P” rosso lucida.
Classe”B” a bocca nera.
Classe “F” forme particolari.
Classe”R” ceramica grossolana .
ClasseN” nera incisa , già presenti nella prima fase di Naqada.
Classe “D’ decorazioni rosse su fondo crema
Classe”W” ad anse ondulate.
Classe “L’ tarda, più tipiche del Naqada Il e III .
Con il periodo Predinastico dell’Egitto si intende la fase precedente alla formazione dello stato unitario egizio.
Il periodo inizia nel 4900 a.C. e attiva fino al 3060 a. C., con il paese suddiviso nei due regni: Alto e Basso Egitto.
Comprende le culture in cui è suddiviso il Neolitico egiziano.
Esse si sviluppano in epoche e aree differenti, e per le loro caratteristiche possono essere suddivise in due periodi maggiori: il Predinastico Antico e il Predinastico Recente.
Di seguito si fanno riferimenti cronologici e delle culture:
Il Predinastico Antico ( 5500-4000 a.C.) comprende il Bariano, Amratiano ( detti anche Naquada I); Merimdiano, Omariano, Shamarkiano.
Alla fine del Predinastico si distingue il Protodinastico, o Naquada III.
Naquada, località dell’Alto Egitto, che ha dato il nome a una cultura predinastica, per la scoperta di tombe di questo periodo alcuni chilometri più a nord.
Gli scavi nelle necropoli, portati avanti da Petrie e Quibell nel 1896, hanno fatto luce sulle sulle fasi neolitiche dell’Alto Egitto chiamate Naquada I e Naquada II, oggi descritte anche come Amratiano e Gerzeano.
L’Amratiano (4780-3900 a.C.) è caratterizzato da una ceramica rossa, lucida, decorata con disegni bianchi di figure umane filiformi, all’apparenza danzanti; lo stesso stile filiforme si trova negli animali e nelle piante che decorano il vasellame.
Ciotola del periodo Naquada I. Intorno a a un lago, i pesci sono al centro, i caprinidi sono condotti da uomini (uno con arco e freccia), sulla riva si vedono le capanne. Ciotola d’argilla con ingobbio rossastro, decorazione bianca. Naquada I (4780-3900 a. C) Diametro 17 cm Museo Egizio di Torino, S 1827
Gli animali sono soprattutto fluviali, con preponderanza di coccodrilli e ippopotami, talvolta, novità assoluta, in rilievo.
Tipiche del periodo sono anche le figurine umane, che recano disegni che si riferiscono probabilmente a tatuaggi o scarnificazioni in uso presso gli Amratiani.
Nel Periodo Gerzeano (3800-3300 a.C.) appaiono i vasi colore crema di cui sono disegnati, in colore bruno, animali, figure umane danzanti e mascherate, piante, spirali, ma soprattutto i battelli tipici del periodo.
Piccola anfora: la composizione verticale anticipa i registri sovrapposti delle epoche posteriori. In alto, una nave con due cabine è decorata sulla prua da un ramo, in basso un’insegna su palo si trova fra due capanne, ai lati degli alberi. Naquada II (3800-3200 a.C.) Argilla chiara, decorazione rossa Altezza 15,4 cm Diametro massimo 10,4 cm. Museo Egizio di Torino S 413
Con il nome di fase di Naquada III viene oggi designato il periodo fra il 3300 e il 3100, ossia il Predinastico Recente, fase di transizione tra la fine del Neolitico (Naquada II) e l’inizio dell’epoca storica con la Prima Dinastia.
Si tratta del periodo dei primi “Horus” (Dinastia O), i sovrani cui si deve la formazione dell’Egitto che,unificato, entrerà nella storia.
A Naquada alcune tombe, le più grandi e ricche, formano un cimitero a parte “Cimitero T”, e non è inverosimile l’ipotesi che si possa trattare delle tombe dei primi sovrani della Valle del Nilo culturalmente e forse politicamente unità.
Testa maschile: è una delle più antiche rappresentazioni dell’uomo, capelli e barba venivano realizzati con veri peli umani, un bastone inserito nel foro inferiore ne faceva, forse, un feticcio magico-religiosa o un bastone di potere Da Merimda; Merimdiano (5100-4100 a.C.) Terracotta dipinta Altezza cm 10,3. Museo Egizio del Cairo, JE 97472
Nell’area di trova anche l’antico insediamento arcaico, fondato almeno nel 3600 a.C. che fu il principale centro dell’Alto Egitto, prima di essere superato da Abydos e Hierakonpolis.
Questa città fortificata, oggi nota come “Città Sud”, era l’egizia Nubt, il cui nome vuole dire “oro”, con probabile allusione alle miniere aurifere del Deserto Orientale che all’epoca erano ancora ricche, Naquada fu nota più tardi come Ombos
Fonti:
Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà Nubiane – Maurizio Damiano-Appia – Mondadori