Calcare dipinto, altezza cm 35 Tell el-Amarna – Scavi di L. Borchardt 1911 Museo Egizio del Cairo – JE 43580
Questa piccola scultura, che rappresenta il faraone Akhenaton in veste di offerente, può essere definita un vero e proprio oggetto di culto, trovandosi all’interno di una casa nel quartiere residenziale di Akhetaton, l’odierna Tell el-Amarna.
La funzione culturale di statuette come questa è ormai accertata: esse erano il sostituito magici dello stesso sovrano, indispensabile per la celebrazione dei riti connessi all’Aton.
La posizione assunta del sovrano in questa riproduzione, è piuttosto rigida e a gambe unite, che contrasta con le regole più elementari della scultura egizia, i cui canoni prevedevano che la figura maschile sia sempre incedente ( con la gamba sinistra avanzata) appare inconsueta e può spiegarsi solo con la solennità del gesto, un’offerta al dio Aton.
Il corpo del re è realizzato secondo modelli realistici, con il ventre sporgente, l’espressione del viso è seria, comprensiva del gesto altamente sacrale che si sta compiendo.
Il re indossa la corona azzurra, kheperesh, un copricapo da Parata, la cui funzione è anche connessa alla cerimonia dell’incoronazione reale.
Il foro sulla fronte doveva servire ad ospitare l’ureo.
La solennità del momento è sottolineata dal fatto che i piedi sono calzati da sandali, che gli egizi indossavano soltanto in occasioni particolari o nel corso di cerimonie religiose.
Cliccare sulle foto
Fonte
I tesori dell’antico Egitto nella collezione del Museo del Cairo – National Geographic – Edizioni Withe Star
Gesso, altezza cm 17 Tell el-Amarna Scavi dell’Egypt Exploration Society Museo Egizio del Cairo
Ritratto quasi “veristico” , o calco in forma di maschera di un personaggio maschile della corte di Amarna.
Questo reperto straordinario ha permesso, con altri esemplari simili oggi conservati a Berlino, di ricostruire fase dopo fase il processo creativo dello scultore.
Restituendo attraverso l’intensità plastica della scultura la tensione emotiva dell’uomo.
Questa maschera amarniana è il prodotto di un’arte matura, capace di infondere nuova linfa a un canone rigido, conservando e insieme innovando nel solco della sacralità più autentica.
Fonte
I tesori dell’antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo – National Geographic – Edizioni White Star
Da Amarna, Palazzo Reale – Pittura su intonaco Altezza cm 30 Oxford, Ashmolean Museum,. 1893, 1 – 41 (267)
L’arte di Amarna riflette il faraone stesso.
La gestualità delle due principesse esprime una grandissima emotività, che spazia dalla tenerezza alla dolcezza.
La spontaneità dei loro gesti rende la scena reale e comune e attenua l’impatto visivo prodotto dai corpi deformato ad immagine del padre.
La mano e il polso della principessa di destra, piegati all’estremo, formano la sagoma di un cigno che sfiora con grande delicatezza il mento della sorella a sinistra, che esterna il suo affetto appoggiando la sua mano sulla schiena della sorella.
Purtroppo rimangono pochi dipinti di questo periodo ed è evidentemente limitativo e difficile un’interpretazione più vasta.
La bellezza dei corpi delle principesse non tende ad un ideale femminile antico, essi contengono una grande vivacità ed esprimono un amore semplice e tenero verso la vita.
Fonte
Indagine sulla Pittura Egizia – Vakérie Humbert, Cristiano D’aglio – Edizioni Kemet
Qualche tempo fa realizzai uno studio sulla città di Akhetaton perché mi veniva richiesto durante le conferenze. Effettivamente il famoso sovrano “eretico” ha sempre destato un grandissimo interesse fin dalla sua scoperta storica. Vi ricordo che perfino il grandissimo Petrie, scavando sul sito, non era certo che si trattasse di una etnia egizia tanto le differenze iconografiche e architettoniche erano diverse dall’Egitto ortodosso.
Così decisi di dedicarmi ad Amarna allo scopo di realizzare una mia conferenza standard (due ore, quaranta diapositive). Non vi sorprenderete se vi confesso che mi feci prendere la mano. Il periodo storico, e non solo la città, sono di un interesse coinvolgente.
Queste sono le tre diapositive dedicate al Meru-Aton.
PRIMA DIAPOSITIVA: Meru-Aton è il nome antico di un edificio che si trovava nel deserto a Sud di Akhetaton, nei pressi del moderno villaggio di El-Hawata. È stato brevemente esplorato dall’Egypt Exploration Society nel 1922. L’edificio è formato da due strutture circondate da mura di mattoni crudi con contrafforti, una maggiore dell’altra. Entrambe le aree sembrano essere state costituite per contenere laghi artificiali poco profondi con giardini alberati, dotate di padiglioni disposti lungo i bordi, alcuni costruiti in mattoni altri in pietra. Nelle immagini: mappa degli edifici; zona del Meru-Aton fotografata nel 1932.
SECONDA DIAPOSITIVA: La parte più caratteristica, che è sopravvissuta, si trova nell’angolo Nord-Est dell’area maggiore. Si tratta di una specie di isola artificiale squadrata circondata da un fossato che sosteneva una piattaforma in pietra. Dietro di essa, verso l’angolo dell’area, c’era una serie di pilastri che ombreggiavano una serie di bacini idrici a forma di T che erano geometricamente posizionati tra di loro. Questi laghetti erano circondati da un pavimento di gesso dipinto con motivi richiamanti la natura. Il pavimento stesso era formato a pannelli. Altri reperti in pietra dimostrano che gli edifici celebrassero la natura poiché sono tutti decorati a motivi floreali. Nelle immagini: mappa dei laghetti a T; copia dei pannelli formanti il pavimento; copia di una colonna decorata appartenente però alla costruzione minore.
TERZA DIAPOSITIVA: Da una pietra incisa si è derivato il nome originale del luogo come MERU-ATON ed è stato identificato come un tempio solare. Si è anche ritrovato il nome della figlia maggiore di Akhenaton, Merytaton. Si è notato però che il suo nome era stato inciso ricoprendone un altro. In un primo momento si è pensato a Nefertiti, generalmente ora si pensa che il nome cancellato sia quello di Kiya una sposa secondaria del faraone. Il Meru-Aton, sia nel nome che nella sua planimetria, è un tempio che riflette la ricerca di tranquillità e serenità che donano la visione di giardini luminosi. L’aggiunta di spiritualità è data dalla presenza dei santuari. Il Meru-Aton fu completamente distrutto dagli anni ‘60 agli anni ‘70 quando il governo egiziano realizzò un gigantesco sistema di irrigazione a Nord e ad Est del villaggio di El-Hawata. Nelle immagini: in alto, frammento di stele 22/273 rinvenuta in sito, fronte e retro, con iscrizione che nomina il nome del tempio e della principessa. Al centro, foto degli scavi. In basso, immagine del 1978 che mostra ormai le ultime tracce del Meru-Aton.
FRAMMENTO DI PAVIMENTO DAL MERU-ATON
Di Grazia Musso
Gesso dipinto, altezza 101 cm, larghezza 160 Tell el-Amarna, palazzo Maru-Aton – Scavi di A. Barsanti. Museo Egizio del Cairo
Del Palazzo Maru-Aton aTell el-Amarna, una delle residenze secondarie della famiglia reale, provengono alcuni frammenti di pavimento a decorazione floreale e faunistica di particolare bellezza e qualità artistica.
Il tema delle anatre selvatiche nelle paludi raggiunge qui una delle caratterizzazioni migliori dal punto di vista estetico, prima di diffondersi come decorazione negli edifici non solo di corte.
Il significato simbolico delle piante acquatiche e del papiro come origine della vita era già noto fin dai primordi della cultura egizia quando, con le scene di caccia tramite arpione o bastone da getto (una specie di boomerang) riprodotte sulle parte delle tombe, il proprietario -defunto vinceva magicamente le forze negative del disordine primevo, trionfando così anche sulla morte.
Nel Nuovo Regno tale simbologia di vittoria sulle forze oscure del caos primigenio trova ancora più spazio, come dimostrano anche le celebri raffigurazioni di Ankhesenamon, moglie di Tutankhamon, mentre afferra le anatre selvatiche, riprodotte sulle pareti esterne della cappella dorata
Ad Amarna si sovrappose a questa interpretazione simbolica anche la semplice toccante descrizione della miracolosa apparizione della vita colta in tutti i suoi aspetti, anche materiali, e resa immortale soprattutto attraverso le parole dell’Inno dell’Aton vera apoteosi della “filosofia naturale” propugnata da Akhenaton.
Fonte
I tesori dell’Antico Egitto nella collezione del museo del Cairo- National Geographic – Edizioni White Star
Gesso dipinto, altezza 101 cm, larghezza 160 Tell el-Amarna, palazzo Maru-Aton – Scavi di A. Barsanti. Museo Egizio del Cairo
Del Palazzo Maru-Aton aTell el-Amarna, una delle residenze secondarie della famiglia reale, provengono alcuni frammenti di pavimento a decorazione floreale e faunistica di particolare bellezza e qualità artistica.
Il tema delle anatre selvatiche nelle paludi raggiunge qui una delle caratterizzazioni migliori dal punto di vista estetico, prima di diffondersi come decorazione negli edifici non solo di corte.
Il significato simbolico delle piante acquatiche e del papiro come origine della vita era già noto fin dai primordi della cultura egizia quando, con le scene di caccia tramite arpione o bastone da getto (una specie di boomerang) riprodotte sulle parte delle tombe, il proprietario -defunto vinceva magicamente le forze negative del disordine primevo, trionfando così anche sulla morte.
Nel Nuovo Regno tale simbologia di vittoria sulle forze oscure del caos primigenio trova ancora più spazio, come dimostrano anche le celebri raffigurazioni di Ankhesenamon, moglie di Tutankhamon, mentre afferra le anatre selvatiche, riprodotte sulle pareti esterne della cappella dorata
Ad Amarna si sovrappose a questa interpretazione simbolica anche la semplice toccante descrizione della miracolosa apparizione della vita colta in tutti i suoi aspetti, anche materiali, e resa immortale soprattutto attraverso le parole dell’Inno dell’Aton vera apoteosi della “filosofia naturale” propugnata da Akhenaton.
Fonte
I tesori dell’Antico Egitto nella collezione del museo del Cairo- National Geographic – Edizioni White Star
Queste sono le rovine del Palazzo Nord di Amarna che fu, probabilmente, l’opet reale, ossia una sorta di harem dove le donne di corte e i fanciulli vivevano in massima libertà.
Il Palazzo Reale di Akhenaton era composto da due parti su entrambi i lati della Strada Regia e unite da un ponte che permetteva di passare da una parte all’altra senza scendere in strada.
A ovest della Strada Regia, sulla riva del Nilo, si trovava il palazzo ufficiale con la sala del trono, una grande corte contornata da pilastri e statue raffiguranti il faraone.
A est della Strada erano collocati gli appartamenti privati, con la finestra delle apparizioni pubbliche
Intorno al Quartiere Regio si trovavano i quartieri abitativi e i laboratori degli artigiani, fra cui lo studio di Djehutymose, dove furono trovati i suoi lavori : calchi di volti e il famosissimo busto di Nefertiti.
Queste anatre che volano via da una palude decoravano una delle residenze secondarie della famiglia reale
LA RESIDENZA REALE
Di Livio Secco
Approfitto del post per documentarvi, con cinque diapositive, il Palazzo del Re, residenza della famiglia reale, ubicata nel quartiere palatino sul lato interno del Palazzo Reale Diplomatico.
PRIMA DIAPOSITIVA: un ponte collegava, come cavalcavia, il Grande Palazzo Diplomatico con la Casa del Re, nome moderno per indicare la residenza privata della famiglia reale. Questa costruzione la si può dividere in tre principali elementi.
SECONDA DIAPOSITIVA: Il primo elemento è una corte aperta nella quale termina la rampa del ponte diventando così l’accesso diretto dal Grande Palazzo Diplomatico. Questa corte è in realtà anche un giardino perché ha tre file alberate che formano un viale che va da un accesso a portale situato sul lato Nord per instradare i visitatori direttamente al salone principale in direzione Sud.
TERZA DIAPOSITIVA: Il secondo elemento è costituito da una serie di appartamenti di varie dimensioni, alcuni monolocale. L’appartamento regale avrebbe potuto essere a più di un piano. Al centro c’era un salone principale a colonne con accanto una sala più piccola contenente una piccola piattaforma a gradini con un altare oppure una pedana di un trono. Una parte del muro esterno era dipinto con scene di prigionieri stranieri e forse qui c’era una delle Finestre delle Apparizioni. Le pareti interne di questo edificio erano state dipinte con scene varie anche di intimità familiare con Akhenaton, Nefertiti e le loro figlie.
QUARTA DIAPOSITIVA: La celebre raffigurazione delle principesse amarniane, oggi custodita all’Ashmolean Museum di Londra (IN DETTAGLIO QUI), era in origine una parte di un muro della Casa del Re. Nelle immagini: in alto la raffigurazione com’è oggi custodita a Londra e, in basso, raffigurata da Petrie con la zoccolatura ricostruita.
QUINTA DIAPOSITIVA: Il terzo elemento di questa costruzione è costituito da una serie di numerosi magazzini divisi in due blocchi ognuno dei quali è associato ad un cortile interno chiuso. Alcuni di questi magazzini contenevano dei brevi supporti in mattoni come se fossero stati dei ripiani. Molto probabilmente erano dei granai sebbene avrebbero potuto contenere anche altre varietà di prodotti. È stato notato che i magazzini mostrano segni di scavi fatti per gli alberi. Questo significa che essi sono stati costruiti in seguito ed hanno occupato uno spazio che precedentemente era destinato ad una piantumazione. Nell’ultimo secolo a.C. i magazzini sono diventati un cimitero per cani.
Ricostruzione del grande tempio di Aton, gem-pa-Aton a Tell el-Amarna
Nel suo quinto anno di regno Akhenaton abbandonò Karnak.
La nuova capitale, da lui chiamata Akhetaton, “l’orizzonte di Aton”, che oggi corrisponderebbe con Tell el-Amarna, fu costruita in una località del Medio Egitto che non era ancora consacrata a nessuna divinità.
Su una delle molte stele in pietra che delimitavano i confini della città il sovrano motiva la scelta del luogo : “In questo luogo farò costruire Akhetaton per mio padre Aton [….], lui creo’ cosi tale luogo, in modo che fosse circondato da una catena di montagne, perché così a lui piaceva”.
Sulla riva orientale del Nilo si trovava, al centro della città, il grande complesso templare del dio il per-Aton ( ” Casa di Aton”)
Il frammento conserva parte della rappresentazione del santuario del tempio. Al centro è l’altare principale, con abbondanti offerte, fiancheggiato da due statue di Akhenaton. Compaiono, inoltre, altri altari, alcuni portaincenso e le porte che si aprivano sulle piccole cappelle adiacenti. Ermopoli, in origine Tell el-Amarna, Pietra calcarea, altezza 22,7 cm, larghezza 26,9 Boston Museum of Fine Arts 63.961
Tutti i templi edificati in questo settore hanno la caratteristica comune di essere privi di tetto, una peculiarità dei santuari del sole egizi.
Qui sorgevano il tempio principale, bipartito , il luogo della primi genia pietra benben, e numerosi altari per i sacrifici.
Le due parti principali del tempio distavano tra loro 350 metri, avevano un asse comune e erano orientate in direzione est.
Il complesso posteriore era costituito da due cortili, e fungeva da ” sancta santorum”.
Il cortile anteriore, di forma rettangolare, era chiuso da un pilone, all’interno due sale ipostile affiancavano l’altare assiale.
Tra le colonne erano collocati gruppi statuari di Akhenaton e Nefertiti, una rampa conduceva al secondo pilone che si apriva sulla terrazza del secondo cortile, circondato da cappelle scoperte
Al centro del cortile, collocato su un piedistallo, era collocato il Naos del dio del sole.
Tell el-Amarna, Tempio di Aton Pietra calcarea dura, altezza 8,1 cm, larghezza 5,1 cm New York, The Metropolitan Museum of Art – Edward S. Harkness Gift 26.7.1395
Frammento di statua di Akhenaton. Si tratta solo di un frammento ma il reperto si può facilmente associare a una statua a grandezza naturale del sovrano nei suoi primi anni a Tell el-Amarna Ne sono conferma la forma della bocca e la raffigurazione lineare della ruga nasolabuale Gli scultori del tempo prediligevano la qualità quasi marmorea del materiale impiegato per questa statua perché permetteva una finissima levigatura della superficie.
Come nel tempio di Aton a Karnak la sezione anteriore del tempio venne chiamata gem-pa-Aton: essa misura a 200 metri per 32 ed era suddivisa in due sezioni che comprendevano piloni e cortili a cielo aperto
Il pilone del cortile antistante si apriva su una grande sala ipostila con il corridoio centrale scoperto, alle sue spalle si trovavano due ampi cortili, ciascuno con 224 altari sacrificale.
L’ingresso era costituito da un’avancorte con una sala ipostila , aperta sull’asse mediano, cui seguiva una corte più piccola con altri altari sacrificali.
A sud del per-Aton fu costruito un complesso di culto più piccolo , denominato pa-hut-Aton, ” tempio di Aton” ed era costituito da tre cortili con piloni d’ingresso e da un santuario bipartito che si rifaceva a quello più grande.
Nel settore più meridionale di Akhetaton sorgevano altri due santuari con cappelle a cielo aperto, giardini e stagni, che erano probabilmente considerati come i luoghi della nascita e della creazione del dio solare.
Tell el-Amarna Pietra calcare, altezza 23 cm, larghezza 52 cm New York, The Metropolitan Museum of Art – Norbert Schimmel Gift, 1985.328.24
Campo di grano. Le spighe leggermente mosse dal vento, con le lunghe Aristeas, rendono la scena del campo di grano assai naturale.Anche se resta incerto il contesto del quale il frammento faceva parte, l’immagine sembra ricordare un passaggio del grande inno ad Aton composto da Akhenaton : ” I tuoi (di Aton) raggi nutrono i campi, quando ti levi, vivo o è crescono per te”.
Alla morte di Akhenaton i cantieri vennero abbandonati e la città si spopolò e non fu mai più abitata.
All’inizio della XIX Dinastia Ramesse II fece abbattere il tempio e utilizzò i blocchi ricavati dalla demolizione come materiale di riempimento per i suoi complessi di Ermopoli.
Della città del sole restano solo gli scavi delle fondamenta e i muri di mattoni.
Nonostante la quasi completa distruzione degli edifici, è stato possibile ricostruire l’architettura dei Templi grazie alle raffigurazioni scolpite nelle sepolture degli alti funzionari di Amarna.
Fonte
Egitto, la terra dei faraoni – Regine Schulz e Matthias Seidel – Konemann
Rilievo dipinto che rappresenta la moglie di Ay,Tey, nutrice della regina Nefertiti, con il mantello di fine lino pieghettato, in uso a partire dal Nuovo Regno; una pesante parrucca “a mantello” con treccioline terminanti in boccoli e, ai piedi, un paio di sandali infradito. Tey è inginocchiata in atteggiamento di adorazione ad Aton.
Rilievo dipinto dalla tomba del futuro faraone Ay, nella parte sud della necropoli di Tell el-Amarna.
FONTE:
VIAGGIO NELL’EGITTO DEI FARAONI
ISTITUTO GEOGRAFICO DEE AGOSTINI
Tey è rappresentata nel sepolcro, mai utilizzato, che il marito si fece edificare ad Amarna.
Calcare dipinto, da Amarna. Altezza 22,5 cm. Parigi, Museo del Louvre E 15593; E 22746
Questo piccolo gruppo scultoreo, in calcare dipinto, ritrae Akhenaton e Nefertiti, secondo i canoni dell’arte amarniana.
Tra le caratteristiche più evidenti, si rileva l”assenza di rigidità, le linee quasi deformate dei profili, la somiglianza del corpo maschile con quello femminile.
Akhenaton e Nefertiti si tengono per mano, in un’intimita’ volutamente sottolineata come le rotondità del corpo; come principio di fecondità i due sovrani mettono l’accento sulle stesse caratteristiche somatiche delle antiche dee madri.
L’amore della famiglia reale e la fecondità per l’intero popolo erano fra i concetti sottolineati dalla filosofia regale di Amarna.
Gruppi come questo erano tenuti in apposite nicchie nelle case private e simbolizzano unione, fecondità e rinascita.
I contorni curvilinei delle figure, i movimenti impliciti nelle articolazioni degli arti, i morbidi panneggi degli abiti, che caratterizzano l’arte figurativa di questo periodo, sono ben percepibili in questa visione di prospetto del gruppo scultoreo.
Fonte:
Le regine dell’antico Egitto g Rosanna Pirelli – Edizioni White Star.